Muro Tenente (da età del Ferro a età romana)

Il sito archeologico di Muro Tenente si estende negli attuali territori comunali di Latiano e Mesagne. Conosciuto sin dal Medioevo come Paretone/Paretalto, per l’imponenza dei resti delle mura antiche, l’insediamento fortificato di Muro Tenente è collocato lungo uno degli antichi tracciati della Via Appia Antica. Attualmente prende il nome da due masserie poste a poche centinaia di metri di distanza dall’area archeologica (Masseria Muro e Masseria Tenente, in territorio di Mesagne). Il sito è stato tradizionalmente identificato come l’ultima statio (luogo di sosta) tra Taranto e Brindisi lungo il tracciato della via Appia, citata nella Tabula Peutingeriana (un itinerario stradale del IV secolo d.C.) con il nome di Scamnum, benché dai dati archeologici non ci siano attestazioni risalenti a questo periodo così tardo. Grazie alle ricerche archeologiche condotte sin dagli anni Sessanta del secolo scorso, è stato possibile definire le diverse fasi che hanno segnato la nascita, lo sviluppo e l’abbandono di questo importante insediamento messapico. A distanza di circa 50 anni dal primo intervento (condotto dall’allora Soprintendenza Archeologica della Puglia) le ricerche continuano regolarmente attraverso ricognizioni e campagne di scavo condotte dalla Vrije Universiteit Amsterdam (anni 1992-in corso), a cui partecipano ogni anno decine di studenti provenienti da tutto il mondo. L’area è stata valorizzata tramite la realizzazione del Parco dei Messapi, di proprietà dei comuni di Mesagne e Latiano, recentemente oggetto di un importante intervento di Recupero valorizzazione e fruizione nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro Rafforzato “Beni e Attività Culturali” (realizzato grazie ad una Operazione cofinanziata dall’UE a valere sul POR FESR-FSE 2014/2020 della Regione Puglia – Asse VI – Azione 6.7 “Interventi per la valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale”). Il Parco Archeologico è attualmente gestito da un comitato tecnico-scientifico composto dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, dalla Vrije Universiteit Amsterdam, dall’Università del Salento e dai Comuni di Mesagne e di Latiano. Le ricerche archeologiche hanno individuato le principali fasi di vita dell’insediamento. Alla fine dell’età del Ferro (VII secolo a.C.) il sito è occupato da un abitato di capanne, probabilmente già fortificato, che si sviluppa già a partire dall’età arcaica raggiungendo il momento di massimo splendore durante l’età ellenistica (IV-III secolo a.C.) con la costruzione di una seconda imponente cinta muraria di fortificazione. Sparse nell’abitato, secondo l’uso messapico, sono state individuate e scavate numerose tombe pertinenti alle varie fasi di vita dell’abitato collocate lungo la viabilità interna, o organizzate in piccoli gruppi nel pressi delle case. Per quanto riguarda l’età ellenistica sono state individuate delle strutture a carattere monumentale, pertinenti alla sfera del sacro. Con l’occupazione romana del territorio salentino a partire dal III secolo a.C. anche l’insediamento di Muro Tenente subisce delle modifiche. Nel corso del II secolo a.C. le indagini archeologiche documentano una forte riduzione dell’insediamento con l’abbandono dei quartieri periferici, e probabilmente con un abbandono quasi totale dell’insediamento urbano alla fine del secolo. Sui resti dell’insediamento viene realizzato un insediamento rurale, analogo a tanti altri insediamenti coevi attestati nel territorio circostante, accanto a poche case e a un tempietto tardo repubblicano. Anche questo insediamento viene totalmente abbandonato verso la fine dell’età augustea. Nel Medioevo l’area fu interessata dal fenomeno dei villaggi medievali i quali, a livello archeologico, rimangono praticamente sconosciuti in questa parte del territorio Salentino.