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Nel 1509 gli Spagnoli rafforzarono l’antica cinta muraria costruendo il castello all’imbocco del porto (terminato nel 1552) e ne costruirono una nuova (ampliando forse una seconda cinta medievale) che inglobava i nuovi quartieri a nord-ovest includendo, in particolare, vicino alle due porte Nuova e Castrense, i nuovi complessi conventuali di s. Francesco e S. Domenico (i vecchi erano stati distrutti nel 1528, sotto il governatore veneziano Andrea Gritti, per ragioni di sicurezza). Venduta da Carlo V a titolo di baronia a Pietro Faraone o Pandone da Messina, si riscattò subito, autotassandosi, il 18 aprile del 1530. Nel 1562 fu rifatta, nella piazza pubblica, la torre-campanile dell’orologio e nel 1563 il palazzo dell’Università. I nuovi programmi edilizi degli ordini religiosi a partire dalla metà del Cinquecento rinnovano l’assetto urbano, che nel giro di pochi decenni viene a qualificarsi come un insieme di “sette cittadelle sacre”. Lungo la via San Domenico infatti nel giro di pochi metri si susseguono i quattro complessi conventuali di S. Francesco, SS. Giuseppe e S. Anna, S. Martino e S. Domenico. Numerosi furono gli edifici religiosi ristrutturati o costruiti in questo periodo. Del Cinquecento sono al chiesa e l’ex convento di san Domenico. La cattedrale (Madonna della Madia) fu modificata e ampliata mantenendo lo stesso orientamento, nel secolo XVIII. Nel Settecento fu costruita la piazza della cattedrale (1783-1784). S. Maria Amalfitana fu rinnovata nel XVIII secolo, a partire dal 1745. Ad essa è annesso il secentesco oratorio di San Giuseppe. Sempre in via Amalfitana, è l’ex convento dei Gesuiti, costruito nel Seicento, poi ristrutturato nel Settecento. Ricordiamo inoltre la chiesa del Purgatorio, la chiesa di S. Cosmo, la chiesa di San Giuseppe e S. Anna e l’ex convento delle Monacelle, la chiesa di S. Angelo, San Vincenzo, chiesa e l’ex convento di S. Francesco, in Largo Plebiscito, Santa Caterina con il convento di S. Martino, la chiesa e il convento di Santa Chiara, la chiesa del Salvatore, la Chiesa e il convento di San Francesco da Paola, la Chiesa e convento dei Cappuccini, la Chiesa e convento di S. Antonio fondata extra moenia. Il Palazzo vescovile costruito nel XVII e rinnovato nel XVIII secolo. Infine, numerosissimi palazzi e case furono costruiti tra il XVII e il XVIII secolo, tra cui spicca Palazzo Palmieri, che prospetta per tutta la sua estensione sulla piazza settecentesca che da esso prende il nome. Un tempo dotata di grande marciapiede, con fontana barocca, oggi permane solo la fontana monumentale.
- Cazzato V., Fagiolo M., Pasculli Ferrara M., Atlante del Barocco in Italia. Puglia. 1. Terra di Bari e Capitanata, Terra di Bari e Capitanata, , Bari: , 1996
- Selicato F., Analisi di un tessuto storico urbano attraverso la lettura degli spazi pubblici più significativi: il caso di Monopoli, Monopoli nel suo passato, 4, Quaderni di storia locale a cura della Biblioteca comunale “Prospero Rendella”, , Monopoli: , 1989
- Capitanio D., Il porto scomparso. Monopoli marittima dall’età antica alla moderna, Monopoli nel suo passato, 4, Quaderni di storia locale a cura della Biblioteca comunale “Prospero Rendella”, , Monopoli: , 1989
- Campanelli G., Monopoli. Guida turistica, Monopoli. Guida turistica, , Fasano: , 1989
Scheda
- BABIS001776
Tipologia del bene
Tipo: Città
Funzione:
- Sacra/religiosa/culto
- Produttiva/lavorazione/artigianale
- Abitativa/residenziale
- Pubblica
Condizione Giuridica
Proprietà mista pubblica/privata
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Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG
Ruolo: Tutela e valorizzazione
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Bene composto [è riutilizzato da] - Sito
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elemento contenuto in - Sito Pluristratificato
Periodo:
- Età moderna (XVI -XVIII secolo)
Motivazione:
- Bibliografia
- Conservato parzialmente
Criterio di perimetrazione: Perimetrazione effettuata mediante l'ausilio di cartografia e fotografia aerea