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Nell'XI secolo la città Barletta rivestì un ruolo strategico di mediazione tra le aree interne e la costa e fu roccaforte dei Normanni. Tra la fine del X e l'XI secolo si data un nuovo edificio, a tre navate individuate da file di pilastri e dotato di una pavimentazione a tasselli lapidei e laterizi con decorazione a stampo, che si sovrappose alla chiesa sabiniana e che fu poi sostituito dalla cattedrale romanica nel XII secolo. Una riorganizzazione del centro urbano per iniziativa di Pietro, conte di Trani, comportò lo sviluppo di un nucleo fortificato intorno alla chiesa matrice di S. Maria Maggiore, attraversato da una serie di strade con andamento N-S, corrispondente all'attuale borgo della Marineria. Il tracciato della via Ettore Fieramosca corrisponde presumibilmente a quello della vecchia cinta muraria. L'arrivo delle popolazioni in fuga da Canne e Bari, distrutte da Roberto il Guiscardo e Guglielmo I nel 1083 e nel 1156, contribuì ad ampliare il tessuto urbano, che si arricchì di ulteriori borghi (nei pressi della chiesa del Santo Sepolcro e presso il convento di S. Giacomo) e di conventi e ospizi di ordini religiosi e cavallereschi. In età federiciana fu sede del Parlamento dei Baroni, impegnato nell'organizzazione delle Crociate. Dopo un tentativo di ribellione fu riconquistata da Manfredi che la scelse come sua residenza. In età angioina si affermò grazie alle attività commerciali ed al potenziamento della sua flotta. Le ricche famiglie patrizie costruirono i propri palazzi nei borghi della Marineria e del Santo Sepolcro e lungo le “sette rue”, sette strade perpendicolari alla via costiera. Sotto il dominio aragonese fu portata a compimento la nuova cinta muraria che inglobò i vari borghi e la zona costiera con conventi ed ospedali e fu restaurato il castello normanno. Un documento del 1309 attesta la presenza a Barletta presso la dogana del Colosso, di una statua in bronzo tardoromana che ritrae un imperatore vestito con una corazza, alta più di 5 m. L'imperatore raffigurato nella statua colossale, secondo la tradizione popolare identificato con Eraclio, è riconosciuto, nella critica storico-artistica più recente, come Onorio (393-423) o come Teodosio II (408-450). Nel primo caso, il colosso proverrebbe da Costantinopoli dove è nota dalle fonti la presenza di due statue colossali fatte erigere da Teodosio in onore dei figli Arcadio e Onorio, assecondando la tradizione medievale in base alla quale la statua sarebbe stata presa dai Veneziani durante il sacco di Costantinopoli del 1204 ed in seguito ad un naufragio abbandonata a Barletta. Nel secondo caso si tratterebbe di una statua fatta erigere da Valentiniano III a Ravenna in onore di Teodosio II nel 439 e rinvenuta durante scavi promossi da Federico II che poi l'avrebbe fatta trasportare in Puglia. La posizione attuale, presso il fianco sinistro della Basilica del Santo Sepolcro è attestata dalla metà del XV quando, dopo il restauro di gambe e braccia da parte dello scultore Fabio Alfano di Napoli, fu posta in una loggia abbattuta nel 1925.
- AA. VV., Ceraudo G. a cura di, Archeologia delle Regioni d'Italia. Puglia Bologna: , 2014
Scheda
- BTBIS000060
Tipologia del bene
Tipo: Città
Funzione:
- Sacra/religiosa/culto
- Produttiva/lavorazione/artigianale
- Difensiva/militare
- Portuale
- Abitativa/residenziale
Condizione Giuridica
Proprietà mista
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Tipo: Soprintendenze ambito archeologico
Ente: Sop. Archeologia Puglia
Ruolo: Tutela e valorizzazione
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Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG
Ruolo: Tutela e valorizzazione
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elemento contenuto in - Sito Pluristratificato
Periodo:
- Basso Medioevo (XI-XV secolo)
- Alto Medioevo (VII-X secolo)
- Età medievale (generico)
Motivazione:
- Bibliografia
- Conservato parzialmente
Dimensioni in Mq: 110000.00
Criterio di perimetrazione: Evidenze da ortofoto
Tipo Fruibilità: Attrezzato per la fruizione