Castello (età medievale e moderna)

L’attuale castello di Gallipoli è il risultato di una serie di ampliamenti e ristrutturazioni avvenute a partire da età altomedievale, quando fu probabilmente costruita la prima fortezza, fino al XVI secolo. Presenta una pianta quadrilatera e agli angoli tre torrioni: il più grande, a pianta poligonale, a SE, altri due a NE e NO, di forma circolare. Un quarto torrione, analogo agli ultimi due, collocato a SO, crollò nel 1755 e non fu mai più ricostruito. Verso la terraferma, ad E, il castello presenta un rivellino di forma irregolare allungata, che si ipotizza sia stato progettato alla fine del Quattrocento dall'architetto senese Francesco di Giorgio Martini, ma realizzato solo nella prima metà del Cinquecento, conferendo alla struttura la forma poligonale tipica dei castelli ristrutturati in età spagnola. Le strutture del castello sono costituite in parte da blocchi di pietra del locale carparo, in parte in muratura. La terrazza è pavimentata con lastre in pietra di Cursi. Gallipoli possedeva sicuramente una fortezza già in età alto medievale, posta a protezione della città e del porto, collocato nel Seno del Canneto. Della struttura precedente al XVI secolo i dati sono estremamente esigui. Il nucleo della fortezza di età alto medievale era nell'area del baluardo poligonale. Questa struttura fu probabilmente rinforzata in età normanna. La prima fonte documentaria sicura sul castello di Gallipoli risale alla metà del XIII secolo, quando in un diploma regio di Federico II si avverte la necessità di riparare il castello. Nel 1269 fu quasi totalmente distrutto durante l’assedio posto da Carlo I d’Angiò alla città e in seguito venne ricostruito. In quest’occasione viene effettuato un ulteriore rivestimento esterno del torrione poligonale. Gli Angioini, tra il XIII e il XIV secolo, ristrutturarono e ampliarono il castello. Dal lato interno del torrione, si cominciano a edificare e a stratificare corpi di fabbrica con funzioni prevalentemente residenziali, anche lungo i lati S e O del cortile interno, all'interno di un perimetro quadrilatero con ingresso sulla cortina occidentale. In età orsiniana (XV secolo), benché non attestati, vennero probabilmente portati avanti lavori di ristrutturazione della struttura, con cortine alte e relativamente scarpate e con opere più specifiche, quali nuovi corpi di fabbrica sul lato occidentale del cortile e l’avancorpo fortificato antistante l’accesso. Tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, a seguito della presa di Otranto da parte dei Turchi, e durante l’anno di dominazione veneziana (1484), vennero realizzate delle opere di rinforzo e iniziò il progetto di realizzazione del fosso/canale che divideva il castello dell’abitato (area oggi occupata dalle strutture del mercato coperto). Nonostante l’interesse dimostrato dagli Aragonesi per la ristrutturazione del castello, che vedrebbe coinvolto l’architetto senese Francesco di Giorgio Martini, fu solo con la dominazione spagnola che tali progetti furono realizzati. Agli inizi del XVI secolo fu infatti solo iniziata la costruzione del Torrione di Vedetta, nell'angolo NO, ma è nel pieno XVI secolo che avviene la costruzione del torrione di NE (Torrione della Bandiera), del puntone/torrione verso Est (poi rivellino), della cortina di Levante, il restauro e rinforzo del torrione poligonale. Dopo la battaglia di Lepanto viene completata la cortina meridionale, il torrione SO (Torrione della Campana) e la cortina occidentale su cui si apre l’ingresso tra il castello e la città. Venne inoltre rinforzato il Torrione di Vedetta. Sempre nel XVI secolo avviane la costruzione di ambienti all'interno e all'esterno del castello; vengono soprelevati i torrioni e viene impostato il sistema di casamatte sul coronamento. I lavori di ristrutturazione del castello furono eseguiti nella prima metà del Cinquecento da Gian Giacomo dell'Acaya, a cui è attribuita anche la grande sala ennagonale interna al bastione poligonale, mentre nella seconda metà del Cinquecento, dirige i lavori l’architetto napoletano Cesare Caracciolo. Il castello viene inoltre isolato dalla città: vi si accedeva tramite un unico ponte levatoio posto sul lato occidentale rivolto verso la città. Alla fine del XVI secolo si procede con l'incapsulamento del torrione di NE in una struttura a pianta trapezoidale orientata a picco sul fosso del canale tra il castello e il rivellino (ridiventò a pianta circolare nel 1946-47). Nella prima metà del ‘600 viene staccato dalla cortina del castello il puntone/torrione, trasformandosi in rivellino.

