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Architettura religiosa medioevale

A cura di: Redazione CartApulia

Partiamo dalla provincia di Foggia osservando l’importanza delle vie di pellegrinaggio durante il Medioevo con una visita al Santuario di San Michele Archangelo, al quale si legano una serie di complessi religiosi nelle vicinanze, rifugio dei pellegrini provenienti da terre lontane. Tra questi l’Abbazia di San Leonardo in Lama Volara a Manfredonia. Procedendo verso Bari troviamo grandiosi esempi di architettura romanica come la Cattedrale di Troia, in quella di Andria e la chiesa di Santa Maria Assunta a Trani caratterizzate da un rosone e dalle tipiche finestre bifore e monofore.

La Basilica di San Nicola a Bari custodisce le preziose reliquie del santo di Myra ed eccezionali opere d’arte medievale. Nell’arco dei secoli molte chiese hanno subito numerose ricostruzioni, come nel caso della Cattedrale di San Cataldo a Taranto. Spostandoci lungo la fascia adriatica meridionale, incontriamo nell’agro di Fasano la Chiesa di San Pietro Veterano o Tempietto di Seppannibale, di età altomedievale.

Nel Complesso conventuale di Santa Maria del Casale a Brindisi spicca, negli affreschi, il tema ricorrente dell’Apocalisse e poi scorrendo verso Lecce ci imbattiamo nell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, uno dei siti di età medievale tra i più noti del territorio. Giunti nel Salento meridionale infine visitiamo la chiesa del Complesso della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina, unica per il pregio dei suoi affreschi.

Santa Maria di Devia

Il Monte d’Elio è uno dei luoghi più suggestivi e magici del Gargano; si trova poco distante da Sannicandro Garganico e dall’alto di questa lieve altura è possibile ammirare non solo la natura incontaminata tutt’attorno, ma anche la laguna di Lesina. Un posto davvero ideale per rigenerarsi in mezzo al verde, ma anche per godere delle bellezze artistiche del territorio. Qui, infatti, si trovano i resti di un’antica città slava: Devia, le cui origini risalgono all’XI secolo. Tra le rovine dell’abitato spicca una chiesetta: Santa Maria di Devia, probabilmente costruita a partire dal 1100. Guardala attentamente: ha una pianta regolare, linee pulite e semplici, nessuna particolare decorazione scultorea. In quale stile è stata realizzata secondo te? Esatto! Romanico, lo stile architettonico tipico di molti edifici religiosi pugliesi dello stesso periodo. All’interno le pareti sono ricoperte da affreschi dai tenui colori pastello, che artisti duecenteschi eseguirono ispirandosi all’arte bizantina.

Santuario di San Michele arcangelo a Monte Sant'Angelo

Tra i beni UNESCO patrimonio dell’umanità presenti in Puglia c’è anche il santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo, sul Gargano. Devi sapere che il cuore del luogo di culto si trova all’interno di una grotta e ha origini molto antiche. Tra V e VI secolo il vescovo di Siponto, Lorenzo Maiorano, in seguito a ben tre apparizioni dell’Arcangelo Michele, fece costruire al di sopra della grotta un santuario. Nei secoli successivi i Longobardi, che all’epoca governavano questi territori e che consideravano il Santo il loro dio guerriero protettore, fecero del santuario uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio. Anche i Normanni, gli Svevi e gli Angioni se ne presero cura e lo arricchirono di nuovi apparati decorativi, riorganizzandone in parte gli spazi. L’intero edificio di culto può essere diviso in due parti: al livello superiore ci sono il portale di accesso e il campanile, sotto la grotta, il Museo e altre cripte scavate nella roccia, sulle cui pareti si possono vedere i segni e le iscrizioni lasciate dai pellegrini come testimonianza del loro passaggio.

