Museo della Ceramica di Grottaglie

Il Museo della Ceramica ubicato nel trecentesco Castello Episcopio (per lungo tempo residenza degli arcivescovi tarantini) è stato inaugurato il 22 dicembre 1999 grazie agli sforzi e alla ferma volontà dell’Amministrazione Comunale. Nacque così il primo nucleo museale deputato alla fruizione, alla conservazione e alla conoscenza dell’importante patrimonio ceramico della città. Dal giorno della sua nascita sino ad oggi, il Museo ha notevolmente incrementato il numero dei manufatti esposti grazie all’accresciuta sensibilità e conoscenza dell’importanza del patrimonio ceramico in qualità di documento storico-artistico. Per la creazione del primo nucleo museale è stata indispensabile la collaborazione dei ceramisti, i quali oltre ad orientare il difficile lavoro di reperimento di antiche opere, hanno prestato e, in alcuni casi donato, manufatti di loro proprietà. In seguito, ci si è avvalsi della preziosa collaborazione dell’Istituto Statale d’Arte di Grottaglie e di collezionisti privati provenienti da tutta Italia, animati dalla passione per l’arte ceramica. La necessità di istituire un Museo della Ceramica a Grottaglie è nata dalla consapevolezza del ruolo centrale che svolgono i musei, non solo come luoghi di conservazione, ma in quanto soggetti inseriti nella vita attiva della società contemporanea, capaci di migliorare la ricezione del patrimonio storico-artistico locale. Un patrimonio, quello di Grottaglie, che vanta una storia plurisecolare anche se sulle origini e sulla probabile datazione dell’avvio della produzione ceramica ancora oggi esistono delle incertezze dovute alla carenza delle testimonianze documentarie. Tuttavia, sulla base delle diverse ipotesi cronologiche espresse, si può ritenere che già in età medievale, quando viene fondato l’attuale nucleo urbano, vi fosse un’intensa attività figulina. Dalla nascita del Museo le immagini della ceramica grottagliese sono apparse con frequenza sui giornali e su pubblicazioni di varia natura; in sostanza si sono moltiplicate le sollecitazioni nel compiere studi più approfonditi sulla storia dell’arte figulina locale, anche perché vi è stato un accrescimento dell’interesse da parte degli studiosi. Arroccato sul punto più alto del centro storico ed a ridosso della gravina di San Giorgio, utilizzato in passato come fossato difensivo, il Castello Episcopio è il monumento più importante della città. Simbolo della potestà feudale dei vescovi tarantini fu edificato, stando alle fonti scritte, nel 1354. In realtà il maniero inglobò strutture difensive preesistenti ed il suo nucleo originario non è stato identificato con precisione. Della sua parte medievale si conservano l’imponente torre maestra e diverse porzioni della cinta muraria. Il piano nobile è il risultato di ammodernamenti successivi, che si sono protratti fino al XVIII secolo e che hanno trasformato il castello in un Palazzo signorile. Residenza estiva degli Arcivescovi di Taranto fino alla fine del XIX secolo, successivamente gli spazi furono affidati ad uso abitativo e la parte superiore divenne un Istituto Scolastico. A partire dagli anni Ottanta il Castello Episcopio è stato restituito alla collettività diventando la sede espositiva delle mostre annuali del Presepe e della Ceramica nonché sede, dal 1999, del Museo della Ceramica. L’attuale collezione oggi presenta un corpus acquisito negli anni attraverso le varie rassegne annuali della Mostra del Presepe (dal 1980), della Mostra della Ceramica Mediterranea, nonché attraverso acquisti, donazioni e depositi temporanei. Poiché si tratta di materiali distinti per funzioni e tipologie, è risultato necessario compiere una distinzione nelle seguenti sezioni: • Ceramica tradizionale d’uso; • Maioliche; • Reperti archeologici; • Ceramica contemporanea; • Presepi. Gli oggetti museali raccontano la storia di un passato in cui la ceramica rivestiva un ruolo di primaria importanza, soddisfacendo i bisogni di igiene personale e della casa, di