Deliceto (età moderna e contemporanea)

Nel 1463 il feudo fu elevato a marchesato dal re Fernando I d’Aragona, e concesso al genero Antonio Piccolomini, nipote di papa Pio II. Il marchese si stabilì a Deliceto con una colonia di Albanesi. Ciò determinò l'ampliamento dell'abitato verso ovest, con l’abbattimento del tratto occidentale delle vecchie mura e la costruzione di nuove strutture difensive. L’area edificata così si estese verso la zona del “Pianello”, con il prolungamento della Strada Maestra, attuale Corso Margherita, e della sua parallela, l’antica Via “di Sotto”, dall’Ottocento denominata Via Casati, e la creazione di un nuovo tessuto a maglia ortogonale. I principali palazzi patrizi furono eretti lungo la Via Maestra, come palazzo Piccolomini (oggi D'Ambrosio), Apotrino (oggi De Maio) e palazzo Borges. La colonia albanese fu allocata a settentrione in blocchi di case monovane, separate da digradanti stradine. Inoltre, con gli Aragonesi, parte del territorio rurale fu inserito nei territori della Dogana delle pecore di Puglia; vi rientravano, in particolare, i pascoli di Tremoleto con l’omonima posta, ricompresa nella “Locazione di Ponte Albanito”; a Deliceto, infatti, arrivava una diramazione del tratturo Pescasseroli-Candela proveniente dalla posta di San Vito ubicata in territorio di Faeto. Con i Piccolomini la cittadina si arricchì di numerosi edifici religiosi. A cavallo tra XV e XVI secolo, su richiesta del monaco agostiniano Felice da Corsano, sorse in località "Valle in Vincoli" il convento di "Santa Maria della Consolazione" (celebre per aver ospitato San Gerardo Maiella e Sant’Alfonso de’ Liguori che qui compose il canto “Tu scendi dalle stelle”). Inoltre, nel 1517, fu dato in concessione ai Frati Minori Osservanti un appezzamento sito fuori le mura per la costruzione del convento di Sant’Antonio, la cui chiesa ospita la tomba di molti membri della famiglia marchesale, nonché pregevoli opere d’arte. Nel 1515 l’antica chiesa di San Nicola fu sottratta all’abbazia di Montevergine e ceduta all’Ospedale dell’Annunziata di Napoli, da cui derivò la denominazione attuale. Fuori dall'antica cinta muraria, in contrada "Scarano", venne costruita tra il 1532 e il 1539, con il contributo del marchese, la cappella della Madonna di Loreto, per permettere agli Albanesi di celebrare la loro liturgia secondo il rito greco. Il feudo di Deliceto, pur restando sempre un bene di natura demaniale, alla fine del XVI secolo passò, poi, dai Piccolomini ai Bartirotti, e da questi ai Miroballo. Ai Bartirotti si deve la costruzione del palazzo sito al numero civico 39 di Corso Margherita (odierno palazzo Maffei). Al 1600 risale la costruzione del Palazzo vescovile, oggi sede del Municipio, eretto dal vescovo di Bovino Giovanni Galderisio e rimaneggiato nel secolo scorso. Nel 1685 fu costruita in forme barocche la chiesa di "Sant'Anna e Morti" al posto della quattrocentesca chiesa del Purgatorio; al suo interno si conservano pregevoli opere d’arte, tra cui una grande tela del '600 raffigurante "Le Anime del Purgatorio", opera dell'artista molisano Benedetto Brunetti. Al XVII secolo risale pure la chiesa di San Rocco, eretta a seguito della peste del 1656 sulle strutture di una cappella preesistente. Ultimo marchese di Deliceto fu Cesare Miroballo, che morì senza eredi nel 1790. Con la sua scomparsa il castello e le terre a esso annesse passarono al Fisco e Deliceto divenne "Città Regia".

Notizie storico-critiche:

  • Il castro, nato in una zona dove vegetava l'elce venne detto "Elceto " da cui poi derivò il nome "Deliceto ". In età imperiale Deliceto si contenne nella sua crescita per via della posizione geografica del sito che non favoriva i contatti con le grandi arterie stradali della Daunia. Si fortificò, più che ampliarsi, sotto i Longobardi, quando fu elevata a vedetta subappenninica del Ducato di Benevento. Ebbe, allora, nella seconda metà del IX secolo, il castello, costruito per l'arroccamento della popolazione durante le incursioni dei Saraceni . Nel XII secolo, quando i Normanni fecero dell'Italia meridionale una monarchia nazionale a regime, divenne suffeudo prima della contea di Loretello e poi di altre. Uguale sorte sotto gli Svevi e gli Angioini. Si evolse in marchesato nel 1463 con Ferdinando I d'Aragona . Sotto i Piccolomini, nel XV secolo, sorse il convento di "Santa Maria della Consolazione", in località "Valle in Vincoli" su richiesta del monaco agostiniano Felice da Corsano. Ultimo marchese di Deliceto fu Cesare Miroballo, che morì senza eredi nel 1790. Con la sua scomparsa il castello e le terre ad esso annesse passarono al Fisco e Deliceto divenne "Città Regia".
Bibliografia:
  • Iossa A., Deliceto notizie storiche. Baroni, popolo e città (1000-1700), Deliceto notizie storiche. Baroni, popolo e città (1000-1700), , Foggia: Litostampa, 2010
  • AA. VV., Deliceto. Itinerario storico-artistico attraverso luoghi, personaggi, avvenimenti, tradizioni, Deliceto. Itinerario storico-artistico attraverso luoghi, personaggi, avvenimenti, tradizioni, , Deliceto: , 199.

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • FGBIS000612

Tipologia del bene

Tipo: Città

Funzione: 

  • Sacra/religiosa/culto
  • Frequentazione
  • Produttiva/lavorazione/artigianale
  • Difensiva/militare
  • Abitativa/residenziale

Condizione Giuridica

Proprietà mista pubblica/privata

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)
  • Età contemporanea (XIX-XXI secolo)

Motivazione: 

  • Bibliografia

Stato di conservazione
  • Conservato parzialmente
  • Integro

Criterio di perimetrazione: da PTCP, tavola B2A “Tutela dell’identità culturale: elementi di matrice antropica”

Tipo Fruibilità: Aperto al pubblico