Abbazia di San Leonardo in Lama Volara a Manfredonia

Prima di arrivare a Manfredonia, c’è un posto che devi assolutamente vedere: l’abbazia di San Leonardo in Lama Volara. Furono i Canonici Regolari di Sant’Agostino, un ordine di monaci, a costruirla intorno all’anno Mille. Qui venivano accolti e ospitati i pellegrini che si recavano al santuario di San Michele Arcangelo e i cavalieri crociati che da Manfredonia partivano per la Terra Santa. Il complesso architettonico è formato da tre edifici: la chiesa, il monastero e l’ospedale. La chiesa, in particolare, è ben nota non solo per il portale d’ingresso, uno dei più belli in stile romanico pugliese, ma per un fenomeno astronomico che si ripete ogni anno il giorno del solstizio d’estate: il 21 giugno. Attraverso un piccolo rosone che si apre nella volta, i raggi del sole, a mezzogiorno in punto, penetrano nella chiesa e cadono dritti in corrispondenza di una croce incisa nel pavimento. Ogni anno turisti e appassionati di astronomia affollano la chiesa per assistere al rito che si ripete

Cattedrale di Troia

C’è un piccolo centro in Capitanata dove puoi ammirare una delle cattedrali romaniche più belle di Apulia: Troia. Fu fondata dal vescovo Girardo nell’XI secolo; se vista dall’alto, ha una pianta “a croce”. La prima cosa che balza agli occhi guardando la sua facciata è il rosone; sembra quasi un merletto di pietra perché le decorazioni sono state scolpite con la tecnica del traforo. Se poi ti avvicini alle due porte bronzee, della facciata e del fianco destro, non puoi non riconoscere la maestria dello scultore che le ha realizzate: un certo Oderisio da Benevento. Sulle formelle che le compongono sono rappresentati alcuni episodi relativi alla storia di Troia e dei suoi santi patroni. All’interno l’atmosfera che si respira è austera e sacrale. La chiesa è suddivisa in tre navate da colonne in granito e pietra, tutte di reimpiego. Il presbiterio, cioè lo spazio in fondo alla navata centrale, termina con una sola abside.

Cattedrale di Trani

Prima di arrivare a Manfredonia, c’è un posto che devi assolutamente vedere: l’abbazia di San Leonardo in Lama Volara. Furono i Canonici Regolari di Sant’Agostino, un ordine di monaci, a costruirla intorno all’anno Mille. Qui venivano accolti e ospitati i pellegrini che si recavano al santuario di San Michele Arcangelo e i cavalieri crociati che da Manfredonia partivano per la Terra Santa. Il complesso architettonico è formato da tre edifici: la chiesa, il monastero e l’ospedale. La chiesa, in particolare, è ben nota non solo per il portale d’ingresso, uno dei più belli in stile romanico pugliese, ma per un fenomeno astronomico che si ripete ogni anno il giorno del solstizio d’estate: il 21 giugno. Attraverso un piccolo rosone che si apre nella volta, i raggi del sole, a mezzogiorno in punto, penetrano nella chiesa e cadono dritti in corrispondenza di una croce incisa nel pavimento. Ogni anno turisti e appassionati di astronomia affollano la chiesa per assistere al rito che si ripete.

Cattedrale di Andria

La cattedrale di Andria, dedicata a Santa Maria Assunta, fu costruita in età normanna, nel XII secolo, al di sopra di una precedente chiesa, l’attuale cripta. Qualche secolo dopo, nel Quattrocento, per volere del duca di Andria Francesco del Balzo, la chiesa fu internamente risistemata e furono aggiunte delle cappelle. Una di queste custodisce una reliquia della croce di Gesù che fu donata alla chiesa dalla contessa Beatrice d’Angiò, quando andò in sposa a Beltrando del Balzo signore di Andria. Accanto alla cattedrale c’è una torre campanaria, probabilmente costruita al di sopra di una torre più antica, mentre addossata al fianco meridionale c’è una guglia, una sorta di piedistallo, con sopra la statua di San Riccardo. Pare che nel 1741 gli andriesi, disperati per un’invasione di locuste che avevano colpito la città, si rivolsero al Santo affinché mettesse fine alla sciagura. Nella cripta della cattedrale sono custodite le spoglie delle due mogli di Federico II: Jolanda di Brienne e Isabella d’Inghilterra.

