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Il castello di Sant'Agata sorge su di un rilievo molto elevato, a 750 metri s.l.m., ma la sua conformazione a cono quasi perfetto e la posizione strategica, a controllo della valle del Calaggio, dello sbocco dei valichi campani verso la Puglia e a confine tra Daunia, Irpinia e Lucania, hanno suggerito fin dall'età romana, lo spianamento della parte sommitale del monte e il suo sfruttamento come sede di fortilizi difensivi che potevano, così, godere di una posizione realmente dominante il centro abitato, ma soprattutto dalla quale si abbracciava con la vista il territorio circostante per diverse decine di chilometri. Non a caso Sant'Agata era definita lo “spioncino di Puglia” o “loggia delle Puglie”. La fabbrica originale era d'impianto quadrangolare, successivamente fu ampliata e accresciuta fino alla trasformazione nel XVII-XVIII secolo in palazzo signorile. Sant'Agata fu un importante Gastaldato longobardo sotto la cui influenza ricadevano ampi territori e altri centri fortificati; sembrerebbe risalire al periodo della presenza longobarda in Capitanata e poi della riconquista bizantina. L'importanza del centro e la possibilità di sfruttare le fortificazioni precedenti, ne farà oggetto di interesse da parte dei successivi dominatori del territorio dauno; fu importante teatro di diverse vicende che videro coinvolti le più importanti personalità della nobiltà normanna. Nella seconda metà dell'XI secolo Abagelardo, nipote del Duca Roberto il Guiscardo, con suo cognato Gradelone, tentò di sollevare contro il Duca molte città della Puglia usando come sua base la Rocca Sant'Agata. Roberto il Guiscardo per porre fine a questa insurrezione mosse alla cattura di Abagelardo assediando la Rocca che si arrese nel 1079. Nel 1086 era padrone della Rocca il Duca Ruggiero d'Altavilla figlio di Roberto il Guiscardo al quale seguirono gli eredi Brittone, Rainolfo, suo figlio Ioele e Riccardo figlio di quest'ultimo, i quali saranno padroni della Rocca fino al 1133; proprio nel 1133 il Re normanno Ruggiero II volle e prese a Riccardo la fortezza di Sant'Agata, per il fatto che, posto su inaccessibile monte, dominava quasi tutta la Puglia, che egli di là poteva difendere in grandissima parte. Il centro fu poi sfruttato dagli Svevi prima (Federico II ne fece una Castellania e inserì la rocca nel gruppo dei castra exempta, alla cui riparazione e mantenimento, nello Statutum de reparatione castrorum, dovettero contribuire, a più riprese, diversi abitati circostanti), e dagli Angioini poi, fino a divenire residenza ducale in epoca aragonese, con gli Orsini. Con gli Orsini il Castello subì le prime modifiche divenendo residenza ducale, poi con i Loffredo perdette man mano le sue antiche strutture e divenne residenza marchesale. Nonostante i rifacimenti sono ancora ben visibili alcuni tratti delle cortine murarie e due delle diverse torri troncoconiche che dovevano controllarle. La pianta è rettangolare, con muro di cinta in cui possono ancora vedersi quattro torrette di forma prismatica e troncoconica; mirabile è il grande portale in pietra rosa rigato con arco sormontato da due animali marini e lo stemma della famiglia Loffredo. I resti che si possono oggi analizzare presentano uno stato di conservazione non ottimale; la spianata sulla quale sorge oggi il castello ospita tracce di murature legate all'originario impianto difensivo. Nei tratti in cui si è conservato, questo sembra composto di pietrame di diversa natura: ciottoli di fiume spaccati o sbozzati solo nella faccia vista e blocchetti lapidei più o meno squadrati: una tecnica identica a quella impiegata per la messa in opera delle torri troncoconiche. Queste cortine presentano uno spessore variabile, che supera comunque il metro e mezzo. Da notare la presenza di successivi interventi di scarpatura o di raddoppio di alcuni tratti di cortina, individuabili per la diversa composizione dei paramenti, nei quali trovano posto filari regolari di laterizi, invece assenti nel corpo principale. I torrioni presentano una forma troncoconica nella parte bassa, mentre sembrerebbero proseguire in forma cilindrica nella parte sommitale. A tre quarti circa dell'altezza della parte inferiore della scarpata, si caratterizzano, all'interno, per un vano quadrangolare, lungo 2,2 metri, largo 2 metri e alto circa 2 metri, al di sopra del quale il torrione continua adottando il profilo cilindrico. Essendo prive di intonaco, nelle varie strutture esterne sono ancora visibili buche pontaie e feritoie. Per quel che riguarda il palazzo interno, esso si erge per un'altezza di gran lunga superiore rispetto alla cortina esterna. Lo stato di conservazione è nettamente migliore ed è possibile vedere anche la copertura con tegole. L'impianto è dotato di quattro torri angolari quadrangolari al centro delle quali si trova un'ampia finestra di fattura moderna, mentre nella cortina muraria che unisce le due torri che danno sul paese è inserita una serie di cinque finestre. La corte interna del palazzo è caratterizzata da una pavimentazione in pietre sparse. Nel cortile è presente una loggetta con archi a tutto sesto nelle quali si innesta anche la scala in muratura che conduce al primo piano. Il palazzo è stato interessato da lavori di restauro evidenti anche nel rifacimento dei vari infissi, tutti di fattura contemporanea. Nel 2000 il complesso fortificato è stata acquistato dal comune di Sant'Agata di Puglia.
- De Vita R., Castelli, torri ed opere fortificate di Puglia : Adda Editore, 1974
- Maruotti G., S. Agata di Puglia nella Storia Medievale, ,1981
- Licinio R., Castelli medievali. Puglia e Basilicata, dai Normanni a Federico II e Carlo d’Angio`, Castelli medievali. Puglia e Basilicata, dai Normanni a Federico II e Carlo d’Angio`, , Bari: , 1994
- Lorusso, E., La torre a cavaliere di Bovino, La torre a cavaliere di Bovino, , Foggia: Claudio Grenzi Editore, 1995
Scheda
- FGBIC000054
Tipologia del bene
Tipo: Castello (ambito urbano)
Criterio Identificazione: Complesso architettonico costituito da diversi corpi di fabbrica posti in relazione diretta.
Funzione:
- Abitativa/residenziale
- Difensiva/militare
Condizione Giuridica
Proprietà Ente pubblico territoriale
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Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG
Ruolo: Tutela e Valorizzazione
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elemento contenuto in - Sito
Periodo:
- Età contemporanea (XIX-XXI secolo)
- Età moderna (XVI -XVIII secolo)
- Basso Medioevo (XI-XV secolo)
Motivazione:
- Bibliografia
- Conservato parzialmente
- Restaurato
Criterio di perimetrazione: Evidenze da ortofoto