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I castelli

Il nostro viaggio tra i castelli della Regione inizia dal Gargano, dove ammiriamo il castello di Manfredonia con i suoi caratteristici bastioni circolari aragonesi e quelli pentagonali cinquecenteschi. Risalente all’epoca normanna ma modificato nel periodo svevo, il castello di Barletta celebra il potere politico dell’imperatore Federico II, ulteriormente affermato con la realizzazione di Castel del Monte con pianta e torrioni ottagonali. Sempre di età federiciana troviamo la più importante fortificazione del capoluogo pugliese: il Castello Svevo di Bari e procedendo sulla costa ionica, giungiamo a Taranto, dove si erge il Castello Aragonese o Sant’Angelo. Testimonianza di come i castelli subivano modifiche nel corso dei secoli è il castello di Oria: l’antico impianto altomedievale fu modificato in età federiciana e dopo ampliato tra Quattro e Cinquecento per adeguarlo alle nuove esigenze difensive. Nel cuore del Salento, al centro di Lecce, sorge il Castello Carlo V, in onore dell’imperatore mentre affacciato sul mare troviamo il castello di Gallipoli, distrutto in un assedio e poi ricostruito in età angioina.

Castelpagano

Il sito di Castelpagano sorge al di sopra di uno sperone roccioso alto circa 500 m, da cui si domina tutto il paesaggio attorno: il Tavoliere, i monti del Gargano e persino il Molise in lontananza. Non c’è da stupirsi, dunque, se un luogo così strategico sia stato occupato sin dall’Età del Bronzo. La fortezza venne costruita a partire dalla metà del IX secolo e raggiunse il periodo di maggiore splendore nell’XI secolo sotto il conte normanno Enrico. Anche Federico II qui lasciò la sua impronta e fece del castello una residenza di caccia. Tanti sono stati nel corso dei secoli successivi i signorotti che qui hanno soggiornato, fino a quando nel ‘600 tutto l’abitato venne abbandonato. Sull’altura ancora oggi si possono vedere i ruderi del castello cinto da mura, di una chiesa, di tombe e di vari altri ambienti; inoltre, si conservano numerose cisterne, addirittura più di 200! Alcune servivano per la raccolta dell’acqua piovana, altre per conservare le derrate alimentari.

Castello di Monte Sant'Angelo

A Monte Sant’Angelo il castello sorge sul punto più elevato del paese. Visto dall’alto, ha una strana forma: sembra un enorme animale di pietra con due ruote al posto delle zampe, una gobba e una testa a forma di punta di freccia. La sua storia comincia nell’XI secolo quando il normanno Roberto il Guiscardo ampliò il precedente castrum di età longobarda e ne fece un edificio ben più possente. Il castello assunse un maggiore prestigio con Federico II, che lo trasformò in una dimora regale in grado di accogliere la contessa Bianca Lancia, la donna da lui amata. Nel XIII secolo il castello divenne di proprietà degli Angioini, mentre nel XV secolo gli Aragonesi fecero innalzare delle torri circolari più basse in grado di reggere le cannonate, nuove mura di difesa, il fossato e il ponte levatoio. Nei periodi successivi nuovi proprietari si succedettero: prima gli Spagnoli, poi i Francesi, poi i Borbone. Agli inizi del ‘900 il castello è diventato di proprietà del Comune, che lo ha reso un luogo aperto alle visite.

Castello di Manfredonia

Nel cuore di Manfredonia, a pochi metri dal mare, il castello si erge in tutta la sua maestosità. Se lo osservi con attenzione, noterai che ha una strana forma: un corpo quadrangolare con torri più alte all’interno e una struttura muraria con torri più basse all’esterno. Anche se non si conservano tracce, furono gli Svevi a volerne la costruzione. Poi arrivarono gli Angioini che fecero edificare il recinto quadrangolare interno con cinque torri quadrate; oggi ne sono rimaste solo quattro e sono circolari. Intorno alla metà del Quattrocento, gli Aragonesi ne rafforzarono il sistema difensivo innalzando una seconda cortina muraria attorno alla prima, con quattro torrioni circolari. Una quinta torre fu eretta verso ovest. La sua funzione doveva essere quella di un avamposto difensivo, ma ciò nonostante nel 1620 i Turchi attaccarono il castello. Oggi al suo interno c’è un Museo Archeologico che accoglie, tra le altre cose, una ricca collezione di stele daunie, statue di pietra realizzate oltre due millenni fa.

