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Il castello di Taranto, detto Castel S. Angelo, sorge sull’estremo angolo sudorientale dell’isola su cui sorge la città vecchia, affacciato sul Mar Grande a sud e ad est sul Canale Navigabile che immette dal mare aperto nel vasto golfo interno noto come Mar Piccolo. La configurazione attuale del complesso è databile alla fine del XV secolo, ed è frutto di un progetto organico di trasformazione delle strutture difensive della città che comprese, oltre alla costruzione del nuovo Castello, anche il taglio dell’istmo ad est (con la realizzazione del canale) e la conseguente trasformazione del promontorio sede dell’acropoli della città antica in un’isola (l’attuale Città Vecchia), che viene munita lungo quasi tutto il suo perimetro con una cinta muraria bastionata. Il castello aragonese (localizzato in un’area intensamente frequentata sin dall’VIII secolo a.C. e interessata dalla presenza di un bastione delle mura di età greca, realizzato verosimilmente tra IV e III secolo a.C.), si imposta sui resti di una fortificazione precedente la cui prima fase risale almeno ad età bizantina. Recenti scavi archeologici (condotti tra il 2007 ed il 2011) hanno permesso di individuare i resti di tre torri databili al X secolo (di ognuna delle quali è stato rinvenuto un angolo formato da due setti murari ortogonali), pertinenti al lato orientale della cinta bizantina. Le torri sono allineate in senso N/S e realizzate in blocchi di grandi dimensioni (di reimpiego) allettati con malta. I loro resti sono stati individuati, rispettivamente, al di sotto delle ali meridionale e settentrionale del castello e negli scantinati della galleria Comunale (situata all’interno dell’avancorpo settentrionale, a ridosso di via Duomo). La documentazione archeologica conferma i dati provenienti dallo studio delle fonti storiche ed epigrafiche di età bizantina, che attestano a Taranto la presenza di un kastron (anche se tale termine, più che un vero e proprio castello, indica più genericamente un luogo fortificato). Ad età sveva si datano invece i resti di una torre a pianta poligonale in grandi blocchi rinvenuta sempre al di sotto dell’ala settentrionale del castello, in corrispondenza dell’ambiente denominato Ex Sala Restauro. Tale torre ha inglobato la preesistente e analoga struttura bizantina; ad est di essa sono stati individuati i resti della coeva cinta muraria perimetrale con profilo a scarpa. Sempre al di sotto della Ex Sala Restauro sono stati rinvenuti i resti murari pertinenti all’angolo NE di una torre angolare con scala interna, databile dai materiali ad un periodo compreso tra il XIII ed il XIV secolo. La presenza di tali fortificazioni (complessivamente databili tra l’età bizantina e quella angioina) testimonia la costante esigenza di controllare l’accesso al lato più esposto (quello prospiciente l’istmo che lo collegava alla terraferma) del promontorio su cui sorgeva la città medievale e la principale via di accesso ad essa (la cui esistenza è postulata sullo studio dell’orientamento degli edifici della zona sin dall’età greca). L’esistenza di un castello in età sveva ed angioina è attestata anche dalle coeve fonti storiche: un ordine dell’imperatore Federico II, databile al 1240 ne dispone alcune riparazioni, costituendo peraltro l’unica descrizione nota del fortilizio di età pre – aragonese, dalla quale sembra si possa dedurre che la fortezza presentasse pianta quadrangolare con torri angolari. In età angioina il castello fu teatro di alcuni importanti avvenimenti: qui il figlio di cinque anni di Maria d’Enghien fu nominato principe di Taranto con il nome di Luigi II; poco tempo dopo, nella cappella di Santa Maria (poi dedicata a San Leonardo) fu contratto il matrimonio tra la stessa Maria d’Enghien e Ladislao di Durazzo. Durante il dominio aragonese il re di Napoli, Ferdinando d'Aragona, nell’ambito di un vasto piano di ammodernamento delle difese del regno, commissionò la costruzione (o, più precisamente, la ricostruzione) del castello di Taranto, che tra il 1481 e il 1492 venne riedificato secondo un progetto elaborato dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini. Il corpo principale è costituito da un complesso a pianta quadrangolare articolato intorno ad un vasto cortile centrale, delimitato ai vertici da quattro torrioni a pianta circolare congiunti da larghe cortine e baluardi, e da due appendici laterali. Quella meridionale, a pianta triangolare (il cosiddetto rivellino) e rivolta verso il mare, costituisce il mastio dell’intero castello, con funzione esplorativa dell’orizzonte. L’appendice settentrionale presentava la forma di un triangolo allungato, con il vertice proteso verso nord per inglobare un quinto torrione, quello di Sant’Angelo, realizzato dalla municipalità cittadina; l’accorpamento di tale torre (originariamente ideata per far parte di una cerchia cingente l’intero perimetro dell’isola) al complesso originario