Bari (età moderna)

Durante il regno di Ferdinando I d'Aragona, il ducato di Bari passò nel 1464 sotto la signoria degli Sforza di Milano, i quali vi attivarono una piccola corte rinascimentale. In particolare Isabella di Aragona, vedova di Giangaleazzo Sforza e duchessa di Bari dal 1499 si fece promotrice di un programma di rinnovamento, grazie al quale l'attuale piazza Mercantile divenne polo di un nuovo importante sistema viario e fu inglobata all'interno delle mura cinquecentesche. Con il Palazzo del Sedile, l'Arsenale e il Palazzo della Dogana la piazza divenne in età rinascimentale il fulcro intorno al quale ruotava l'intera attività politica, giudiziaria, amministrativa e militare della città. Alla sua iniziativa si legano anche il ripristino del fortino di S. Antonio, l'erezione di una fortificazione a S. Scolastica, la costruzione di torrioni e fortificazioni lungo le mura e una serie di opere di risistemazione ed adattamento del castello e forse l'ampliamento del molo nel porto nuovo. Un lungo tratto murario messo in luce durante recenti scavi del 2004 lungo Corso Vittorio Emanuele II si ritiene che possa riferirsi alla fase angioino-aragonese della fortificazione, la porta individuata a poca distanza da via Corridoni sarebbe da identificare con la porta S. Lucia nota dalle fonti. Ad Isabella successe la figlia Bona che, rimasta vedova di Sigismondo I re di Polonia, si trasferì a Bari e qui fu sepolta nella basilica di S. Nicola nel 1557. Alla sua morte Bari cessò di essere un ducato e tornò sotto il diretto controllo del Regno di Napoli, governato dai vicerè, andando incontro ad un periodo segnato da rivolte, lutti ed epidemie, come le due tremende di peste del 1656 e del 1691. Dal punto di vista urbanistico si segnala l'attività del vescovo Puteo che nel trentennio del suo governo della chiesa cittadina, all'indomani del concilio di Trento, avviò un programma di riordino e di redistribuzione degli edifici religiosi nello spazio urbano, promuovendo il restauro di chiese e monasteri e la fondazione di nuove confraternite. Tra queste si segnala la fondazione del Collegio dei Gesuiti, ai quali fu concessa in dono la chiesa di s. Caterina nei pressi del quartiere moderno e del molo. L'attività di Puteo fu continuata dai suoi successori per tutto il Seicento e provocò la scomparsa di numerosi edifici minori che cedettero il passo agli edifici monastici, che si distribuirono a corona lungo il perimetro esterno della penisola e ai grandi edifici assistenziali quali l'ospedale del Sacro monte della Pietà. Un nuovo polo si consolida intorno alla piazza Maggiore, grazie all'insediamento della Regia Udienza nel palazzo Casamassima, alla costruzione del nuovo Sedile dei nobili, al risanamento della rete viaria nell'area ed all'apertura di una nuova porta a S nel 1612. Dopo la peste del 1656 e per tutto il Settecento fu ancora l'edilizia monastica ad essere interessata da rinnovamenti ed incrementi. Tra le nuove fondazioni si segnala il monastero delle Carmelitane Scalze, S. Teresa delle Donne, demolito nel 1938 ed il conservatorio dell'Annunziata. Con l'affermazione di Carlo III di Borbone nelle varie guerre dinastiche nel 1734, Bari conobbe un governo illuminato ed un periodo di relativa tranquillità. Una forte impronta barocca si rileva in alcune costruzioni sorte nel quartiere meridionale come la chiesa di S. Teresa dei Maschi (1690-1710), la chiesa del Gesù (1740-1750) e quella di s. Michele (1745) associata al convento dei Celestini, che si ispira non a modelli della tradizione monastica ma di edilizia nobiliare. Infatti insulae monastiche e casa palazziate sono accomunate da una simile genesi legata all'accorpamento di più unità definite da prospetti a più piani, caratterizzati da asimmetrie e irregolarità, che finiscono spesso per modificare l'orientamento dei vicoli. Alla fine del Settecento la necessità di una maggiore razionalità abitativa ed urbanistica, impossibile da stabilire nel borgo antico così densamente stratificato, spinge alla ricerca di nuovi spazi: al 1790 si data la prima richiesta di autorizzazione alla creazione di un nuovo borgo fuori dalle mura.

Bibliografia:
  • AA. VV., Tateo F. a cura di, Storia di Bari nell'antico regime, Storia di Bari nell'antico regime, 2, Roma-Bari: , 1992
  • AA. VV., Tateo F. a cura di, Storia di Bari dalla conquista normanna al ducato sforzesco, Storia di Bari dalla conquista normanna al ducato sforzesco, , Roma-Bari: , 1990

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • BABIS000024

Tipologia del bene

Tipo: Città

Funzione: 

  • Sacra/religiosa/culto
  • Produttiva/lavorazione/artigianale
  • Difensiva/militare
  • Portuale
  • Abitativa/residenziale

Condizione Giuridica

Proprietà mista

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: SABAP-FG (Archite-BA-Pae)

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Soprintendenza Archeologia della Puglia

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)

Motivazione: 

  • Bibliografia

Cronologia specifica:

Dal: XVI sec. d.C. Al: XVIII d.C.

Stato di conservazione
  • Conservato parzialmente

Dimensioni in Mq: 300000.00

Criterio di perimetrazione: Evidenze da ortofoto

Tipo Fruibilità: Attrezzato per la fruizione