Castelfiorentino

A circa dieci chilometri da Torremaggiore, in cima ad un’altura detta dello Sterparone, si trovano i ruderi di Florentium, Fiorentino, una città medievale abbandonata. Oltre a pochi muri riferibili alla cattedrale dedicata a San Michele Arcangelo e ad un tratto della cinta muraria, sono visibili i resti del palazzo di Federico II, che venne costruito al di sopra di un precedente castello normanno. Dalle fonti sappiamo che, nel dicembre del 1250, durante una battuta di caccia il re svevo si sentì male all’improvviso e non potendo far ritorno alla sua dimora invernale a Foggia, raggiunse la residenza di Castelfiorentino dove pare non fosse mai stato prima. Fu qui che morì il 13 dicembre di quello stesso anno; in questo modo si compì la profezia di un astronomo di corte che gli aveva predetto che sarebbe morto in una località con il nome di un fiore. Dagli scavi archeologici condotti negli anni scorsi è emerso che la residenza imperiale era un maestoso edificio a pianta rettangolare.

Fortezza svevo-angioina di Lucera

Il castello di Lucera si erge sulla sommità del colle Albano, nel bel mezzo del Tavoliere delle Puglie, laddove un tempo vi era l’acropoli della città romana. Qui il re svevo Federico II nel 1233 fece costruire il suo palazzo, di cui oggi resta solo il basamento. L’edificio assomigliava ad una torre alta tre piani, con un cortile interno quadrangolare che al secondo piano si trasformava in un ottagono. Esternamente aveva l’aspetto di un palazzo fortificato inaccessibile, all’interno era una lussuosa dimora. Nella seconda metà del XIII secolo, per volere di Carlo I d’Angiò, il palazzo venne trasformato in un castello vero e proprio e fu inglobato all’interno di una cinta muraria lunga quasi un 1 km e rafforzata da 13 torri quadrate, 2 bastioni pentagonali, 7 contrafforti e 2 torri cilindriche angolari, dette “della Leonessa” e “del Leone”. Nella fortezza sorse una cittadella militare composta da case, caserme e altri vani, molti dei quali costruiti con i resti dei più antichi edifici romani.

Castello Ducale di Bovino

Il castello e l’annesso Palazzo Ducale sorgono sul punto più alto di Bovino. Dall’alto dello sperone roccioso si domina tutta la valle attorno. Chissà quanti cavalieri, briganti, soldati, nobili sono passati di qui! Venne costruito dal generale normanno Dragone, verso la fine dell’XI secolo, sui resti di una precedente fortificazione. Nei secoli successivi furono tanti coloro che fecero di questa castello la loro roccaforte, in quanto situato in una posizione geografica strategica; personaggi di fama come Manfredi, figlio di Federico II, e dinastie come gli Angioni, sovrani del Regno di Napoli, e la famiglia spagnola dei Guevara che ne fu proprietaria fino al 1961. Al castello si accede dopo aver attraversato un lungo viale; varcato il portale principale si entra in un cortile quadrangolare su cui si affacciano gli ambienti del palazzo, la chiesa e la torre dell’orologio. Non dimenticare di visitare i bellissimi giardini pensili, che furono realizzati nell’Ottocento ispirandosi al parco della Reggia di Caserta.

Castello di Sant'Agata di Apulia

Lo sai che Sant’Agata di Apulia è detta “lo spioncino di Apulia”? L’appellativo è dovuto al fatto che questo piccolo Comune del Subappennino daunio si trova al confine tra Apulia, Molise e Basilicata e il punto più alto da cui si domina tutto il paesaggio attorno è il suo castello, a circa 800 metri di altezza. L’edificio ha una forma grosso modo rettangolare ed è circondato da mura turrite, solo in parte ancora in piedi. Esisteva già nell’XI secolo quando i Normanni se ne impossessarono, le sue origini risalgono infatti ad epoca bizantina e longobarda. Poi fu la volta del sovrano svevo Federico II, che lo inserì nella sua rete dei castelli, poi prima degli Angioini e a seguire degli Aragonesi. Nel Cinquecento il castello si trasformò in un palazzo residenziale e ad abitarlo furono prima i membri della famiglia Orsini e poi quelli della famiglia Loffredo, il cui stemma troneggia sul portale d’accesso.

