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Pietra incisa su due facce.
Motivo complesso costituito da banda tratteggiata su una faccia e fasci di linee sull'altra.
Categoria:
- Strumenti - Utensili - Oggetti d'uso/Oggetti per uso cerimoniale - magico - votivo
Notizie storico-critiche:
- Ossa e pietre incise sono esempi di arte mobiliare. Esse testimoniano la complessità dell'universo simbolico dei cacciatori-raccoglitori della fine del Paleolitico e del Mesolitico. Reperti simili a quelli della Grotta delle Veneri si ritrovano in altre grotte pugliesi tra le quali Grotta del Cavallo (Nardò), Grotta Romanelli (Castro), Grotta di Curtomartino (Acquaviva delle Fonti), Grotta Marisa (Otranto), Grotta delle Mura (Monopoli).
- La passione dell’origine. Giuliano Cremonesi e la ricerca preistorica nel Salento, a cura di Elettra Ingravallo, Lecce, Conte Editore, 1997.
- La Grotta delle Veneri di Parabita (Lecce), Bibliotheca Archaeologica, 58, a cura di Elettra Ingravallo, Renata Grifoni Cremonesi, Bari, EDIPUGLIA, 2020.
Scheda
- LEBMO000011
- 16
-
Ente: S63
Condizione Giuridica
-
Indicazione generica: proprietà Stato
-
Indicazione specifica:
- Ministero della Cultura
Luogo della Cultura
Museo provinciale Sigismondo Castromediano - LELDC000024-
luogo della cultura contenente reperti ritrovati in
LELDC000024
-
sede di rinvenimento [è stato rinvenuto in]
LEBIS001221
Periodo:
- Mesolitico (ca. 10.000 -8.000 B.P.)
- Paleolitico superiore (ca. 40.000 – ca. 10.000 B.P.)
Cronologia generica:
Fascia cronologica: Paleolitico superiore finale-Mesolitico
Cronologia specifica:
Dal: 12.000 anni fa Al: 10.000 anni fa
Motivazione:
- analisi stilistica
-
Denominazione: facies romanelliano-epiromanelliana
Motivazione dell'attribuzione:
- analisi stilistica
- pietra/ incisione
Altezza: 5.4 cm
Larghezza: 8.7 cm
Stato di conservazione
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Stato di conservazione: frammentario