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Occasione religiosa: si
Occasione civile: si
Occasione indeterminata: si
Ricorrenza: si
Periodicità: In occasione delle feste religiose e civili
ABSTRACT Le "Bande della tradizione pugliese", secondo la Legge Regionale LR 17/2013 art. 24-bis, sono formazioni orchestrali di strumenti a fiato e percussioni composte da almeno 35 musicisti in divisa, più un direttore. Il loro repertorio include trascrizioni di opere liriche, sinfonie, marce e musica sacra, eseguite durante feste religiose e civili, spesso su apposite strutture chiamate *casse armoniche*. Tipiche del Sud Italia e conosciute anche come "Bande da Giro", queste formazioni hanno storicamente rappresentato un importante veicolo di alfabetizzazione musicale e coesione sociale, accessibile a tutte le classi. La Regione Puglia, in linea con la Convenzione UNESCO del 2003, intende censire e valorizzare le bande come patrimonio culturale immateriale, riconoscendone il valore identitario e sociale. Le origini storiche risalgono al Settecento, con bande spesso fondate in contesti educativi e assistenziali, come orfanotrofi, e sostenute inizialmente da privati. Con l’Unità d’Italia e l’espansione borghese, le bande si professionalizzarono, diventando motori di diffusione musicale e culturale. Esse si radicarono nella cultura teatrale e lirica, fungendo da interpreti popolari di musica colta. Simbolo delle feste patronali e momenti comunitari, le bande sono percepite come "l’opera dei poveri". Il loro valore è stato riaffermato nel periodo post-pandemico, anche grazie al sostegno di personalità come il Maestro Riccardo Muti, che ha sottolineato il loro ruolo nella promozione dell’armonia, della memoria culturale e del fare comunità.
DESCRIZIONE In base alla legge regionale LR 17/2013, art. 24-bis e successive modifiche, per Bande della tradizione pugliese si intende: formazione di strumenti a fiato e percussioni, organizzata sul modello dell’orchestra, con un organico in divisa non inferiore a 35 strumentisti, oltre al Direttore. Il repertorio musicale della banda della tradizione pugliese è caratterizzato da trascrizioni di antologie operistiche, sinfonie, marce sinfoniche e musiche religiose, eseguite in forma itinerante o utilizzando apposite strutture in legno installate nelle piazze e denominate “Casse armoniche”, soprattutto in occasione delle feste patronali e processioni legate ai riti della Settimana Santa. La formazione delle cosiddette Bande è tipica del Sud Italia, dove sono anche conosciute come “Bande da Giro”. L’arte bandistica è, ed è stata, un’arte democratica, capace di trasmettere la cultura musicale sul territorio ed essere così accessibile a tutte le classi sociali. Ancora oggi offre l’opportunità di avvicinarsi alla musica, di fare esperienza e di costruire senso di comunità. La Regione - secondo la Convenzione UNESCO del 17 ottobre 2003, mediante le schede MEPI (Modulo Inventariazione Elementi Patrimonio culturale Immateriale), collegate con la rispettiva scheda BDI (Bene Demo antropologico Immateriale) - vuole censire e valorizzare tutte le bande candidate all’inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Regionale, riconoscendone la funzione sociale, culturale e identitaria.