Castello svevo-angioino di Barletta

Come molti castelli pugliesi, anche quello di Barletta venne costruito dai Normanni, modificato per volere del re svevo Federico II e poi occupato dagli Angioini. La fase di vita più rilevante, tuttavia, è quella che si data al Cinquecento quando, per volontà dell’imperatore Carlo V, il castello subì una trasformazione profonda. Le nuove tecniche di combattimento prevedevano l’uso di polvere da sparo e cannoni, ragion per cui era inutile continuare a costruire alte torri difficili da scalare. Quello che serviva erano mura poderose circondate da ampie pianure, per meglio avvistare eventuali nemici in arrivo. Carlo V volle che le mura del castello diventassero molto più spesse, sicché una nuova cortina muraria fu innalzata attorno a quella precedente, per uno spessore complessivo di quasi dodici metri. Agli angoli della fortezza furono costruite quattro torri a forma di lancia. Oggi il castello ospita una biblioteca, un museo e diversi spazi per mostre e convegni.

Castel del Monte

Qual è il castello più famoso che l’imperatore Federico II di Svevia fece costruire in Puglia? Ti do un indizio: si trova vicino Andria e sorge su una collina da cui si domina tutto il paesaggio attorno. Esatto, Castel del Monte! La perfezione e la magnificenza di questo castello sono tali che è stato inserito nella lista dei Beni Unesco, cioè di quei monumenti che sono patrimonio dell’umanità. Federico II ne ordinò la costruzione nel 1240; volle che il castello sorgesse su un’altura direttamente al di sopra del banco roccioso. A differenza di molti altri castelli pugliesi, non ha il fossato e questo ci fa capire che non aveva una funzione difensiva, ma residenziale. L’otto è un numero ricorrente nella sua architettura: ha la forma di un ottagono con otto torri agli angoli e sia al primo che al secondo piano ci sono otto stanze. Oggi sono vuote, ma con un po’ di fantasia possiamo immaginare come dovevano essere arredate un tempo e gli uomini e le donne che le hanno frequentate.

Castello normanno-svevo di Bari

Se guardi dall’esterno il castello di Bari, ti accorgerai che è composto da due parti: una interna con alte torri, di età medievale, e una esterna più bassa, di epoca rinascimentale. Fu il re normanno Ruggero II che nel 1130 diede inizio alla costruzione del castello, in seguito distrutto per ben due volte. Federico II tra il 1233 e il 1240 ne ordinò il restauro. Di età federiciana è il portale di accesso con l’aquila al centro, il simbolo del re svevo. Anche in età angioina, nel XII secolo, furono apportate alcune modifiche. Ma i cambiamenti più importanti si ebbero nel Cinquecento, quando il castello divenne residenza di due donne, ossia Isabella D’Aragona, duchessa di Bari, e sua figlia Bona Sforza, regina di Polonia. In questo periodo venne costruita una poderosa cinta muraria con quattro bastioni agli angoli e il castello si trasformò in una corte principesca frequentata da dame, cavalieri, artisti, sovrani. Alla morte di Bona Sforza tornò ad essere una fortezza, usata anche come prigione.

Castello di Conversano

Il castello di Conversano sorge nel cuore del centro storico, sul punto più alto della città, dove un tempo si estendeva l’acropoli dell’antica Norba, la città peucezia. A guardarlo da lontano sembra una nave di pietra arenata in mezzo alla piazza. Fu costruito nell’XI secolo, dai Normanni, sui resti di una precedente fortificazione; a questo periodo appartiene la cosiddetta Torre Maestra, una torre a base quadrata. Tra XIV e XV secolo il castello subì una serie di interventi e ricostruzioni; a questa fase costruttiva appartengono la torre circolare a nord e quella quadrangolare posta a sud-est, rivolta verso la cattedrale. Per quasi settecento anni il castello fu abitato dai conti di Conversano, che accoglievano i loro ospiti in sale di straordinaria bellezza. Pensate che la camera nuziale di Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona era affrescata con scene dell’Antico Testamento, opera del pittore napoletano Paolo Finoglio. Oggi un’ala del castello accoglie la Pinacoteca comunale.

