Esplora la Carta
Il Palazzo marchesale De Luca, dal nome degli ultimi feudatari di Melpignano, è una monumentale residenza nobiliare fatta costruire nel 1636 da Giorgio Castrista sui resti di un precedente castrum. Una lunga iscrizione sul cornicione del palazzo, che corre per tutta la lunghezza della facciata, attesta la conversione in palazzo attraverso l'ampliamento del castello di Melpignano nel 1636 insieme al nome del feudatario committente Giorgio Castriota (D. GEORGIUS CASTRIOTA EX ANTIQUIIS. OPPIDORUM PARABITAE SUPERSANI TRICASII, FEUDORUMQUE PLURIUM DOMINUS HANC DOMUM NON SIBI CUM JAM SEPTUAGENARIUS ALTIORA OB MAGNAM DEI OMNIPOTENTIS MISERICORDIAM EXPECTETE SED HEREDIBUS AMICISQUE VELUTI FUTURAM SUI MAGNIFICENTIAM POSUIT AN. 1636). La ristrutturazione fu affidata all'architetto Francesco Manuli che risparmiò solo alcune torri quattrocentesche del recinto posteriore che circoscrive il giardino e la torre a destra dell'attuale facciata. Il recinto del giardino conserva funzione difensiva e al di sopra si sviluppa un lungo camminamento di ronda che è direttamente collegato col palazzo. La dimora signorile nel complesso esprime una concezione spaziale aulica con linee architettoniche sobrie ed eleganti vicine ad un gusto tipicamente rinascimentale e non si coglie alcun riferimento alla precedente struttura fortificata. La facciata del Palazzo presenta un portale ornato da due colonne che sorreggono il balcone centrale e le finestre con timpani alternati triangolari e arcuati sono disposte ad intervalli progressivamente più brevi in prossimità del balcone centrale. Dall'androne si accede al cortile e quindi al giardino su cui si affaccia un loggiato ad arcate a tre piani, il primo e il secondo di ordine dorico. Filtro tra l'androne e il giardino è un alto recinto con balaustra della metà del Seicento. Il giardino, concepito come uno spazio a sé stante rispetto al palazzo, è disegnato a scacchiera attraverso i viali ortogonali fra loro che suddividono lo spazio in aree rettangolari o quadrate. Al centro del giardino si trova una piazzola con una fontana decorata con motivi tardo cinquecenteschi. Un pergolato sottolinea il perimetro interno del giardino. Il Palazzo ospitava in passato una ricca pinacoteca, ora trasferita a Molfetta, che annoverava dipinti del Veronese, del Domenichino, del Tintoretto, del Giaquinto, oltre che dei più rinomati pittori salentini dell'epoca. Nel palazzo si trova anche un frantoio ipogeo.
- Cazzato M., Melpignano indagine su un centro minore : Congedo Editore, 1986
Scheda
- LEBIC000006
Tipologia del bene
Tipo: Castrum (ambito urbano)
Criterio Identificazione: Bibliografia
Funzione:
- Difensiva/militare
- Abitativa/residenziale
Condizione Giuridica
Proprietà Ente pubblico territoriale
-
Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Ente: Sop. Belle Arti BR-LE
Ruolo: Tutela e valorizzazione
-
Luogo di collocazione/localizzazione [è contenuto in] - Sito
-
elemento contenuto in - Sito
Periodo:
- Età moderna (XVI -XVIII secolo)
Motivazione:
- Bibliografia
Cronologia specifica:
- Restaurato
Criterio di perimetrazione: Area occupata dal Palazzo e muro di cinta del giardino