Castello

Le prime notizie sul castello risalgono all’inizio del Cinquecento, quando il feudatario Alfonso dell’Acaya, all'interno del preesistente abitato medievale di Segine, poi divenuto Acaya, fece ricostruire alcune delle torri del complesso fortificato, tra cui certamente quella di nord-est (1506). Il figlio, Gian Giacomo, munì la precedente struttura di nuove cortine e di un baluardo per controllare la porta di accesso alla piazzaforte. I lavori di ristrutturazione del borgo e del castello, già avviati quindi dal padre di Gian Giacomo, terminarono nel 1536. L'edificio si presenta come un quadrilatero ai cui vertici si inseriscono i bastioni, di forma bassa e robusta. In direzione N-W e S-E si innestano due speroni di forma triangolare che, con il loro profilo, meglio si adattavano a deviare eventuali attacchi provenienti da armi da fuoco; ai due lati opposti si innestano invece possenti torrioni circolari. Tutti i bastioni posseggono cannoniere, a tutti i livelli. Presso l’angolo di sud-est, Gian Giacomo fece edificare un baluardo a forma di lancia, con scarpatura e cannoniere su due livelli, dove venne sperimentata per la prima volta la difesa radente. Il castello si organizza intorno ad un grande cortile, dove sono stati individuati alcuni silos per il grano. Al piano terra si segnalano ambienti di servizio affacciati sul cortile. Sul lato destro una piccola scalinata porta ad una antica scuderia, nota come “stallone grande”, poi trasformata in frantoio oleario, che tuttavia conserva le mangiatoie per i cavalli. Le carceri si trovavano al di sotto delle scale che portano al piano superiore; le pareti sono tuttora ricoperte dai graffiti realizzati dai prigionieri. Al piano superiore, l’ultimo ambiente sul lato che prospetta il fossato di cinta conduce alla torre di sud-ovest (1500), costituita all’interno da due casamatte sovrapposte che comunicano attraverso un’apertura circolare. L’esterno della torre presenta un coronamento a beccatelli ed archetti e la parte rivolta verso il fossato conserva l’arme di Alfonso dell’Acaya. La facciata a sud, sotto l’ultimo cordone marcapiano, conserva l’arme di Gian Giacomo. La sala più grande del castello è accessibile dalla porta di fronte alla scala che conduce al primo piano: con ogni probabilità si tratta di una sala di rappresentanza, dove i baroni amministravano la giustizia. In fondo, sulla destra, si passa nella sala quadrata, sulla cui volta è affrescata l’arme di Carlo V. Sul lato opposto, dopo due ambienti contigui, l’innesto con la torre di nord-est (1506), dove si trova la sala ennagonale, raggiungibile attraverso un corridoio stretto e lungo. La sala è una casamatta con copertura a falsa cupola ribassata, dotata di feritoie e cannoniere. L’ambiente deve aver avuto una particolare valenza residenziale, a giudicare dal fregio figurato che corre su tutte le pareti, in corrispondenza del piano d’imposta della copertura, e dai sedili in pietra visibili ai lati di due aperture nello spessore del muro. Il lungo fregio costituisce un repertorio dei motivi “classici” più importanti del primo Rinascimento salentino: sfingi, leoni alati, grifoni, sirene, mascheroni fitomorfi, avvoltoi, putti reggi-festoni, cornucopie. Con ogni probabilità fu eseguito dal “mastro Angelo di Corigliano”. Il castello, venduto dai Vernazza alla famiglia Onofrio Scarciglia da Lecce e poi alla famiglia Rugge, è stato infine acquistato dall'Amministrazione Provinciale di Lecce.

Bibliografia:
  • Cazzato M., Lecce e il Salento 1, Atlante del Barocco in Italia, , Roma: De Luca Editori d'Arte, 2015
  • Costantini A., Guida di Acaya. Città, campagna, Cesine, Guida di Acaya. Città, campagna, Cesine, , Galatina: Congedo Editore, 1990

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • LEBIC000007

Tipologia del bene

Tipo: Fortezza (ambito urbano)

Criterio Identificazione: Bibliografia e analisi delle strutture

Funzione: 

  • Difensiva/militare
  • Abitativa/residenziale

Condizione Giuridica

Proprietà Ente pubblico territoriale

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: Tutela

  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BR-LE

    Ruolo: Tutela

Periodo:

  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)

Motivazione: 

  • Analisi delle strutture
  • Bibliografia

Cronologia specifica:

Dal: XVI Al: XVI

Stato di conservazione
  • Restaurato

Criterio di perimetrazione: Attraverso cartografia