Duomo di San Corrado a Molfetta

Il duomo di Molfetta si trova ai margini del borgo antico, di fronte al porto. Fino a non molti decenni fa, prima che venisse costruita la banchina portuale, l’acqua del mare lambiva la scogliera su cui sorge. I lavori di costruzione iniziarono intorno alla metà del XII secolo, dopo la morte di San Corrado, duca di Baviera e patrono della città, che pare si fosse ritirato per vivere come un eremita in un insediamento rupestre vicino Modugno. Proseguirono poi tra restauri e trasformazioni nei secoli successivi. La navata centrale della chiesa è coperta da tre cupole in asse ricoperte da strutture a piramide, mentre le navate laterali sono coperte da tetti a spiovente costruiti con le chiancarelle, le lastre di pietra con cui sono fatti anche i trulli pugliesi. In corrispondenza dell’abside si innalzano ai lati due torri perfettamente uguali. Se guardi i muri esterni che circondano la chiesa noterai delle strane mensole con teste umane e animali. Sembra quasi vogliano sussurrare qualcosa ai passanti!

Cattedrale di Ruvo

Tra i posti imperdibili da visitare a Ruvo di Puglia c’è senza dubbio la cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, una delle chiese romaniche più belle di Puglia. Si trova nel centro storico e la cosa strana è che il sagrato, cioè lo spazio antistante la chiesa, è leggermente più basso rispetto alle strade attorno. Fu costruita tra il XII e il XIII secolo per volere del signore di Ruvo Roberto II di Bassaville e del vescovo Daniele. Sembra una grande capanna in pietra con il tetto a punta, vero? Al centro della facciata ci sono ben tre portali d’accesso e quello al centro è affiancato da due colonne che sostengono due grifi e poggiano su due leoni. La parte sommitale è occupata da un grande rosone. All’interno la chiesa è divisa in tre navate (corridoi) separate da colonne con capitelli tutti scolpiti. C’è anche uno spazio sotto la chiesa da scoprire; qui gli archeologi hanno ritrovato muri, tombe e mosaici che dimostrano che quest’area fu abitata dall’età peucezia a quella medievale.

Cattedrale di San Valentino di Bitonto

Visitare la cattedrale di Bitonto equivale a fare un viaggio a ritroso nel tempo; essa infatti sorge in un’area frequentata dall’età preromana a quella medievale. È una delle più note cattedrali romaniche di Apulia ed è molto simile alla basilica di San Nicola di Bari, di cui rappresenta una copia più piccola. Fu costruita in età normanna tra XI e XII secolo. Al di sotto della cattedrale vi è una cripta da cui si accede ad una chiesa più antica, costruita intorno al V-VI secolo. In uno degli ambienti scavati gli archeologi hanno trovato un mosaico che raffigura un grifone, una creatura leggendaria con il corpo d’aquila e la testa di leone. All’interno la chiesa è divisa in tre navate; l’elemento architettonico più particolare tra tutti è l’ambone in marmo, il pulpito da cui si recitavano le letture sacre. Sulla fronte c’è una figura umana che regge un’aquila, mentre sul retro sono scolpiti i quattro evangelisti e gli imperatori svevi Federico Barbarossa, Enrico VI, Federico II e suo figlio Corrado.

Basilica di San Nicola di Bari

Mille anni fa, dove oggi si trova la basilica di San Nicola, sorgeva il palazzo del Catapano, ovvero il governatore dell’Impero Romano d’Oriente. Quando nel 1087 giunsero a Bari le reliquie di San Nicola, che alcuni marinai baresi avevano trafugato in Turchia, l’abate benedettino Elia diede ordine di abbattere il palazzo del catapano e far costruire una basilica. Due anni dopo la cripta, cioè la chiesa sotterranea dove ancora oggi sono custodite le reliquie del Santo, era già pronta; fu poi il suo successore, l’abate Eustazio, a completare i lavori. Se guardi la facciata principale, noterai che è asimmetrica, questo perché furono riutilizzate alcune parti del palazzo, come le torri laterali. Il portale maggiore è incorniciato da due colonne sorrette da buoi, mentre sulla facciata laterale sono scolpiti accanto a delle croci i nomi dei 62 marinai sepolti attorno alla basilica. All’interno la chiesa, a tre navate, è maestosa e ricca di arredi scultorei, come la cattedra in pietra dell’abate Elia.

