Deliceto

Il borgo si erge sui Monti Dauni ai confini con l’Irpinia, adagiato sul dorso del contrafforte “Pesco”, una diramazione del monte San Quirico orientata verso est, tra le vallate dei torrenti Gavitello e Fontana, circondata da boschi di grande bellezza. Il nome rimanderebbe, infatti, ai boschi di leccio, detto anche elce, che ricoprivano la collina occupata dal primo insediamento. L’abitato si sviluppò attorno al castello normanno-svevo-angioino, eretto sulla punta rocciosa che domina il paese, forse inglobando precedenti strutture longobarde. Il primo proprietario del feudo di cui si ha notizia dalle fonti storiche è il conte normanno Tristainus, discendente dagli Altavilla, citato in un atto di donazione del 1073 in favore dell’abbazia della SS. Trinità di Venosa; a quell’epoca il castrum era feudo della Contea di Loretello e ricompresa nella diocesi di Bovino. Altri signori normanni riportati dalle fonti sono Ayatardo e Raimondo, figlio di Roberto conte di Loretello. Nel 1182 il feudo fu concesso a Ruggero Drago e inglobato nella Contea di Civitate. Nel periodo svevo, dal 1226 al 1239, era signore di Deliceto Ragone di Balbano, conte di Conza e Apice, morto il quale Deliceto divenne città regia governata da un’amministrazione civica e il castello inserito tra i “castra” dello “Statutum de reparatione castrorum”. Durante l’epoca angioina l’abitato venne sottoposto a opere di risistemazione che investirono anche il castello. In questo periodo il feudo fu più volte incamerato dal Regio Demanio e altrettante volte venduto a signori. Tra questi un ruolo importante lo ricoprirono i San Giorgio della Montagna, che manterranno il feudo fino alla seconda metà del XIV secolo. Nel 1384 Deliceto venne assegnata alla famiglia Acciauoli, potente famiglia della corte napoletana, per passare successivamente ai De Andreis d’Ivrea. Nel 1463 il feudo fu elevato a marchesato dal re Fernando I d’Aragona e concesso al genero Antonio Piccolomini, nipote di papa Pio II. Il marchese si stabilì a Deliceto con una colonia di Albanesi. Ciò determinò l'ampliamento dell'abitato a occidente. Il feudo di Deliceto, pur restando sempre un bene di natura demaniale, passò poi dai Piccolomini ai Bartirotti e da questi ai Miroballo, casate imparentate tra loro. Ultimo marchese di Deliceto fu Cesare Miroballo, che morì senza eredi nel 1790. Con la sua scomparsa il castello e le terre ad esso annesse passarono al Fisco e Deliceto divenne "Città Regia".

Bibliografia:
  • Martin J. M., La Pouille. Du VI au XII siècle.,
  • Licinio R., Castelli medievali. Puglia e Basilicata, dai Normanni a Federico II e Carlo d’Angio`, Castelli medievali. Puglia e Basilicata, dai Normanni a Federico II e Carlo d’Angio`, , Bari: , 1994
  • Iossa A., Deliceto notizie storiche. Baroni, popolo e città (1000-1700), Deliceto notizie storiche. Baroni, popolo e città (1000-1700), , Foggia: Litostampa, 2010
  • AA. VV., Deliceto. Itinerario storico-artistico attraverso luoghi, personaggi, avvenimenti, tradizioni, Deliceto. Itinerario storico-artistico attraverso luoghi, personaggi, avvenimenti, tradizioni, , Deliceto: , 199.

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • FGBIP000136

Condizione Giuridica

Proprietà mista pubblica/privata

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: Tutela

  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Basso Medioevo (XI-XV secolo)
  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)
  • Età contemporanea (XIX-XXI secolo)

Cronologia specifica:

Motivazione: 

  • Bibliografia

Criterio di perimetrazione: Perimetro dell'edificato visibile nella cartografia contemporanea

Tipo Fruibilità: Aperto al pubblico