Castello Svevo

Il complesso topografico del castello di Bari, indicato come Castello Svevo, è composto dal nucleo trapezoidale più antico, di età normanna, caratterizzato da un cortile centrale, dalle quattro torri che gli si addossano agli spigoli e dalla cinta bastionata di età rinascimentale che lo circonda sui lati E, O e S. Il complesso comprende anche le aree ipogee oggetto di scavo nelle ali N e S che hanno restituito i resti della città bizantina precedenti all'insediamento normanno. Il castello sorge all'estremità nord-occidentale dell'area urbana medievale, con il lato N in origine affacciato sul mare. Indagini archeologiche nelle ali N ed E hanno accertato che l'area della fortezza era precedentemente occupata da un nucleo urbano organizzato di età bizantina che includeva alcune abitazioni e una chiesa con relativo sepolcreto, ipoteticamente identificata con la chiesa di S. Apollinare citata in alcune fonti della prima metà del X secolo. La costruzione del castello fu avviata nel 1131 per iniziativa di Ruggero il Normanno, per essere distrutto, insieme al resto della città, da Guglielmo il Malo nel 1155. Della fase normanna resta l’impianto planimetrico trapezoidale, comune anche ad altri castelli pugliesi coevi, con corpi di fabbrica longitudinali organizzati intorno a un cortile centrale e dotati di alte torri ai lati. Tra il 1233 ed il 1240, sotto la dominazione sveva, il castello fu ristrutturato per iniziativa di Federico II, recuperando la cortina muraria esterna e le torri di età normanna. A questa fase appartengono il portale d’ingresso sul lato O, il vestibolo e la una loggia di accesso al cortile interno, tutti caratterizzati da una spiccata presenza di decoro plastico; un camminamento coperto costituito da un portico con archi a sesto ribassato su pilastri, attualmente inglobato nella muratura E della fase aragonese, che delimitava il camminamento di ronda sul recinto esterno; e infine le due torri poligonali poste in posizione centrale sui lati S e O dell’originario perimetro murario normanno, di cui oggi restano soltanto le basi. All’epoca angioina, tra 1276 e 1280, si data la risistemazione di tutta l’ala N, con la ripresa della cortina muraria esterna con l’inserimento di tre bifore, la creazione del porticato ad arconi ogivali che affacciava sul cortile interno, e l’innalzamento della torre all’angolo del fronte S-O. Questi interventi furono realizzati sotto il comando di Carlo I d’Angiò dal protomagister Pietro D’Agincourt e da Giovanni di Toul. Il passaggio al dominio aragonese nel 1499 segnò una nuova fase di trasformazioni per il complesso fortificato, finalizzate a migliorarne sia gli aspetti residenziali, adeguandolo alle esigenze della nuova corte (con la risistemazione del cortile interno attraverso la scalinata a doppia rampa, la costruzione della cappella dedicata a San Stanislao, protettore della Polonia, e la decorazione delle sale al primo piano), sia quelli difensivi. A questo scopo furono realizzati l’ampio fossato e il possente fronte bastionato. Le nuove mura di cinta, dotate di caditoie, sono a scarpa con fascia superiore rettilinea, sotto la quale si imposta una cornice di coronamento sormontata da una fascia di beccatelli. I lavori sono datati al 1549 da una epigrafe incisa lungo il cornicione di camminamento dei prospetti del cortile interno. Fino alla sua trasformazione in carcere, avvenuta nel 1832, il castello subì ancora altre trasformazioni, soprattutto relativamente ai prospetti, con l’apertura di porte e finestre. Dal 1931, quando fu dismesso il carcere e furono avviati i lavori di restauro, il castello è divenuto sede della Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici e Storici della Puglia.

Bibliografia:
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Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • BABIC000127

Tipologia del bene

Tipo: Castello (ambito urbano)

Criterio Identificazione: Bibliografia

Funzione: 

  • Abitativa/residenziale
  • Difensiva/militare

Condizione Giuridica

Proprietà Stato

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

  • Tipo: Ente MiBAC

    Ente: Polo Museale della Puglia

    Ruolo: Valorizzazione

  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: SABAP-BA (Archite-BA-Pae)

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età contemporanea (XIX-XXI secolo)
  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)
  • Basso Medioevo (XI-XV secolo)

Motivazione: 

  • Bibliografia

Cronologia specifica:

Dal: fine XI Al: XXI

Stato di conservazione
  • Restaurato

Criterio di perimetrazione: Evidenze da ortofoto