conservazione degli alimenti, di decorazione e di abbellimento delle abitazioni, ma anche opere che attestano l’incessante lavoro di ricerca e sperimentazione dei maestri ceramisti, ancora oggi svolto nelle numerose Botteghe del Quartiere delle Ceramiche nel quale si conservano ancora le antiche fornaci ed una particolare varietà di tipologie formali distinte in due filoni: l'«arte ruagnara» e l'«arte faenzara». La prima riferita alla produzione d'uso comune, con un forte legame al mondo contadino; la seconda, invece, a carattere prevalentemente decorativo ed ornamentale. Nella Sezione Ceramica tradizionale d’uso vi sono manufatti ceramici usati per la dispensa, per i servizi domestici e per l’igiene personale e della casa. E’ una tipologia ceramica che copre un arco temporale che va dagli inizi del secolo XVIII alla prima metà del secolo XX e risulta variamente rappresentata da forme tradizionali usate per contenere acqua, vino, olio, aceto, per trasportare acqua o per la conservazione di provviste alimentari (“capasone”, “capasone alla capuana” “trimmone”, “capasa”, “vummile”, “cicine”, “pitale”, “cammautto”, ecc.). A queste si aggiungono gli oggetti usati per cucinare (“tiestu”, “pignata”), lavare biancheria, piatti, verdure e cibi vari (“crasta ti cofanu”, “limmu”, “scafarea”, “pendriale”), contenere piante (“crasta”, “casc’pò”) e quelli usati per i servizi igienici (“nicissario”, “rinale”, ecc.), i vasetti per attingere acqua dai pozzi (“vucale pi puzzu a ‘ngegna”), i comignoli (“ciminiera”) e i tubuli usati per costruire le volte delle fornaci (“orieni”). Nella Sezione archeologica sono esposti numerosi reperti provenienti dal sito di Masseria Vicentino, ubicato in agro di Grottaglie, datati tra l’VIII e il IV sec. a.C., fra cui spiccano le olle globulari con motivi geometrici e le patere dipinte o incise. Nella Sezione maioliche sono in mostra oggetti che vanno dagli inizi del secolo XVIII alla prima metà del secolo XX. Vi si può trovare una grande varietà di piatti e di brocche per acqua e vino (“sruli”) ma anche le tipiche “ciarle”, vasi dotati di una duplice ansa a nastro, i vasi da farmacia o albarelli e le zuppiere, i cui pomoli di presa sono solitamente modellati a riprodurre figure umane, elementi vegetali (una pigna, un frutto) o animali. Tra le maioliche figurano anche le mattonelle per pavimentazione, realizzate sia a Grottaglie sia in altri centri salentini e campani. Nella sezione dedicata ai Presepi, costituita dai presepi premiati nell’ambito della rassegna annuale della “Mostra del Presepe”, avviata a partire dal 1980, si possono apprezzare varie forme interpretative dell’antica tradizione presepistica in ceramica, dal presepe monoblocco o miniaturistico, a quello monumentale ricco di personaggi. Nella sezione dedicata alla Ceramica Contemporanea sono conservate le opere premiate e donate a partire dal 1971 nell’ambito del Concorso di Ceramica Mediterranea, ora Concorso di Ceramica Contemporanea - Mediterraneo.

Tipologia prevalente: Museo, galleria non a scopo di lucro e/o raccolta

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Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • TALDC000004

Condizione Giuridica:  Detenzione Ente pubblico territoriale

  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: SABAP-LE (Archeologia)

    Ruolo: Tutela

  • Tipo: Comune

    Ente: Comune di Grottaglie

    Ruolo: Valorizzazione

  • Tipo: Comune

    Ente: Comune di Grottaglie

    Ruolo: Proprietario

  • Tipo: Brochure

    Denominazione: Grottaglie City Magazine

    Descrizione: Guida e mappa turistica della città

    Modalità acquisizione: Distribuzione gratuita

  • Tipo: Video

    Denominazione: Discover our history

    Descrizione: Video promozionale della città

    Modalità acquisizione: Distribuzione gratuita

  • Tipo: Foto

    Denominazione: Foto Museo della Ceramica

    Descrizione: Materiale fotografico della collezione museale

    Modalità acquisizione: Reperibili mediante app