Cattedrale di Altamura

Nel punto in cui un tempo si incrociavano il cardo e il decumano, le due principali strade della città romana di Altamura, sorge oggi la cattedrale dedicata a S. Maria Assunta. Fu Federico II a ordinarne la costruzione nel 1230; secondo una leggenda volle in questo modo ringraziare la città in cui alcuni suoi soldati, malati di malaria, erano guariti. Ovviamente l’edificio che vedi adesso non è lo stesso di quello costruito in età federiciana, ma ha subito così tanti rimaneggiamenti nel corso dei secoli che è un insieme di stili: soprattutto romanico e gotico all’esterno, barocco all’interno. Tre sono gli elementi della facciata principale che ti invito ad osservare con attenzione: le due torri campanarie; il magnifico rosone e il portale d’ingresso, ricco di sculture e decorazioni a tema biblico e posto tra due leoni in pietra. Se l’esterno della cattedrale è rigido e lineare, l’interno è invece un tripudio di sculture, altari, dipinti… il tutto ricoperto da un soffitto in legno rivestito da brillanti stucchi in oro.

Chiesa di San Pietro Veterano o Tempietto di Seppannibale

Tra Fasano e Monopoli, a pochi chilometri da Egnazia, si trova un’area archeologica che negli anni scorsi, grazie alle ricerche condotte da un gruppo di archeologi, ha rivelato un pezzo di storia di questo angolo di Puglia. Qui sorge la cosiddetta Masseria Seppannibale Grande, nome che deriva dalla contrazione di Giuseppe Annibale Indelli, uno dei suoi proprietari. La masseria venne costruita al di sopra dei resti di un villaggio altomedievale, che a sua volta aveva occupato gli spazi di una precedente villa romana. Intorno all’VIII secolo d.C., accanto al villaggio, venne innalzata una chiesetta, un tempo dedicata a San Pietro Veterano e oggi nota come Tempietto di Seppannibale. L’edificio ha una forma quadrata ed è coperto da un tetto con due cupolette. Dalla grata all’ingresso puoi provare a sbirciare all’interno e ammirare quel che resta dei meravigliosi e colorati affreschi che ricoprono le pareti e che raffigurano diversi episodi biblici.

Cattedrale di Ostuni (Chiesa di Santa Maria Assunta)

Sul più alto dei tre colli su cui sorge Ostuni si trova la cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta. Fu il vescovo Nicola Arpone, verso la metà del Quattrocento, a farla costruire; è raffigurato inginocchiato, davanti al trono su cui siede la Vergine con in braccio il bambino, nella lunetta che si trova sopra l’ingresso principale. La facciata della basilica è imponente e ha una strana forma. Avete presente le spalliere dei letti a baldacchino dei palazzi nobili? Ecco, questa facciata sembra un’enorme spalliera in pietra. Al di sopra di ciascuno dei tre ingressi c’è un rosone, più grande quello al centro, più piccoli quelli laterali. All’interno la chiesa è stata più volte rimaneggiata nel tempo. Ha la forma di una croce latina, con il braccio orizzontale più corto di quello verticale. Il soffitto è ricoperto da affreschi, mentre in fondo alla navata sinistra c’è un altare in legno del Settecento con i busti dei Santi Oronzo, Biagio e Agostino.

Cripta di San Biagio

La chiesa di San Biagio, tra San Vito dei Normanni e Brindisi, si trova al centro di un insediamento monastico scavato nella roccia, che fu occupato da una comunità di monaci a partire dal 1100 circa. È dedicata a San Biagio perché pare che un tempo questo Santo fosse molto amato dai contadini, che a lui si rivolgevano per curare i propri mali. Alla chiesa si accedeva attraverso due ingressi; l’uno era riservato ai sacerdoti e immetteva nel presbiterio, la zona della cripta con l’altare, l’altro era invece per i fedeli. All’interno la chiesa ha una forma rettangolare ed è lunga più di 12 metri. Ma la cosa più sorprendente è che le pareti e la volta sono quasi interamente rivestite da affreschi. In un’iscrizione in greco è scritto che fu l’igumeno Benedetto, cioè il capo dei monaci, ad affidarne l’esecuzione ad un certo Martino, mentre l’architetto della chiesa si chiamava Daniele. Gli affreschi raffigurano Santi, alcuni episodi della vita di Cristo, come la Natività, e altre storie bibliche.

