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Il complesso topografico è costituito dal luogo di culto e dall’ipogeo, entrambi messi in luce nel corso delle campagne di scavo dirette da Giovanna Delli Ponti sul finire degli anni ’50 del secolo scorso. Il luogo di culto, orientato in senso nord-ovest/sud-est, è situato all’incrocio tra le due strade basolate e presenta una pianta quadrangolare di 20 x 12 m. L'edificio è realizzato con grandi blocchi squadrati in calcarenite locale e si articola in diversi ambienti comunicanti, sempre di forma quadrangolare, alcuni dei quali conservano ancora intatta la pavimentazione antica in cocciopesto. L'articolazione dei vani doveva essere funzionale allo svolgimento delle diverse attività cultuali che venivano praticate all'interno dell'area sacra. All'esterno, il complesso monumentale è delimitato dal muro di temenos (recinto sacro), di cui si conservano vari tratti realizzati in blocchi, soprattutto sul lato settentrionale. Le indagini archeologiche non hanno consentito di riconoscere le divinità venerate all’interno del tempio, ma la presenza di numerosi frammenti di sigillata italica ha permesso agli archeologi di proporre una datazione del complesso ad età romana repubblicana (I sec. a.C.). L'ampliamento dello scavo sul margine meridionale dell'edificio ha riportato alla luce la tomba ipogea dalla particolare pianta a T, riferibile ad età ellenistica nella sua fase di impianto, a cui il luogo di culto sembra strettamente connesso; tale ipotesi è avvalorata dalla sovrapposizione tra il muro sud dell'edificio sacro e il vano ipogeo, che sembrerebbe continuare ad essere frequentato ancora in età romana. Un ulteriore elemento a favore di una continuità della frequentazione è costituito dal diverticolo della strada basolata che raggiunge la tomba ipogea in corrispondenza di due basi modanate, riferibili ai pilastri posti all'ingresso della camera funeraria. L’ipogeo è ricavato nel banco di roccia, a ca. 3,5 m al di sotto del piano di campagna, ed è costituito da un dromos di accesso (lunghezza ca. 3,40 m) provvisto di 6 gradini che conducono ad un vano centrale di forma quadrata (2,50 x 2,40 m), ai lati del quale si dispongono altri due ambienti di dimensioni pressoché simili. Al momento della scoperta, le pareti del dromos erano decorate alla base da uno zoccolo diviso in riquadri e ornato da linee diagonali che formavano un motivo a spina di pesce. Al di sopra si disponevano altri pannelli scuri e fasce dipinte con diverse gradazioni di rosso, culminanti con una cornice ionica a dentelli. Sull’architrave dell’entrata principale è collocata un’iscrizione messapica incisa e dipinta in rosso. Nella camera centrale, sulle due pareti laterali si sviluppava una pittura a zone decorate con linee diagonali che riproducevano la medesima decorazione del dromos; invece, la parete di fronte all’ingresso presentava un motivo geometrico di forma circolare che racchiudeva al suo interno due motivi ovali, tutti resi con tonalità rosse. La volta di colore grigio era decorata con rosette disposte in maniera geometrica. Il vano laterale destro presentava sulla parete di fondo una nicchia, decorata con motivi floreali, simili ai fiori di loto su una base di colore giallo-rosa; sulla parete sinistra erano riprodotti una grande corona circolare e un alabastron. Nella camera laterale a sinistra si distingueva la parte superiore di una testa umana caratterizzata dai capelli e da un orecchio appena accennati. Infine, dall’ipogeo provengono le due porte, in calcarenite locale, relative agli ambienti laterali. Intelaiature a rilievo, decorate con motivi circolari di colore bruno a simulare le teste di chiodi, suddividono le porte in due riquadri: quello inferiore dipinto uniformemente in rosso, quello superiore decorato con un motivo a clessidra, sempre in rosso, su fondo chiaro. All'interno dei vani sono state rinvenute numerose ossa appartenenti a diversi individui accompagnati da un corredo costituito da vasetti miniaturistici, unguentari, coppe a rilievo di tipo megarese e alcune foglie di una corona in lamina d'oro. Sia i manufatti che la sintassi decorativa delle pitture parietali, confrontabile con quella di altri ipogei pugliesi (Taranto e Canosa), permettono di suggerire una datazione della tomba nel corso del III sec. a.C.
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- Delli Ponti G., Carta archeologica del Foglio 204 (Lecce), ,1968
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- Delli Ponti G., Brevi notizie preliminari sugli scavi a Rudiae, La Zagaglia, 3, Lecce: , 1959
- Tinè Bertocchi F., Tiné Bertocchi F. a cura di, La pittura funeraria apula. Monumenti antichi della Magna Grecia, La pittura funeraria apula. Monumenti antichi della Magna Grecia, , Napoli: , 1964
Scheda
- LEBIC000078
Tipologia del bene
Tipo: Settore tempio/santuario
Criterio Identificazione: Dati bibliografici
Funzione:
- Sacra/religiosa/culto
Condizione Giuridica
Proprietà Ente pubblico territoriale
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Tipo: Università statale
Ente: Università del Salento
Ruolo: Ricerca
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Tipo: Soprintendenze ambito archeologico
Ente: Sop. Archeologia Puglia
Ruolo: Tutela e Valorizzazione
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Tipo: Comune
Ente: Comune
Ruolo: Valorizzazione e Fruizione
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elemento contenuto in - Sito
Periodo:
- Tarda età repubblicana (I sec. a.C.)
Motivazione:
- Bibliografia
Cronologia specifica:
- Asportato in seguito a scavo
- Conservato parzialmente
- Ricostruito
Criterio di perimetrazione: Si perimetra l'area occupata dal complesso monumentale costituito da luogo di culto e ipogeo.