Mesagne (età moderna)

Nel Cinquecento Mesagne grazie ad un florido patriziato cittadino furono realizzate nuove opere di urbanizzazione e di architettura riguardanti, nel centro storico, la creazione del teatro, dell’ospedale, del Monte di Pietà, di una nuova piazza, della collegiata ricostruita in gran parte, e la lastricatura delle strade. In pochi decenni furono edificati numerosi palazzi, caratterizzati da finestre ricche di modanature e di fregi, di cornici a motivi geometrici, di portali a bugnato, di logge poggianti su mensoloni a volute rovesciate, di colonne angolari, di doccioni per lo scarico delle acque piovane, di balaustre traforate. Nella seconda metà del Cinquecento fu realizzato l’Ospedale dei Poveri e fu ampliata la pubblica piazza detta dei Nobili in cui sorgeva il teatro. Tra le attuali via Marconi e via Manfredi Svevo, in luogo detto della “Pistergula” (porta di piccole dimensioni, situata nei pressi dell’attuale chiesa di Sant’Anna), esistevano fornaci dove venivano cotte le tegole che coprivano le abitazioni a “tavolato”. Nell’attuale piazza Vittorio Emanuele II, nel largo compreso tra Porta Grande e la chiesa dei Francescani, alla fine del Cinquecento si trovavano, numerose, le botteghe degli artigiani, conciapelle, maniscalchi e calzolai. Nel corso del Seicento la città si trasformò in un centro dalle linee barocche con la realizzazione dei suoi più importanti edifici e la sistemazione delle tre piazze principali. Durante il XVII secolo, infatti, furono costruite nuove chiese e conventi e all’interno del perimetro murario della città si abbatterono antichi quartieri per far posto ai nuovi edifici, tra cui il Palazzo Baronale del principe, le chiese di Tutti i Santi, Sant’Anna, Santa Maria della Luce, San Leonardo, e si crearono due piazze dette una del Principe, oggi chiamata piazza del Balzo Orsini, e l’altra del Popolo, oggi piazza Criscuolo. Queste opere furono quasi tutte progettate e dirette dall’architetto sacerdote mesagnese Francesco Capodieci. L’Università di Mesagne concesse, durante il Seicento, ai cittadini che ne facevano richiesta, la possibilità di lottizzare alcuni segmenti di mura per l’ampliamento di caseggiati. Nella prima metà del Seicento si rilevano pochi interventi edilizi all’interno della città: fu costruito il complesso del Monte di Pietà, ultimato nel 1626, e furono realizzate le case dei mulini, poco distanti dalla Porta Piccola. Lungo tutto il percorso dell’attuale via Federico II di Svevia, sorse il Borgo Nuovo e l’Università decise di aprire una nuova porta cittadina che mettesse in comunicazione la città all’interno delle mura col borgo e che fu aperta, su volere del sindaco Epifanio Ferdinando, nel 1606. Il largo situato dinanzi a Porta Grande non subì modifiche durante la prima metà del Seicento, in quanto era in gran parte occupato dalle fosse granarie che i cittadini utilizzavano per conservare i prodotti cerealicoli. Fuori del perimetro delle mura fu costruito il complesso dei frati Riformati di Santa Maria di Loreto, dei frati Paolini di San Rocco e della nuova dimora dei padri Celestini. Le residenze dei nobili erano dotate di numerose stanze al piano superiore, e “posture” e “cellari”, cioè depositi di olio, di vino e di altri prodotti al piano terra, mentre nei sotterranei vi erano i frantoi, detti anche “trappeti”, che macinavano olive nei periodi compresi tra novembre e marzo. Il vicinato di San Cosimo era prevalentemente occupato, nel Seicento e nel Settecento, dalle case dei cittadini ricchi che avevano costituito una confraternita con sede all’interno della chiesa dei Santi Medici. L’area, tutt’intorno alla Chiesa Matrice, invece, prendeva il nome di vicinato della Collegiata ed era occupata a sua volta dai palazzi dei nobili; anche il vicinato di San Giovanni, situato tra l’attuale Piazza Commestibili e via Albricci, si caratterizzava per la presenza di palazzi nobiliari, ma vi erano anche piccole abitazioni più modeste. Nella seconda metà del Seicento furono demoliti chiese e palazzi e costruiti la chiesa di San Leonardo, del complesso delle cappuccine di Santa Maria della Luce, di SS. Cosimo e Damiano, della stessa Collegiata e della dimora dei feudatari. Le case situate all’interno della cinta muraria erano quasi tutte coperte con tegole, “ a tavolato”, e venivano dette “case palazzate”. Le case del vicinato di S. Elia, oggi via Rini e piazzetta dei Ferdinando, erano per lo più di piccole dimensioni, come quelle dell’attiguo vicinato di S. Martino, oggi via Mauro Capodieci, e risultavano in gran parte di proprietà degli artigiani; più ricche erano le abitazioni nel vicinato del SS. Salvatore e della chiesa di Santa Caterina, oggi via Geofilo e via Antonio Profilo. Intorno al castello vi erano abitazioni di piccole dimensioni; i vicinati di San Biagio e di San Giorgio, oggi via Ronzini, erano ugualmente occupati da “case palazzate” di modesta entità. Il quartiere abitato dai mesagnesi più poveri era però quello di San Cipriano, oggi vico Zambelli, vico Calderoni, vico De Mita, e piazzette Coronei e Caniglia, caratterizzati da modeste abitazioni con porte e finestre e prive di elementi decorativi. Le case dei popolani si presentavano con l’ingresso dell’abitazione preceduta da pochi gradini, con il sottoscala, o scantinato, posto di lato e con una finestra d’affaccio sulla strada con mensole laterali sporgenti. All’interno del perimetro murario della città, vi erano numerosi frantoi che davano lavoro ad un gran numero di addetti alla molitura, e costituivano uno degli aspetti più significativi del rapporto esistente tra la città e la circostante campagna. Tra il Seicento ed il Settecento andò lentamente distrutto l’intero sistema difensivo cittadino basato sul castello medievale, sulle torri, sulle cortine e sui fossati: alla fine del Seicento un ampio tratto di mura cittadine fu demolito per far posto alla nuova chiesa di Sant’Anna voluta dalla principessa Vittoria Capano. Un altro ampio tratto andò perduto nei primi decenni del Settecento per far posto alla strada, detta la muraglia rotta, esistente tra la Porta Piccola e la chiesa di Sant’Anna.

