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Da Giovanni Antonio il feudo, dopo varie successioni, pervenne nel 1507 a Francesco Del Balzo Orsini, Conte di Ugento, alla corte del quale viveva Antonino Lenio, scrittore parabitano, autore dell’Oronte Gigante, opera giudicata da Benedetto Croce uno dei più importanti, se non l’unico, contributo del meridione alla letteratura epico-cavalleresca. Le fortune degli Orsini finirono nel 1528, in seguito alla vittoria di Carlo V di Spagna contro Francesco I di Francia nella battaglia di Pergolaci, nelle campagne fra Alezio e Gallipoli (1528). In seguito a questa disfatta, i Del Balzo Orsini, che si erano schierati con i francesi, scapparono da Parabita e con essi Antonino Lenio. Dal 1531 il feudo fu gestito dal Regio Fisco che indennizzava i creditori dei Del Balzo Orsini con la rendita del Castello. Nel 1535 fu acquistato da Pirro Castriota, uno dei responsabili della vittoria di Pergolaci, senza dubbio il più illuminato feudatario di Parabita. Egli diede importanza e procurò fama al Paese, lo rivoluzionò dal punto di vista economico, sociale, urbanistico. Organizzò l’attuale Piazza Umberto I come luogo di scambi commerciali e sociali, intervenne sul tessuto urbano facendo ristrutturare il Castello da Evangelista Menga, architetto copertinese che operò anche nei manieri di Copertino e di Lecce: egli rinforzò le difese del castello e, allo stesso tempo, conferì alla struttura l’aspetto di una residenza più che di un maniero di difesa. Il Castriota commissionò inoltre a Gabriele Riccardi, architetto e scultore leccese, il Portale di Tramontana della Chiesa Matrice e quello di Palazzo Castriota. La Parabita rinascimentale vide la costruzione di altri bei palazzi: Palazzo Lopez Y Royo e Palazzo De Ramis, dal bellissimo bassorilievo con al centro lo stemma del Casato e, ai lati, la deposizione di Cristo a sinistra e l’Annunciazione a destra. Entrambi questi palazzi furono dimora di nobili famiglie spagnole, giunte a Parabita in seguito alla vittoria di Pergolaci. Si ricordi anche Palazzo Vinci, a cui si accede da un bel portale che sembra, per la fattura, essere coevo di quello di Palazzo Castriota: presenta in facciata una bella loggia bipartita da due archi a tutto sesto, sorretti da un pilastro centrale, tipologia comune a molti palazzi del centro storico e che ritroviamo nel Palazzo Seclì, nel Palazzo Serino ed in altri. Tutti questi affacciano su stradine strette dove si possono ammirare archi che sorreggono bellissime logge, altri che ornano portali finemente scolpiti, finestre su balconi chiusi da ferri “spanciati” e poi il mignano, elemento architettonico da considerarsi timido affaccio sulla strada. Nel corso del XVI secolo le costruzioni si arricchiscono di decorazioni sia interne che esterne, i palazzi abbondano di particolari immagini e figure scolpite sulle facciate, sui portali, sulle mensole. È il caso di Palazzo Ardito, sulla cui facies vi è una fuga di mensole fra le quali è scolpita l’immagine apotropaica del diavolo. Alla metà di questo secolo risale la costruzione della Chiesa dell’Immacolata, splendido connubio tra la linearità e la semplicità dell’esterno e la tipica ricchezza di elementi barocchi dell’interno, completamente affrescata. Nel 1698 inizia la costruzione della Chiesa del Crocefisso, meglio conosciuta in paese come Chiesa di San Pasquale. Il feudo è gestito dai Castriota fino al 1678 e nel 1689 è venduto sub hasta a Domenico Ferrari, che lo trasforma in Ducato. Nel 1731 a Parabita arrivano gli Alcantarini, ordine della Congregazione Francescana, che realizzano il loro Convento accorpandolo alla Chiesa del Crocifisso. Nasce così un’unica struttura dalle linee semplici ed essenziali, così com’era la loro regola. Nel 1732 si costruisce la Chiesa delle Anime
- AA. VV., Guida d'Italia- Puglia, ,2008
- Cazzato M., Lecce e il Salento 1, Atlante del Barocco in Italia, , Roma: De Luca Editori d'Arte, 2015
Scheda
- LEBIS000155
Tipologia del bene
Tipo: Città
Funzione:
- Sacra/religiosa/culto
- Frequentazione
- Produttiva/lavorazione/artigianale
- Abitativa/residenziale
Condizione Giuridica
Proprietà mista pubblica/privata
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Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Ente: Sop. Belle Arti BR-LE
Ruolo: Tutela
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Tipo: Soprintendenze ambito archeologico
Ente: Sop. Archeologia Puglia
Ruolo: Tutela
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elemento contenuto in - Sito Pluristratificato
Periodo:
- Età moderna (XVI -XVIII secolo)
Motivazione:
- Bibliografia
- Conservato parzialmente
Criterio di perimetrazione: Si perimetra l'area delle strutture relative al periodo in esame
Tipo Fruibilità: Aperto al pubblico