Taranto (età neolitico)

Entro quello che sarà l'ambito territoriale della colonia greca di Taranto il popolamento fu fiorente sin dalla preistoria. La presenza umana può essere documentata sin dal Neolitico; a questa fase risalgono i rinvenimenti sporadici di industria litica e le tracce di una frequentazione caratterizzata dall'uso di ceramica di impasto a decorazione impressa e graffita dopo cottura (area sulla costa di Mar Piccolo e sepolcreto del Pizzone) o da ceramica figulina a bande rosse (zona occidentale e più alta dell'acropoli: sondaggi di S. Domenico e di Largo S. Martino); altri rinvenimento sono stati effettuati nei pressi dell'attuale via Mazzini e all'interno dell'Arsenale militare. Resti di un villaggio difeso da un fossato e databile, grazie ai rinvenimenti di ceramica impressa, al Neolitico antico, sono stati rinvenuti in località Croce, a ridosso dello scalo portuale, che costituisce il fronte interno del promontorio di Scoglio del Tonno (completamente sbancato alla fine del XIX secolo per la realizzazione dello scalo portuale e della stazione ferroviaria), ubicato di fronte all'estremità occidentale della penisola su cui sorge Taranto Vecchia. Proprio a Scoglio del Tonno sono attestati invece i periodi più recenti del Neolitico (fase finale del Neolitico medio, databile al IV millennio a.C. e Neolitico superiore, corrispondente alle facies di Serra d'Alto e di Bellavista e databile al III millennio a.C.); nel sito sono state rinvenute tombe utilizzate per seppellire più inumati, nelle quali è attestato l'uso di dipingere il cadavere con ocra rossa.