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Il frantoio, collocato a poca distanza da Porta Filia, apparteneva un tempo alla famiglia Granafei ed era collocato in un’area anticamente di pertinenza del giardino del palazzo. La struttura rientra in una rete di diciannove trappeti collegati tra loro da cunicoli e gallerie sotterranee che testimoniano la principale attività economica del territorio nei secoli passati: la coltivazione dell’olivo e la produzione di olio. Si tratta di un grande ambiente suddiviso in due aree. Alcune ipotesi vogliono che si trattasse di due frantoi distinti, successivamente unificati per realizzarne uno più ampio, appartenente alla famiglia dei feudatari dell’area, i Granafei. I due ambienti erano destinati alla spremitura delle olive con grandi macine in pietra, mentre altri due ambienti servivano per lo scarico. Si accede al frantoio tramite una scala coperta da volta a botte. All’interno venivano utilizzati sia torchi alla calabrese (con due viti) che alla genovese (con una vite), destinati alla spremitura della pasta di olive. Ben visibili anche le vasche di decantazione dell’olio. Il frantoio ha funzionato a pieno ritmo fino al XIX secolo e fino al XVIII era sicuramente ancora il più importante del paese.
Definizione Ambito Culturale:
- Dato non disponibile
- Manni L., Guida di Sternatia : Congedo Editore, 1983
Scheda
- LEBIU002137
Tipologia del bene
Tipo: Frantoio ipogeo
Funzione:
- Produttiva/lavorazione/artigianale
Condizione Giuridica
Proprietà Ente pubblico territoriale
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Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Ente: SABAP-LE (Archite-BA-Pae)
Ruolo: Tutela e valorizzazione
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elemento contenuto in - Sito
Periodo:
- Età moderna (XVI -XVIII secolo)
- Età contemporanea (XIX-XXI secolo)
Motivazione:
- Analisi delle strutture
- Bibliografia
- Conservato parzialmente
Criterio di perimetrazione: Si indica il punto in cui è collocata la struttura.
Tipo Fruibilità: Aperto al pubblico