Palazzo Imperiali

Il Palazzo Imperiali, in Piazza Umberto I, nel centro storico di Latiano fu eretto su una precedente struttura difensiva di età medievale, più volte rimaneggiato assunse l'attuale aspetto nel 1724, come risulta da talune iscrizioni sul frontale. Nel 1500 sotto la famiglia Francone il palazzo divenne residenza feudale e furono costruite le torri angolari quadrate, visibili lungo la facciata retrostante del palazzo, e la facciata su via Spinelli, in cui è possibile notare le feritoie per le armi. Il feudo, nella prima metà del 1600, dalla famiglia dei baroni Francone passa per breve tempo alla famiglia De Santis e a partire dalla metà del 1600 e fino al 1909 entra a far parte dei beni di proprietà della famiglia dei Marchesi Imperiali, signori di Oria e di Francavilla Fontana, i quali ampliarono e rinnovarono la struttura rendendola un vero e proprio palazzo signorile. È di questo periodo, infatti, la trasformazione della facciata la quale perde i connotati di struttura difensiva per rientrare nel gusto dell'architettura salentina dell'epoca, come dimostrano i motti latini e la grande iscrizione dell'arco ribassato che inquadra l'apertura sopra il portone di accesso. La struttura, a pianta quadrata e con cortile centrale, si sviluppa su due piani, in origine tre. La facciata, liscia e imponente è scandita da due ordini di finestre che delineano l'impianto interno e al centro il portale d'ingresso si inserisce all'interno di una struttura aggettante, impreziosita da paraste in bugnato e sormontata da una balconata con colonnine barocche. Per l'intera lunghezza della balconata si apre un arco di rafforzamento, che custodisce un'iscrizione latina, in cui si riprendono alcuni versi tratti da poemi virgiliani. L'impianto interno si struttura in un pianterreno, con ambienti deputati a magazzini e depositi ed un primo piano, o piano nobile, con le sale che ospitavano la famiglia e gli alloggi per i dipendenti. Al primo piano è il salone di rappresentanza, detto “salone Flora”, un'elegante sala convegni decorata nel 1927 da affreschi del Maestro Agesilao Flora (artista salentino nato a Latiano nel 1863 e morto nel 1952), arredata con mobili d'epoca di Cantù ed attrezzata di impianto stereofonico. Utilizzata per la celebrazione di matrimoni civili o per iniziative senza scopo di lucro che abbiano un carattere sociale, culturale, religioso, scolastico e sportivo quali conferenze, concerti, convegni, seminari, manifestazioni artistiche, ha una capienza di poco meno di 100 posti a sedere. Sul soffitto della sala sono raffigurati “Roma”, “Il Salento” e “L'Italia”. Per due dei riquadri, rispettivamente Il Salento e Roma, Flora riprende alcuni versi di due grandi autori dell'età augustea, Virgilio e Orazio, per svolgere in chiave allegorica tematiche di carattere sociale e politico. Nel primo, recuperando il primo verso del primo libro delle Georgiche, l'artista rappresenta le due “anime” del territorio salentino degli anni venti: la prima, quella di un mondo dominato dalla serenità della vita campestre, evocato da un'immagine che raffigura il lavoro dei campi, e da tonalità chiare e luminose; la seconda, di un mondo impoverito e disperato, che vive i disagi conseguenti alla disoccupazione. Nell'altro riquadro, per esaltare la grandezza di Roma Capitale, invece, l'artista ispirandosi ai versi del Carmen Saeculare di Orazio, raffigura in chiave allegorica la “Città Eterna”, esaltandone la magnificenza e l'eternità attraverso i suoi simboli e i suoi monumenti più rappresentativi. Nell'affresco eseguito sul soffitto centrale, invece, Flora rappresenta in chiave allegorico-celebrativa l'Italia, circondata dalle personificazioni delle Arti e delle Virtù universali. Le altre sale del primo piano custodiscono le testimonianze degli Imperiali: lo stemma della famiglia raffigurante l'aquila imperiale, una preziosa collezione di quadri (del XVI-XXII secolo), che l'ultimo dei marchesi che risiedette nel palazzo, lasciò in dono al paese. Temporaneamente, il piano nobile ospita anche il “Museo del sottosuolo” intestato a Pietro Parenzan che si compone di quattro sezioni principali: Biologia del sottosuolo, Geologia (mineralogia, petrografia, carsismo), Paleontologia generale e Paleontologia umana a cui si aggiungono nuove sezioni tematiche (Risorse del sottosuolo, Architettura e Urbanistica sotterranee). Al piano terra, oltre alla Biblioteca e ai servizi per la multimedialità troviamo, l'Auditorium denominato “Saletta Imperiali”, con accesso da Via Spinelli e da una antica stradina che costeggia il Palazzo. La struttura, sorta nelle vecchie stalle del palazzo baronale, ove un tempo sorgeva una cripta bizantina, presenta, su una parete, un affresco con immagini sacre rinvenuto nella fase di restauro. Resti di affreschi appartenenti alla medesima cripta sono visibili dall'alto attraverso una apposita fessura creata nel pavimento, anche nella sala di esposizione “Collezione Antonio Marseglia” al primo piano. Nell'Auditorium sono visibili anche raccolte di oggetti facenti parte del “Museo delle Arti e Tradizioni di Puglia” – la cui sede è attualmente in fase di ristrutturazione – che riproduce gli ambienti essenziali della casa tipo pugliese (ambiente casalingo, artigianale, agricolo) e di lavorazione della ceramica, del vino, delle stoffe e dell'abbigliamento. La sala viene utilizzata sia per iniziative/attività senza scopo di lucro che abbiano un carattere sociale, culturale, politico, religioso, scolastico e sportivo e sia per la celebrazione di matrimoni civili, o iniziative con scopi commerciali o per finalità espositive. In una sala del Palazzo Imperiali è allestita la Pinacoteca Comunale, istituita nel 2004, che raccoglie la “Quadreria Imperiali”; una collezione di grandi tele del ‘700 napoletano e opere di giovani autori salentini contemporanei. I quadri si riferiscono a tematiche religiose del Vecchio e Nuovo Testamento e ad un tema della mitologia. Alcuni dipinti sono datati e firmati, altri attribuiti secondo considerazioni stilistiche ad autori del tempo ed altri, infine, a pittori non identificabili. A destra del Palazzo, la cappella dell'Addolorata, oggi chiesa dell'Immacolata, nata come cappella gentilizia degli Imperiali e all'epoca collegata direttamente al palazzo, è opera di Mauro Manieri e ha pianta a croce greca e volte a crociera con stucchi dorati.

