Palazzo Marchesale

Le prime notizie attendibili sul nucleo originario del Palazzo risalgono al 1613 quando Paolo Geronimo Marescallo I, barone di Maglie, comprò "sub hasta" il feudo di Arnesano e l'antico castello con ambienti che dovevano essere localizzati nei pressi di Porta Rande. La porta costituiva il limite sud dell'abitato fortificato medievale già a partire dal 1400 e qui insisteva una torre o comunque una struttura di controllo con ambienti attigui adibiti a residenza baronale e presidio militare. Il palazzo Marchesale fu costruito dalla famiglia Marescallo nel XVII secolo. Alla fine del Seicento furono realizzati un grande portale bugnato ed una scalinata sul lato sinistro dell’androne, a rampa unica, che consentiva di accedere al piano superiore. Fu anche costruita una cappella dedicata a Sant'Oronzo, realizzata a volta nel piano superiore con vista sulla corte interna. Il Palazzo venne modificato in maniera più radicale ed anche ampliato nel 1684 dal feudatario Prato che volle conferire alla struttura un'imponenza che testimoniasse il suo status sociale nobiliare. Come prospetto principale fu scelto quello di Piazza XXIV Maggio, ossia quello rivolto verso l'abitato e venne realizzato un maestoso portale bugnato con lo stemma araldico della famiglia (stemma dipinto anche sulla volta dell'androne che immette nel cortile del Palazzo). Fu aperta una loggia al primo piano dell’atrio e fu riorganizzato tutto il complesso nobiliare con vasti ambienti comunicanti accessi con architravi delle porte decorate con elementi vegetali e con grandi conchiglie in stucco. Questi ambienti, con funzione di rappresentanza, furono realizzati probabilmente dal rinomato architetto talentino Mauro Manieri tra il 1720 e il 1730. Tre grandi sale connesse prospetticamente tra loro su un asse lungo circa 50 metri e terminanti nel salone principale alto circa 11 metri costituivano la cosiddetta “galleria”. Qui infatti era custodita una delle più importanti pinacoteche salentine che raccoglieva opere di pittori salentini e napoletani, descritta dal De Giorgi nei suoi Bozzetti di viaggio (1882). Nel 1747 un terremoto determinò il crollo di una parte delle sale che, ricostruite in parte crollarono nuovamente nel 1812 per le precarie soluzioni adottate dalle maestranze locali. In seguito ai crolli parte della pinacoteca andò distrutta o dispersa e parte fu trasferita a Venezia per poi andare tra Roma e Napoli presso le dimore signorili del Marchese Nicolò Prato. Le tele superstiti, elencate da Michele Bernardini, furono disperse tra gli eredi della famiglia Bernardini che ereditò il titolo marchesale dalla famiglia Prato. Nella prima metà del Novecento la famiglia Bernardini, succeduta nel possesso del Palazzo ai Marchesi Prato, divise il complesso in più parti allo scopo di ricavarne due abitazioni al primo piano. Furono costruiti anche numerosi vani di servizi e gli ambienti a piano terra furono adibiti a sede di una manifattura tabacchi. A questo periodo risale il deterioramento di tutti gli apparati decorativi presenti al piano nobile. Oggi il Palazzo è in parte di proprietà pubblica ed è stato recentemente restaurato portando in luce un ciclo di affreschi di epoca settecentesca. Il Palazzo è stato aperto al pubblico a partire dal 2009 e nel dicembre 2014 è stato inaugurata l’apertura al pubblico del ciclo di affreschi restaurato.

Bibliografia:
  • De Giorgi C., La provincia di Lecce. Bozzetti di viaggio I, La provincia di Lecce. Bozzetti di viaggio I, 2, Casoria: Congedo Editore, 1975
  • Cappello L. G., Tra le mura di Arnesano : Congedo Editore, 1995
  • Cazzato M., Guida ai Palazzi Aristocratici del Salento. Residenze Giardini Collezioni d'arte : Congedo Editore, 2000
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Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • LEBIU000217

Tipologia del bene

Tipo: Palazzo

Funzione: 

  • Abitativa/residenziale

Condizione Giuridica

Detenzione mista pubblica/privata

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BR-LE

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)

Motivazione: 

  • Bibliografia

Stato di conservazione
  • Restaurato

Dimensioni in Mq: 1790.00