Castello di Carlo V di Monopoli

Il castello di Monopoli sorge sulla punta più estrema del borgo antico, protesa verso il mare. Fu il re Carlo V a volerne la costruzione e ad affidarne i lavori nel 1544 al suo viceré Don Pedro di Toledo o, come sostenuto da altri studiosi, al marchese Don Ferrante Loffredo. Il castello venne innalzato al di sopra di un’antica chiesa di X secolo: San Nicola della Pinna, dove la pinna era la punta della penisola della città vecchia. La chiesa venne inserita all’interno del castello a forma pentagonale e con una strana torre cilindrica, forse già esistente in precedenza. Come molti altri castelli pugliesi, anche questo subì restauri e rimaneggiamenti nei secoli successivi e tra Ottocento e Novecento venne utilizzato come carcere. Uno storico sconosciuto del ‘700 racconta che nei pressi del castello un tempo si pescavano i coralli; riferisce anche di un certo Don Martino Coquemont, castellano, che visse 101 anni e che, pur essendo originario di Bruxelles, si innamorò perdutamente di Monopoli e qui morì.

Castello di Gioia del Colle

Il castello di Gioia del Colle si trova nel cuore del centro storico. Fu costruito dal principe normanno Riccardo Siniscalco, ma la sua storia è legata soprattutto al nome di Federico II. Intorno al 1230, il re svevo avviò dei lavori di ampliamento del castello precedente e fece costruire agli angoli della fortezza quattro torri. Oggi ne rimangono solo due e una di queste, la Torre dell’Imperatrice, custodisce una famosa leggenda. Pare che Federico II avesse rinchiuso al suo interno per gelosia la sua amante Bianca Lancia, incinta del figlio Manfredi che nacque proprio a Gioia del Colle. C’è chi giura che il suo fantasma si aggiri ancora per la torre! Nei secoli successivi il castello passò nelle mani degli Angioini e poi degli Aragonesi; tante furono le famiglie nobili che vi abitarono. Le sale interne, come quella del trono, sono così suggestive che alcuni registi, come Matteo Garrone, vi hanno girato le scene di alcuni film. Il museo è sede anche del Museo Archeologico Nazionale di Gioia del Colle.

Castello Dentice di Frasso di San Vito dei Normanni

Più che un castello vero e proprio, si tratta di un palazzo fortificato che appartiene alla famiglia Dentice di Frasso. Il nucleo originario è costituito dall’alta torre quadrata, fatta costruire nel XII dal principe Boemondo il Normanno. Probabilmente la funzione originaria della torre era quella di una residenza di caccia, perché all’epoca tutt’attorno si trovavano boschi e solo successivamente cominciò ad espandersi il borgo di San Vito dei Normanni. Come la maggior parte dei castelli, anche questo subì nel corso dei secoli successivi ampliamenti e trasformazioni. Il punto più suggestivo di tutto l’edificio è il cortile interno, con la scalinata che conduce ad un balcone con tre archi. Non è un posto da fiaba? Se ti avvicini alla cappella che si trova in basso alla torre quadrata, puoi vedere che sul portale è scolpito lo stemma della famiglia Dentice di Frasso con il motto “Noli me tangere”, che vuol dire “Non mi toccare”, le parole che disse Gesù a Maria Maddalena dopo essere risorto.

Castello di Ceglie Messapica

Arroccato su un colle da cui domina tutto il centro storico, sorge il castello di Ceglie Messapica. Strano come castello, sembra piuttosto una cittadella fortificata a forma di trapezio composta da tanti edifici diversi tra di loro, posti uno accanto all’altro. La sua storia comincia nell’XI secolo, in età normanna, quando venne costruita la prima torre quadrata che puoi vedere a sinistra appena oltrepassi il portale d’accesso. Successivamente, nel corso del XII e poi del XIII secolo, il castello subì diversi lavori di ampliamento e vennero costruite le tre torri circolari che si trovano agli angoli. Sono tante le famiglie nobili che in epoche passate hanno abitato al suo interno. Basti vedere gli stemmi famigliari che si trovano nell’atrio, sono tantissimi! La famiglia che più di altre ha segnato la storia del castello è stata quella dei Sanseverino, che nel 1492 fecero costruire l’alta torre quadrata, ben visibile anche da lontano. Pensa che è alta 34 metri! Sarebbe bello salirci in cima, vero?

Castello svevo di Oria

Fu l’imperatore Federico II, tra il 1225 e il 1233, a volere che il castello di Oria venisse costruito sul punto più alto della città, laddove un tempo si trovava l’acropoli dell’abitato messapico e dove in età normanna era stata costruita una torre: il Mastio. Il castello ha la forma di un triangolo isoscele, con la base a Sud e il vertice a Nord. Gli abitanti di Oria lo definiscono il “vascello natante nell’aria”. Quando Federico II diede inizio ai lavori di costruzione, fece abbattere una chiesa di IX secolo e di cui oggi rimane soltanto la cripta dei Sante Crisante e Daria. La fortezza federiciana era protetta da una lunga e poderosa cinta muraria dotata di torri. Nei secoli avvenire il castello subì diversi lavori di ristrutturazione e ampliamento, tra cui la costruzione delle torri circolari. Vi hanno abitato principi, cavalieri, marchesi… chissà quante persone sono passate di qui! Oggi al suo interno è ospitata una collezione che comprende monete antiche, vasi, bronzi e numerosi altri oggetti.