Santa Maria del Casale a Brindisi

A pochi chilometri da Brindisi, sulla strada per l’aeroporto, c’è un edificio ecclesiastico assai particolare: si tratta della chiesa di Santa Maria del Casale, affiancata da un convento e da un chiostro. Secondo una leggenda qui, prima che venisse costruito l’edificio di culto, c’era una cappella dove si sarebbe fermato San Francesco d’Assisi di ritorno dal viaggio in Terra Santa. Ciò che più colpisce della chiesa, innalzata a partire dalla fine del XIII secolo, è la facciata realizzata con pietre di due colori diversi, che descrivono linee e motivi geometrici. Quando la luce del sole batte sulla pietra, gli effetti di luce sono straordinari! Il portale d’ingresso è arricchito da un protiro, cioè una sorta di piccolo portico con tetto a punta che si sovrappone alla facciata. L’interno è ad una sola navata (corridoio) con ricchi affreschi, tutti realizzati da pittori locali tra il 1300 e il 1400. Rappresentano episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento, il Giudizio Universale e altri temi biblici.

Chiesa bizantina di San Pietro a Crepacore

Nel territorio di Torre Santa Susanna, vicino Brindisi, si trova un edificio religioso dalla forma e dall’aspetto insoliti: la chiesa di San Pietro a Crepacore. Fu costruita nel VI secolo d.C. al di sopra di una villa di epoca romana; pare facesse parte di un castrum, cioè di un accampamento militare bizantino, e che sorgesse lungo quello che gli storici chiamano il “Limitone dei Greci”, cioè il confine tra territori bizantini e longobardi, in realtà mai trovato. Vista dall’esterno, sembra un edificio militare più che una chiesa. Ha una forma quadrata, i muri sono fatti da blocchi di pietra regolari ed è ricoperta da due cupole. Varcata la porta d’ingresso, ci si ritrova in uno spazio raccolto diviso in tre navate da colonne. Molte provengono sicuramente da edifici romani più antichi. Sulle pareti ci sono lembi di affreschi che, secondo gli studiosi, furono realizzati tra il IX e il X secolo. Il più suggestivo è quello che ricopre il muro dell’abside, ovvero del muro semicircolare in fondo alla navata centrale: è raffigurato Cristo circondato dai dodici apostoli.

Cattedrale di San Cataldo – Taranto

Nel cuore del centro storico di Taranto, in piazza Duomo, sorge la cattedrale di San Cataldo. Inizialmente era dedicata a Santa Maria Maddalena, poi venne intitolata a San Cataldo, il patrono della città. L’edificio, così come oggi lo vediamo, è il risultato di una serie di costruzioni e rimaneggiamenti che si sono succeduti nei secoli. Pare che già nel VI secolo qui ci fosse una chiesa, di cui però non vi sono tracce, che venne sostituita da un altro edificio di culto nel X secolo, a sua volta modificato nell’XI secolo e corrispondente alla cattedrale attuale. Tra Quattrocento e Seicento altre modifiche e aggiunte furono fatte; ad esempio la facciata della chiesa, ricca di sculture ed elementi decorativi, è opera di un artista barocco leccese del Settecento. All’interno la cattedrale è divisa in tre navate: ci sono ancora resti degli affreschi e dei mosaici medievali e lungo le pareti si aprono tante cappelle, tra cui quella dedicata a San Cataldo, dove è conservata la tomba del Santo.

