Putignano (età medievale)

Le prime notizie sull'abitato risalgono al X secolo e legano la storia di Putignano a quella di Conversano. In alcuni documenti del X secolo è citato un locus pautiniano, che rimanda alla prima denominazione del paese. Nell'XI secolo i Normanni invadono i domini bizantini e si impossessano dei loro territori. Nel 1086, Goffredo d'Altavilla fa erigere una abbazia presso Monopoli, dedicata al protomartire Stefano e l'arricchisce donandole il castellum di Putignano. L'organizzazione sociale e civile di Putignano alle sue origini doveva essere legata ad una comunità che ruotava attorno ad un mulino, un trappeto, un forno e una chiesetta, San Pietro (XI secolo). Le vicende del paese sotto la dominazione sveva sono poco note. Del 1195 è un documento di Arrigo VI che confermava per l'abbazia tutti i precedenti privilegi e proprietà. Questo fu un periodo tranquillo per Putignano, prospero per l'abbazia. Pochi anni dopo il conflitto fra Federico II e la chiesa si rifletté sulla storia locale. Federico II permise l'erezione dell'Università e di un castello presso Porta Maggiore, che lo stesso imperatore fece demolire attorno al 1219, insieme alle mura, quando i putignanesi dietro consiglio dei benedettini, gli negarono l'accesso in città. Dopo l'ira di Federico, i monaci dispersi tornarono nel diroccato convento nel 1236. I lavori furono eseguiti dall'abate Riccardo e completati nel 1244. Nel 1261 Manfredi farà restituire i beni all'abbazia di Santo Stefano e il monastero potrà riprendere il suo ruolo e la sua influenza. In età angioina Putignano risultava un'università, diciannovesima fra le cinquantadue università nella provincia di Bari. Tra fine Duecento e inizi Trecento cominciarono le controversie tra università per questioni di confini, all'inizio del Trecento disguidi interni tra i monaci richiesero l'aiuto dei cavalieri gerosolimitani, che arrivati al convento finirono per impossessarsi di tutto. Così ai monaci benedettini si sostituirono i i cavalieri Gerosolimitani, detti un tempo di Rodi e poi di Malta, il cui possesso fu legittimato da una bolla papale del 1317, che dona Santo Stefano con tutti i suoi beni ai cavalieri. Tra il 1459 e il 1460 Putignano subì gravissimi danni e fu saccheggiata, l'Università di Putignano chiese un risarcimento dei danni subiti al sovrano nel 1463. In questi anni il Balì dell'epoca, fra Giambattista Carafa, rimase in disparte e fu praticamente assente, fino al 1464, quando iniziò ad influenzare la vita del paese. In questo periodo diminuì il costo del fitto annuo del forno (il cosiddetto forno grande, ancora oggi esistente in via dei Mulini) e la casa superiore ad esso annessa fu adibita a sede dell'università fino all'agosto del 1715. Il Balì ordinò anche che fossero costruiti altri due nuovi forni, per soddisfare le esigenze della popolazione evidentemente accresciuta. Probabilmente attorno al 1470 fece costruire la chiesetta di S. Giovanni. Nel 1472 avrebbe ottenuto il regio assenso a costruire la cerchia muraria che si sviluppò lungo il perimetro dell'attuale extramurale, munita di torri. Nel 1474 fece restaurare anche la chiesa di S. Pietro, dandole la conformazione attuale. Nel 1477 ci fu il passaggio della commenda dalla lingua di Provenza alla lingua d'Italia e al Balì Giambattista Carafa subentrò Alessandro. Il centro storico ha forma ellittica, è compreso tra l'ampio extramurale (1876), aperto al posto dove sorgevano le antiche mura (il cui abbattimento iniziò nel 1836) ed è attraversato da una strada principale, detta “la chiancata”, che parte da Porta Grande e gira intorno al primo nucleo della cittadina (dominato dalla chiesa di San Pietro). Il centro è tutto un dipanarsi di vie e viuzze, su cui si affacciano le antiche case. Qua e là si aprono slarghi e piazzette. Notevoli la chiesa trecentesca di Santa Maria la Greca, che conserva la testa-reliquario di santo Stefano, in argento sbalzato, eretta nel XIV secolo molto probabilmente sulle rovine di un tempio pagano, ma rimaneggiata nel XV-XVI secolo e successivamente in forme barocche e la chiesa madre di S. Pietro, la cui struttura riflette stili diversi in rapporto ai successivi rifacimenti. La chiesa di San Pietro, consacrata nel 1158, rifatta nel 1474 e nel XVII secolo in forme barocche, conserva nella facciata un bel rosone e un portale ogivale con una duplice fascia di rilievi e una soprastante cornice di foglie intrecciate. Il campanile risale al 1615. L'interno della chiesa, interamente trasformato in età barocca, contiene pregevoli opere d'arte. Risale al 1402 la chiesa di Santo Stefano, protettore di Putignano, le cui spoglie sono conservate e venerate presso la chiesa di Santa Maria la Greca. Nei pressi della Chiesa di S. Pietro, si trova Il palazzo del Balì, rappresentante del Gran Consiglio dell'ordine di dei cavalieri di Malta, in piazza Plebiscito. L'assetto odierno è in gran parte dovuto agli interventi della famiglia Romanazzi Carducci che acquistò l'edificio per farne una elegante residenza privata, donata poi al comune di Putignano nel 1967 dal principe Guglielmo Romanazzi-Carducci, perché oggi sede del Museo Civico.