Bibliografia:
  • D. Urgesi, Curiosità storiche mesagnesi, Studi Salentini, , Lecce: , 1993, 143-158
  • D. Urgesi, Guida di Mesagne: itinerario storico artistico, Guida di Mesagne: itinerario storico artistico, , Lecce: , 1995
  • D. Urgesi, Il castello di Mesagne nelle fonti storiche e documentarie, Studi e ricerche della Biblioteca Comunale Ugo Granafei, 4, Mesagne (BR): , 1998
  • M. Marinazzo, AA. VV. a cura di, I portali antichi di Mesagne, Quaderni del Museo Archeologico “U. Granafei”, , Mesagne (BR): , 1987
  • D. Urgesi, La guida di Mesagne, Studi e Ricerche della Biblioteca Comunale Ugo Granafei, , Mesagne: , s.n.
  • Greco L., Greco L. a cura di, Storia di Mesagne in età barocca. Vol. II: la Città murata, i Borghi, l’architetto Francesco Capodieci, Storia di Mesagne in età barocca. Vol. II: la Città murata, i Borghi, l’architetto Francesco Capodieci, , Fasano (BR): Schena Editore, 2001
  • L. Greco, L. Greco a cura di, Storia di Mesagne in età barocca. Volume III. L’architettura sacra nella storia e nell’arte, Storia di Mesagne in età barocca. Volume III. L’architettura sacra nella storia e nell’arte, , Fasano (BR): Schena Editore, 2001
  • A. Profilo, Vie, Vichi, corti e piazze di Mesagne, Vie, Vichi, corti e piazze di Mesagne, , Ostuni (BR): , 1894

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • BRBIS001809

Tipologia del bene

Tipo: Città

Funzione: 

  • Abitativa/residenziale
  • Assistenziale/ospitaliera
  • Difensiva/militare
  • Funeraria
  • Produttiva/lavorazione/artigianale
  • Pubblica
  • Sacra/religiosa/culto

Condizione Giuridica

Proprietà mista pubblica/privata

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BR-LE

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)

Motivazione: 

  • Analisi tipologica
  • Bibliografia

Stato di conservazione
  • Integro
  • Restaurato
  • Ricostruito
  • Conservato parzialmente

Criterio di perimetrazione: Perimetrazione effettuata sulla base dell'ingombro dell'area urbanizzata.

Tipo Fruibilità: Aperto al pubblico