Categoria:
- MUSICA STRUMENTALE
Notizie storico-critiche:
- La ricostruzione storica delle Bande musicali italiane beneficia del patrimonio documentario conservato presso l'Archivio di Stato. Questo materiale si basa, in parte, sul censimento promosso dal Ministero della Pubblica Istruzione negli ultimi decenni dell'800, con l'obiettivo di elaborare le prime statistiche a livello nazionale. I dati emersi evidenziano una notevole vivacità musicale bandistica in tutta Italia, nel biennio 1870-1871. Tra le formazioni più antiche documentate dalla statistica ministeriale spicca la banda di Orsara Irpina, fondata nel 1770. In Puglia, si segnala la banda di Barletta, la cui fondazione risale al 1799. Interessante la vicenda della banda di Acquaviva delle Fonti, nata allo scopo di favorire le riunioni dei carbonari del paese e di paesi vicini, vietate dallo Stato Borbonico. Le Bande musicali del territorio barese risultano prevalentemente fondate e finanziate da privati. Solo una piccola parte di esse riceve un sostegno economico dai Comuni, come nel caso delle bande di Canosa, Gioia del Colle e Mola di Bari; fa eccezione la banda di Giovinazzo, finanziata dalla Provincia. Nel territorio pugliese, tra il 1799 e il 1860 si registra la nascita di ben 20 istituzioni bandistiche. I complessi bandistici, con le loro scuole di musica, erano spesso insediati all'interno di orfanotrofi e istituti di pietà. Queste realtà offrivano una professione ai giovani ospitati, contribuendo in modo determinante alla formazione, anche linguistica, degli strumentisti che avrebbero poi animato le proprie fila. Le bande hanno dunque esercitato una funzione educativa importante, palesandosi come valido promotore del processo di alfabetizzazione e di lettura nei piccoli centri, rappresentando un'opportunità di riscatto e di emancipazione culturale da parte di una popolazione in cui l’analfabetismo musicale e linguistico toccava livelli estremi. Fra le scuole pugliesi, si segnala l’Ospizio di Foggia, istituito nel 1832 e l’ Ospizio Garibaldi di Lecce, nato nel 1850. Originariamente, lo scopo di queste scuole, che dipendevano dal Consiglio Generale degli Ospizi, era quello di formare suonatori da impiegare nelle fanfare militari borboniche, ma l’intento spesso falliva perché a causa della malnutrizione, i ragazzi non raggiungevano l’altezza richiesta dai corpi militari e pertanto restavano al servizio delle bande civili. Con l'Unità d'Italia, il numero delle formazioni musicali aumenta. Le associazioni sono promosse sempre più da nobili e borghesi, che riunivano sotto la propria ala, amatori e professionisti. La vita di queste nuove formazioni, si intrecciava spesso con quella delle bande musicali. Entrambi i complessi condividevano spazi pubblici, come piazze e teatri, e occasionalmente anche luoghi di culto. Nell'ultimo ventennio del secolo, l'istruzione musicale divenne sempre più una prerogativa di privati e sempre meno dipendente dagli istituti di carità. Le bande, e soprattutto i bandisti, conobbero l'elevazione sociale, distaccandosi gradualmente dall'immagine dell'orfano. I musicisti divennero membri di bande militari e civili di elevata qualità, dirette da maestri rinomati assunti tramite concorsi municipali e valutati da commissioni di riconosciuta fama. Le esibizioni di questi complessi riscuotevano grande successo tra il pubblico cittadino e trovavano spazio sui giornali locali. La storia delle bande meridionali si intrecciò sempre più con la cultura musicale teatrale, di cui riproponevano le opere in voga attraverso trascrizioni. Le bande rappresentavano la principale cassa di risonanza delle mode musicali dell'epoca, costituendo, per molti centri urbani, l'unico contatto musicale del loro tempo "Ecco i contadini del Sud, i religioso ascolto della musica, a saper distinguere a colpo fra Verdi e Leoncavallo" (V. Bodini). Le comunità locali utilizzavano il repertorio bandistico durante feste civili e religiose, per questo, ben presto, soprattutto al Sud, le bande divennero simbolo delle feste patronali. Bianca Tagni, studiosa locale che ne ricostruisce le vicende storiche, parla delle bande da giro pugliesi come "Nomadi del pentagramma", suggerendo l'idea di musicanti itineranti, che si spostano da paese in paese, portando "in giro" un repertorio della musica colta, sapientemente riadattato al gusto popolare. Nell’immaginario popolare la banda si figura come "Opera dei poveri” che, insostituibile nella vita cittadina, scandisce i momenti più preziosi nella vita comune. Di recente il dibattito pubblico sul valore delle bande si è riacceso anche in seguito agli effetti della pandemia da Covid-19. A sostegno del valore identitario delle bande, si è schierato anche il Maestro Muti che, il 31/08/'23, ha simbolicamente firmato, col Presidente Emiliano, la Legge Regionale LR 17/2013, art. 24-bis e successive modifiche per la valorizzazione e sostegno della cultura bandistica pugliese, riservando alle bande frasi come: fare armonia, radici culturali e fare insieme.
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Titolo: Passa la banda
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Titolo: Vita di bande
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Titolo: Storia della Banda Musicale di Acquaviva delle Fonti
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Scheda
- BABDI000001
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Ente schedatore: R16 Regione Puglia
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Ente: R16 Regione Puglia
Responsabile scientifico della ricerca:
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Regione Puglia