Abbazia di Santa Maria di Cerrate

A pochi chilometri da Squinzano, vicino Lecce, c’è un luogo speciale che merita assolutamente di essere visitato. Sto parlando dell’abbazia di Santa Maria di Cerrate, da poco riaperta alle visite dopo i lavori di restauro. Secondo la leggenda fu Tancredi d’Altavilla, conte di Lecce, a fondare questo monastero dopo aver inseguito una cerbiatta in una grotta durante una battuta di caccia e aver visto la Madonna. In realtà fu Boemondo d’Altavilla che qui, agli inizi del XII secolo, costituì una comunità di monaci greci. Col tempo l’abbazia divenne uno dei centri monastici più importanti dell’Italia meridionale, che comprendeva anche una biblioteca e uno scriptorium cioè un luogo in cui i monaci ricopiavano i manoscritti. Nel Cinquecento attorno all’abbazia sorsero anche stalle, un pozzo, un mulino, frantoi ipogei e le case dei contadini che qui si dedicavano alla coltivazione del tabacco, degli ulivi e di altre piante. Insomma, una piccola comunità agricola e monastica immersa nel verde.

Basilica di Santa Caterina a Galatina

La basilica di Santa Caterina d’Alessandra fu realizzata tra il 1369 e il 1391 da Raimondo Orsini del Balzo, principe di Taranto, il quale di ritorno dalle Crociate portò con sé un dito della Santa. La reliquia è conservata ancora oggi all’interno della chiesa. Se guardi la facciata vedrai che è un mix di due stili architettonici: gotico e romanico. Il portale principale è fiancheggiato da due colonne che poggiano su due leoni. La cuspide centrale, il tetto a punta, è sormontato da una croce al centro e ai lati da due statue: una di San Francesco d’Assisi, l’altra di San Paolo Apostolo. Al centro della facciata vi è un bellissimo rosone a raggiera. L’interno della basilica è a cinque navate. Pareti, pilastri, archi, volte… ogni angolo è ricoperto da affreschi: una pinacoteca vera e propria! Fu Maria D’Enghien, moglie di Raimondo, a chiamare artisti da ogni parte d’Italia affinché li realizzassero. Rappresentano scene della Genesi, del Nuovo Testamento, dell’Apocalisse e della vita di Santa Caterina.

Santuario di S. Maria della Lizza ad Alezio

Il santuario di Santa Maria della Lizza si trova sul punto più alto di Alezio. E sai come si chiamava il paese in età messapica? “Alixias”, da cui appunto deriva Lizza o Alizza. Secondo alcuni la costruzione della chiesa risalirebbe al X secolo, secondo altri al XII-XIII secolo, all’epoca della dominazione normanna e sveva. Una cosa però la sappiamo con certezza: quando Carlo I d’Angiò assediò Gallipoli, tra il 1268 e il 1269, la chiesa divenne sede del vescovo. Fu il papa di allora, Giovanni XXII, a scrivere al vescovo Alezio e a chiedergli di trovare soldi per ricostruire la cattedrale, che da Gallipoli venne spostata appunto ad “Alicia”. L’edificio ha la forma di una croce e l’ingresso è preceduto da un torrione in cui si apre un grande arco. Le pareti interne un tempo erano quasi completamente ricoperte da affreschi, di cui oggi restano solo pochi frammenti. Tra questi uno dei più celebri è quello che raffigura Santa Maria della Crociata o dell’Alizza, una Madonna con il Bambino.

Cripta dei SS. Stefani a Vaste

Uno dei luoghi di culto più suggestivi che ti consiglio di visitare a Vaste è la cripta dei SS. Stefani, così chiamata perché al suo interno Santo Stefano, assai venerato in età medievale, è raffigurato per tre volte. Si tratta di una piccola chiesa interamente scavata nella roccia, divisa in tre navate (corridoi) da pilastri e con nicchie ricavate nelle pareti. Gli affreschi che ricoprono i muri, gli archi e i pilastri furono realizzati tra il X e il XIV secolo; i più antichi sono quelli che raffigurano i Santi Apostoli Andrea e Filippo, i cui nomi sono scritti in greco. I santi rappresentati sono davvero tanti, sembra quasi di essere circondati da una Bibbia fatta di sole immagini! Ci sono San Michele Arcangelo, i SS. Cosma e Damiano ed altri. Accanto alle figure religiose ci sono anche quelle dei fedeli che contribuirono alla realizzazione degli affreschi; in un caso si riconosce una famiglia composta da padre, madre e figlia. All’interno della cripta si svolgevano riti funerari; tutt’attorno infatti sono state ritrovare diverse sepolture.