Taranto (età classica ed ellenistica)

Taranto conosce una importante trasformazione della propria topografia urbana nel V secolo a.C.: tale mutamento (che tuttavia non ne stravolge l’assetto urbanistico, imperniato sulle tre aree dell’acropoli, della città bassa e della necropoli) si esplicita in un estensione dell’area abitata, fenomeno che certamente comporta una radicale ridefinizione della proprietà e che è da mettere verosimilmente in connessione ad un mutamento degli assetti politico – istituzionali della città: è possibile che tale nuova lottizzazione urbana sia da mettere in relazione al cambio di regime, da aristocratico a democratico, verificatosi in seguito alla sconfitta subita da Taranto (e quindi dalle sue elites) ad opera della popolazione indigena dei Messapi. La nascita del regime democratico avrebbe comportato l’aumento del numero degli individui direttamente coinvolti nella vita politica della città (e quindi in essa residenti), con la conseguente espansione dell’area abitata. Intorno alla metà del V secolo a.C. viene dunque realizzato un nuovo ampio quartiere abitativo organizzato secondo un impianto ortogonale, dei cui assi viari sono stati rinvenuti alcuni resti; il nuovo quartiere si sovrappone alla necropoli arcaica, estendendosi ad est all’incirca fino alla attuale Via Duca degli Abruzzi. Contemporaneamente viene realizzata una nuova linea di fortificazioni sul versante orientale, che racchiude abitato e necropoli urbana in un'ampia superficie; la compresenza, all’interno delle mura urbiche, sia dei quartieri abitativi che della necropoli (anche se tra loro comunque separate) è una peculiarità dell’urbanistica tarantina, che le fonti antiche hanno cercato di spiegare adducendo motivazioni connesse a responsi oracolari. Le mura della città classica, costituite da due cortine esterne in opera quadrata connesse con setti intermedi trasversali e da un nucleo in terra e pietrame, sono larghe poco più di 4 m e provviste di torri avanzate. Non è impossibile che la realizzazione dell’opera abbia comportato tempi lunghi e che essa sia iniziata già nel secolo precedente ma i dati epigrafici desumibili dalla lettura dei marchi di cava individuati su numerosi blocchi sembrano datare il tratto più consistente delle mura alla metà del V secolo a.C. Nella zona costiera settentrionale fu sistemato un complesso portuale attrezzato, di cui si sono rinvenuti due moli fortificati; nella stessa area l’importante santuario di Fondo Giovinazzi, attivo già nella fase arcaica, viene inserito all’interno dell’area urbana, ma in una zona al confine con l’area della necropoli; all’interno della cinta muraria viene ora a trovarsi anche il santuario di Persefone – Gaia al Pizzone. Si data a questa fase il rifacimento dell’edificio templare rinvenuto sotto la chiesa di San Domenico, nell’area dell’acropoli. Un'area sacra connessa forse al culto di Dioniso si estendeva tra Via Anfiteatro e Via D. Acclavio, comprendente un tempio ionico di piccole proporzioni (prima metà del IV sec. a.C.) e scarichi di ceramica rituale (skỳphoi con dediche a Dioniso). Genericamente tra il IV ed il III secolo a.C. si data un sacello, attualmente ubicato al di sotto della chiesa del Sacro Cuore, che in età greca si trovava quindi al centro della necropoli. Il luogo di culto (forse connesso con il culto di Dioniso), è completamente ipogeo e si articola in tre vani contigui accessibili da un vestibolo scoperto; uno degli ambienti è diviso in due navate da una fila centrale di colonne. Di altri monumenti abbiamo notizia per lo più dalle fonti: si sa che a Taranto si trovavano un Museo, un Ginnasio, il Peritato, due mercati e due edifici teatrali: resti di uno dei due, consistenti in muro semicircolare, potrebbero essere stati individuati sulla sponda del Mar Piccolo, nei pressi della villa settecentesca, distrutta nel 1893, di Mons. Capeceletro, dove era localizzato un avvallamento semicircolare. È dubbio che tale edificio possa essere il teatro “maggiore”, che, a giudicare dalle fonti, era localizzato presumibilmente nei pressi dell’agorà e a ridosso del Mar Grande; forse si trattava di un teatro di dimensioni minori. La stretta connessione topografica tra questo edificio ed il sistema di terrazzamento di età ellenistica, attestato dal rinvenimento di strutture in opera quadrata collegate a scale, indurrebbe a datarlo a tale fase . Anche l’ubicazione della agorà di Taranto rimane incerta, al di là di una sua generica localizzazione nell’area dell’attuale quartiere Borgo (nel plateau ad est dell’acropoli); le aree indicate sono quella dell’attuale piazza G. Garibaldi e quella (più probabile, secondo i recenti orientamenti della ricerca) dell’attuale Palazzo del Governo, a ridosso dunque della sponda del Mar Grande. Aree destinate ad attività artigianali e attive a partire dal V secolo a.C. sono state individuate nell’attuale settore centro-orientale della città (l’area intorno a Via Giusti e Via Cesare Battisti fino a Via Capotagliata) La necropoli, a partire dall’età classica, si estende dunque ad est dell’attuale via Duca degli Abruzzi fino ad arrivare al tratto orientale delle mura. Nel V sec. a.C. la tipologia di sepoltura prevalente consiste nelle le tombe a sarcofago di carparo o quelle a lastroni, con cuscino deposizionale ricavato sul fondo; rispetto alla fase arcaica si registra la scomparsa delle terrecotte architettoniche, l'abbandono quasi completo della tomba a camera e la drastica riduzione del ricco corredo di accompagnamento funerario; tali mutati aspetti della cultura funeraria sono probabilmente una conseguenza del mutamento di regime politico e, forse, della conseguente adozione di leggi (come ad Atene) mirate a imporre limiti alle manifestazioni di lusso in ambito funerario. La situazione muta nuovamente a partire dalla metà del IV sec. a.C. quando si registra la diffusione dell'incinerazione, (che alla fine del II sec. a.C., diventerà il sistema prevalente) e la ricomparsa dell'uso costante del corredo funerario. A partire dallo stesso periodo si diffonde nuovamente l’uso della tomba a camera, che presenta alcune caratteristiche locali fisse, quali il corridoio di accesso a gradinata e la presenza dei letti funerari ricavati all'interno dell'unica camera sepolcrale; all’esterno la presenza di tali tombe erano indicata da tutta una serie di segnacoli funerari, i più imponenti dei quali, i naiskoi, sono veri e propri piccoli templi, decorati con sculture e metope. Tra le numerose tombe a camera della necropoli ellenistica spicca un ipogeo con quattro celle contigue, ognuna fornita di un letto funerario, scoperto in Via Polibio (ipogeo Genoviva). Contemporaneamente si utilizzano tombe a semicamera, a sarcofago, a lastroni e a semplice fossa.