Notizie storico-critiche:

  • Una prima struttura fortificata a Gallipoli doveva esistere già da età altomedievale. La prima attestazione documentaria è del XII secolo, in età normanna. Il castello fu ristrutturato più volte e quasi totalmente distrutta durante l’assedio posto nel 1269 da Carlo I d’Angiò.
  • Tra il XIII e il XIV secolo, in età angioina, il castello subì una serie di ampliamenti e ristrutturazioni. Anche in età orsiniana (XV secolo), benché non attestati, vennero probabilmente portati avanti lavori di ristrutturazione.
  • Dopo la presa di Otranto da parte dei Turchi e durante l’anno di dominazione veneziana (1484), si diede avvio a una serie di interventi di rafforzamento del castello, su progetto dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini, portati a termine nel XVI secolo durante la dominazione spagnola.
  • Nel XVIII secolo (1755) crolla improvvisamente il Torrione della Campana (SO), da tempo pericolante.
  • Nel XIX secolo il castello viene escluso dal novero delle piazze forti del Regno, diventa proprietà demaniale e, data la nuova destinazione, subisce qualche ristrutturazione. Fino al XIX secolo il castello mantenne l'aspetto datogli nella prima metà del Cinquecento, mentre sulla cortina che guarda la città, riempito il fossato e interrati gli archi che sostenevano il ponte levatoio, fu addossata l'attuale galleria del Mercato Coperto (1881). La struttura diventa deposito di sali e tabacchi, oltre che sede della Dogana. Nel 1882 diventa sede della 17esima Legione della Guardia di Finanza.
  • Il rivellino fu trasformato in cinema all’aperto.
Bibliografia:
  • Costantini A., Paone M., Guida di Gallipoli. La città, il territorio, l'ambiente., , 1, : Congedo Editore, 1992
  • Cazzato M., Lecce e il Salento 1, Atlante del Barocco in Italia, , Roma: De Luca Editori d'Arte, 2015
  • De Marco M., Gallipoli. Guida storica ed artistica, Gallipoli. Guida storica ed artistica, , Lecce: , 2002
  • Vernole E., Vernole E. a cura di, Il castello di Gallipoli, Il castello di Gallipoli, , Roma: , 1933
  • Palumbo P., Palumbo P. a cura di, Castelli in Terra d’Otranto, Castelli in Terra d’Otranto, , Napoli: , 1973
  • Quarta A., AA. VV. a cura di, Il Torrione Poligonale e lo sviluppo della porzione orientale del Castello di Gallipoli, Defensive Architecture of the Mediterranean, , Alicante: , 2017
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Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • LEBIC000039

Tipologia del bene

Tipo: Fortezza (ambito urbano)

Criterio Identificazione: Complesso architettonico costituito da diversi corpi di fabbrica posti in relazione diretta.

Funzione: 

  • Abitativa/residenziale
  • Difensiva/militare

Condizione Giuridica

Proprietà Stato

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: SABAP-LE (Archite-BA-Pae)

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)
  • Età contemporanea (XIX-XXI secolo)
  • Alto Medioevo (VII-X secolo)
  • Basso Medioevo (XI-XV secolo)

Motivazione: 

  • Analisi delle strutture
  • Bibliografia

Stato di conservazione
  • Restaurato

Criterio di perimetrazione: Si perimetra l'area occupata dalle attuali strutture del castello