Castello aragonese di Taranto

Il castello di Taranto, detto Castel S. Angelo, sorge all’estremità sudorientale dell’isola su cui si trova la città vecchia, in mezzo ai due mari: il Mar Grande e il Mar Piccolo. L’attuale castello è frutto di una risistemazione della precedente fortezza normanno-sveva-angioina, che a sua volta venne costruita sui resti di un castello bizantino, innalzato laddove si trovavano edifici di epoca greca. Fu il re di Napoli Alfonso d’Aragona che, intorno alla fine del Quattrocento, volle che questo, come altri castelli di Apulia, venisse ricostruito per resistere meglio ai colpi di cannone dei nemici. Il complesso assunse la forma di un quadrilatero con quattro torrioni circolari ai vertici. Una quinta torre a forma di triangolo fu costruita verso il mare a Sud; di qui i soldati potevano scrutare l’orizzonte e avvistare le navi in arrivo. Negli anni avvenire, il castello perse pian piano la sua funzione difensiva e si trasformò in una caserma e in una prigione. Oggi è sede della Marina Militare.

Castello Muscettola di Leporano

Il castello di Leporano sorge sul punto più alto del centro storico. Si tratta di una poderosa struttura a pianta quadrangolare che ha alle spalle una lunga storia. La prima torre fu costruita in età normanna e aveva una funzione difensiva. Successivamente, tra XIV e XV secolo, sulla base della precedente torre venne costruito un mastio, cioè un’altra torre ancora più alta. Ma fu tra la fine del XVI e il XVII secolo che il castello si ampliò notevolmente. All’epoca Leporano era governata dalla famiglia Muscettola, che fece del castello il proprio palazzo di residenza. Al primo piano c’erano le stalle e gli ambienti destinati alla servitù, mentre al secondo piano si trovavano l’appartamento privato del principe, diverse sale e le camere da letto. Il punto più suggestivo del castello è la terrazza belvedere. Chissà quante feste ha ospitato! Il castello ha anche una piccola chiesa dedicata a San Giuseppe, con un piano superiore detto matroneo e riservato solo alle donne.

Castello di Avetrana

Ti svelo un piccolo trucco: per capire di un castello qual è la parte più antica, devi guardare la forma delle torri. Quelle quadrate sono state costruite prima, quelle circolari dopo. Nel caso del castello di Avetrana, la torre più antica è appunto il mastio, il torrione quadrato. Successivamente, nel Cinquecento, venne costruita la torre cilindrica e poi, tra Seicento e Settecento, il resto della cerchia muraria che, verso Sud, comprende un’altra torretta a base quadrata. Le mura del castello erano molto probabilmente unite a quelle che circondavano tutta la città e che erano dotate di tre porte di accesso. Sono state tante e diverse le famiglie che ci hanno abitato; visitandolo puoi vedere quel che resta del ponte levatoio sospeso sul fossato oppure inoltrarti negli ambienti sotterranei, dove un tempo si produceva e conservava l’olio. Oggi il castello, che fino a non molti anni fa era ridotto ad un rudere, ospita anche un museo e una biblioteca.

Castello di Carlo V Lecce

Il castello di Lecce ha una storia assai antica. Fu costruito in età normanna e venne a lungo abitato dalle famiglie nobili che governarono la città. Intorno al 1539, il re spagnolo Carlo V decise di ampliarlo e di trasformarlo in un maniero inattaccabile dagli eserciti nemici. Ne affidò il progetto di ristrutturazione all’architetto Gian Giacomo dell’Acaya, grazie al quale il castello assunse la forma trapezoidale che ha tuttora: il corpo centrale quadrangolare è circondato da una cinta muraria dotata ai quattro angoli di bastioni, in grado di resistere ai colpi delle armi da fuoco. L’accesso principale, la Porta Reale, si trova sul lato rivolto verso la città a cui è collegata mediante un ponte levatoio. Tutto intorno si sviluppava il fossato, poi colmato. Nei secoli successivi il castello è stato adibito come tribunale, come sede militare e come abitazione civile. La sua lunga storia è stata riscritta grazie al paziente lavoro di storici, archeologi e restauratori.