Definizione Ambito Culturale:

  • Dato non disponibile
Bibliografia:
  • Lippolis E., Taranto: forma e sviluppo della topografia urbana, Atti di Taranto, XLI, : , 2001
  • Lippolis E., Lippolis E. a cura di, Il problema topografico, Taranto la necropoli: aspetti e problemi della documentazione archeologica tra VII e I sec. a.C. Catalogo del Museo nazionale Archeologico di Taranto III, 1,, III,1, Taranto: , 1994
  • Lo Porto F.G., Topografia antica di Taranto, Atti del X Convegno di Studi sulla Magna Grecia (Taranto 1970), X, Taranto: , 1971
  • Greco E., Dal territorio alla città: lo sviluppo urbano di Taranto, AnnAStorAnt,, III, Napoli: , 1981
  • De Juliis E.M., Taranto (serie: Città della Magna Grecia), Taranto (serie: Città della Magna Grecia), , Bari: , 2000
  • D'Angela C., Taranto: dall’acropoli al Kastron, ArchStorPugl, 49, Bari: , 1999
  • Garaffo S., Culti greci in Occidente I. Taranto, Culti greci in Occidente I. Taranto, , Taranto: , 1995
  • Dell'Aglio A., La forma della città: aree e strutture di produzione artigianale, Taranto e il Mediterraneo, , Taranto: , 2002

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • TABIS001591

Tipologia del bene

Tipo: Civitas

Funzione: 

  • Abitativa/residenziale
  • Produttiva/lavorazione/artigianale
  • Servizio
  • Pubblica
  • Funeraria
  • Sacra/religiosa/culto

Condizione Giuridica

Proprietà mista

Ente competente
  • Tipo: Ente MiBAC

    Ente: Segr. Reg. BBCC Puglia

    Ruolo: Valorizzazione

  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: Tutela

  • Tipo: Ente MiBAC

    Ente: Polo Museale della Puglia

    Ruolo: Valorizzazione

Periodo:

  • Età Classica (V-IV sec. a.C.)
  • Età Ellenistica (IV-I sec. a.C.)

Motivazione: 

  • Bibliografia

Cronologia specifica:

Dal: V a.C. Al: III a.C.

Stato di conservazione
  • Conservato parzialmente

Criterio di perimetrazione: Carta Tecnica Regionale

Tipo Fruibilità: Area archeologica