Notizie storico-critiche:

  • Il Palazzo Imperiali, in Piazza Umberto I, nel centro storico di Latiano fu eretto probabilmente nel XII secolo (secondo il Santoro) o ancor prima, nell’XI secolo (secondo il Quilici), ma fu più volte rimaneggiato sino ad assumere l’attuale aspetto, assunto nel 1724, come risulta da talune iscrizioni sul frontale. Nel 1500, passato il feudo di Latiano alla famiglia Francone e divenuto “Baronia”, la struttura fortificata del castello fu trasformata in residenza feudale. Il feudo, nella prima metà del 1600, dalla famiglia dei baroni Francone passa per breve tempo alla famiglia De Santis e a partire dalla metà del 1600 e fino al 1909 entra a far parte dei beni di proprietà della famiglia dei Marchesi Imperiali, signori di Oria e di Francavilla Fontana, i quali ampliarono e rinnovarono la struttura rendendola un vero e proprio palazzo signorile.
Bibliografia:
  • Quilici L., Quilici Gigli S., Repertorio dei beni culturali archeologici della provincia di Brindisi, ,1975
  • A. Guido, A. Guido a cura di, Agesilao Flora: la decorazione di Palazzo Imperiali a Latiano., Agesilao Flora: la decorazione di Palazzo Imperiali a Latiano., , Latiano (BR): , 2006
  • R. Santoro, R. Santoro a cura di, Latiano, Latiano, , Pescara: , 1909
  • Guastella M., R. Caforio a cura di, Agesilao Flora (1863- 1952). Pittore e idealista., Agesilao Flora (1863- 1952). Pittore e idealista., , Latiano: , 2008
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Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • BRBIU000230

Tipologia del bene

Tipo: Palazzo

Funzione: 

  • Abitativa/residenziale

Condizione Giuridica

Proprietà Ente pubblico territoriale

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BR-LE

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)

Motivazione: 

  • Bibliografia

Cronologia specifica:

Dal: XVI secolo d.C. Al: XX secolo d.C.

Stato di conservazione
  • Restaurato

Tipo Fruibilità: Aperto al pubblico