Notizie storico-critiche:

  • Putignano, per i tanti reperti archeologici ritrovati, è una città di antica origine peuceta; nonostante ciò, non è possibile stimarne la data di fondazione. Fin dal Medioevo, e per più di sette secoli, la città è stata ecclesia nullius diocesis, cioè alla diretta dipendenza del Papa per il potere spirituale e temporale, dal 1086 al 1358 tramite il governo dei Benedettini di Monopoli (ai quali era stata donata dal Conte di Conversano Goffredo d'Altavilla) e successivamente mediante i Cavalieri di Malta che la detennero sino all'abolizione della feudalità (1808). Federico II tentò di accattivarsi la fedeltà dei Putignanesi, che stimava e rispettava, facendo costruire un castello. Egli, però, lo fece demolire insieme alle mura dopo alcuni anni, a causa della totale fedeltà di Putignano al Papa e poiché, in un episodio, la cittadina negò allo stesso Imperatore l'accesso in città al rientro da una battuta di caccia. La presenza di molti artigiani che realizzavano utensili ed indumenti di qualità ha fatto sorgere in Putignano, alla fine del XIX secolo, le prime industrie.
Bibliografia:
  • Marascelli R., Mezzapesa P. a cura di, Putignano. Guida Storica : Vito Radio editore, 2006
  • Cazzato V., Fagiolo M., Pasculli Ferrara M., Atlante del Barocco in Italia. Puglia. 1. Terra di Bari e Capitanata, Terra di Bari e Capitanata, , Bari: , 1996
  • Valeria Rosato, Valeria Rosato a cura di, Terra dei trulli e di Barsento. Guida Turistica e Culturale ai Paesi del Gal: Alberobello, Castellana Grotte, Gioia del Colle, Noci, Putignano, Sammichele di Bari, Volume unico, , Putignano: , 2014

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • BABIS000188

Tipologia del bene

Tipo: Città

Funzione: 

  • Sacra/religiosa/culto
  • Frequentazione
  • Produttiva/lavorazione/artigianale
  • Abitativa/residenziale

Condizione Giuridica

Proprietà mista pubblica/privata

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età medievale (generico)

Motivazione: 

  • Bibliografia

Stato di conservazione
  • Conservato parzialmente
  • Integro

Criterio di perimetrazione: Perimetrazione effettuata mediante ausilio di cartografia e fotografia area.

Tipo Fruibilità: Aperto al pubblico