Castello di Acaya

Fu il barone Alfonso dell’Acaya, da cui il borgo prende il nome, che intorno al 1506 decise di ristrutturare alcune torri di un precedente edificio fortificato e di trasformarle in un castello. Il progetto fu portato a termine da suo figlio Gian Giacomo, un importante architetto del tempo. Visto dall’alto l’edificio ha la forma di un quadrilatero con i vertici occupati da bastioni. Al centro vi è un grande cortile con un pozzo. Come in tutti i castelli anche qui si respira un’aria di mistero; per secoli tra queste mura si sono avvicendati uomini e donne di cui molto spesso ignoriamo i nomi e le storie personali. Pensa che, ad esempio, gli ambienti al di sotto delle scale un tempo erano adoperati come carceri. Sulle pareti ci sono ancora i graffiti lasciati dai prigionieri. Al piano superiore ti consiglio di entrare nella sala all’interno della torre di nord-est e di ammirare il lungo fregio con leoni, grifoni, sirene e altri animali e creature fantastiche che corre lungo tutti e quattro i muri dell’ambiente. Se solo queste pietre potessero parlare!

Castello di Copertino

Il castello di Copertino ha la forma di un trapezio con quattro torri angolari a forma di punta di freccia. La parte più antica è l’alta torre quadrata, il cosiddetto mastio; fu Carlo I D’Angiò intorno al 1266 a farla costruire. Successivamente, nel Cinquecento, il marchese Alfonso Granai Castriota avviò i lavori di risistemazione e ampliamento del castello affidandone la direzione all’architetto pugliese Evangelista Menga. Fu in questo periodo che vennero costruite le quattro torri e venne scavato il fossato tutt’attorno. Varcato il monumentale portale d’accesso al castello ci si ritrova in un cortile di forma quadrangolare, su cui si affaccia una cappella dedicata a San Marco e decorata con affreschi che furono realizzati da un pittore di Copertino: Gianserio Strafella. Una scalinata conduce al secondo piano dove abitava la famiglia del marchese e dove c’è una seconda cappella intitolata a Santa Maria Maddalena, le cui pareti sono ricoperte da affreschi eseguiti nel Quattrocento.

Castello di Corigliano d'Otranto

Il castello di Corigliano d’Otranto risale al Cinquecento. Fu Giovan Battista De’ Monti, membro di una delle famiglie nobili dell’epoca, a volerne la costruzione o meglio la ricostruzione. Qui, infatti, un castello c’era già ed era stato innalzato nel Medioevo. Ma Giovan Battista volle che l’edificio precedente venisse trasformato in una fortezza difficile da espugnare e inaccessibile ai feroci saraceni. Il castello assunse così la sua forma attuale: un quadrilatero circondato dal fossato, con quattro torri circolari agli angoli, tutte provviste di cannoniere. Ogni torre era dedicata ad un Santo e ad una virtù, rappresentati con dei bassorilievi sui muri esterni. Altri interventi di risistemazione furono apportati dai successivi proprietari del castello; la facciata, ad esempio, si data al Seicento ed è in tipico stile barocco. Lo si intuisce osservando la balaustra scolpita del balcone al di sopra dell’ingresso principale e dalla presenza di mensole riccamente decorate e di nicchie con statue.

Castello di Gallipoli

Il centro storico di Gallipoli sorge su un’isola collegata al resto della città attraverso un ponte e proprio sulla punta orientale di questo isolotto sorge il castello. Visto dall’alto ha la forma di un quadrato, tre vertici del quale sono occupati da torri, due circolari e una ottagonale. Verso la terraferma si erge una quinta torre di forma circolare, detta rivellino, completamente staccata dal resto della struttura e sospesa come una zattera in mezzo al mare. Da qui i soldati di vedetta potevano avvistare eventuali nemici e utilizzare catapulte e cannoni per attaccarli. Il castello ha una lunga storia alle spalle; fu costruito in epoca altomedievale laddove c’erano già edifici più antichi di difesa: nel corso dei secoli conobbe successivi e continui lavori di ampliamento e trasformazione, prima per volontà degli Angioini, poi degli Aragonesi, e almeno fino al XVI secolo. Un tempo vi si accedeva attraverso un ponte levatoio e tutt’attorno vi era un fossato che è stato poi riempito.