del castello ne conferì la caratteristica pianta ad “aquilone”, con la coda rivolta verso nord. Le torri, alte circa 21 metri e con un diametro di circa 18 metri, presentano una base a scarpa si cui si ergeva il fusto cilindrico coronato da un basso parapetto, coronato da merli e sporgente su archetti di sostegno detti “beccatelli”; procedendo da nord verso sud, le tre rivolte ad est ricevettero il nome di Sant’Angelo, San Lorenzo, San Cristoforo, mentre le due poste ad ovest furono chiamate Annunziata e Bandiera; i bastioni che le univano erano anch’essi coronati da merli. Il castello era completamente circondato da un fossato, ora interrato, che girava da Mar Grande verso Nord fin quasi all’altezza dell’attuale Ponte Girevole. Il collegamento tra il suo ingresso (rivolto ad ovest) e la città era garantito da un ponte levatoio, detto dell’Avanzata; un analogo apprestamento (detto il ponte del Soccorso), collegava la fortezza con la terraferma ad est, oltrepassando il canale che aveva tagliato l’istmo. Nel 1502, sotto il dominio spagnolo e su progetto del senese Tiburzio Spannocchi furono ampliate le piattaforme sommitali per facilitare il movimento e uso dell'artiglieria. La fisionomia del Castello rimase quindi sostanzialmente inalterata fino al 1883 quando, in occasione dello scavo del Canale Navigabile, fu demolito il torrione Sant’Angelo. Attualmente un ponte in muratura sostituisce oggi il vecchio ponte levatoio e congiunge il complesso con la Piazza del Municipio; un altro ingresso si trova tra i due torrioni sulla cortina orientale, al livello del mare. Tutti gli ambienti che formano il complesso sono coperti a volta; il lastrico solare, che ha subito diverse trasformazioni, è costituito da una serie di terrazze comunicanti. Dal 1887 il castello è sede del Comando Difesa della Marina Militare. A partire dai primi anni del 2000 è stato oggetto di campagne sistematiche di restauro e di scavo archeologico (dal 2007). Contestualmente è stato aperto al pubblico dalla Marina, ed è aperto alla visita di gruppi organizzati.
Notizie storico-critiche:
- A partire dai primi anni del 2000 è stato oggetto di campagne sistematiche di restauro e di scavo archeologico (dal 2007). Contestualmente è stato aperto al pubblico dalla Marina, ed è aperto alla visita di gruppi organizzati.
- Nel 1887 il castello divenne sede del Comando Difesa della Marina Militare
- nel 1883, in occasione dello scavo del Canale Navigabile, fu demolito il torrione Sant’Angelo.
- Nel 1700 il castello viene utilizzato come carcere
- Durante il dominio aragonese il re di Napoli, Ferdinando d'Aragona, nell’ambito di un vasto piano di ammodernamento delle difese del regno, commissionò la costruzione (o, più precisamente, la ricostruzione) del castello di Taranto, che tra il 1481 e il 1492 venne riedificato secondo un progetto elaborato dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini.
- L’esistenza di un castello è invece esplicitamente affermata da fonti di età sveva: un ordine dell’imperatore Federico II databile al 1240 ne dispone alcune riparazioni, costituendo peraltro l’unica descrizione nota del fortilizio di età pre – aragonese, dalla quale sembra si possa dedurre che la fortezza presentasse pianta quadrangolare con torri angolari. In età angioina il castello fu teatro di alcuni importanti avvenimenti, tramandati dalle fonti: qui il figlio di cinque anni di Maria d’Enghien fu nominato principe di Taranto con il nome di Luigi II; poco tempo dopo, nella cappella di Santa Maria (poi dedicata a San Leonardo) fu contratto il matrimonio tra la stessa Maria d’Enghien e Ladislao di Durazzo. Recenti scavi archeologici hanno rinvenuto strutture pertinenti al castello di età sveva ed angioina
- Il primo nucleo del castello risale ad età bizantina, edificato quasi certamente in concomitanza con la ricostruzione, effettuata per volere dell’imperatore Niceforo Foca, della città distrutta dai Saraceni; di tale fortificazione sono state recentemente rinvenute le tracce archeologiche. Sia le fonti storiche che quelle epigrafiche di età bizantina tuttavia non menzionano esplicitamente un castello, limitandosi a definire Taranto come kastron e quindi, genericamente, come luogo fortificato
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Scheda
- TABIC000030
Tipologia del bene
Tipo: Castello (ambito urbano)
Criterio Identificazione: Dati bibliografici
Funzione:
- Abitativa/residenziale
- Difensiva/militare
Condizione Giuridica
Proprietà Stato
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Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Ente: SABAP-LE (Archite-BA-Pae)
Ruolo: Tutela
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elemento contenuto in - Sito
Periodo:
- Età moderna (XVI -XVIII secolo)
- Alto Medioevo (VII-X secolo)
- Basso Medioevo (XI-XV secolo)
- Età contemporanea (XIX-XXI secolo)
Motivazione:
- Bibliografia
Cronologia specifica:
- Integro
Criterio di perimetrazione: Ortofoto 2013