Giovinazzo

Rinvenimenti casuali nel centro antico effettuati tra il 1983 e il 1984 collocherebbero l'antropizzazione del territorio già nell'Età del Bronzo. Tale datazione trova riscontro con la scoperta nel 1961 in località San Silvestro, lungo la strada che collega Giovinazzo a Terlizzi, di un dolmen, preistorico monumento megalitico a destinazione funeraria. Le tracce più antiche del toponimo Natiolum riconducono all'itinerario delle Tabula Peutigeriana. Un vuoto documentale per tutto l'arco delle età tardo-antica e altomedievale non permette di ricostruire con debita puntualità la storia della città fino all'XI secolo, quando inizia a comparire col toponimo di Juvenatium, ossia la nuova Natiolum. All'evergetismo normanno riconduce l'edificazione della Cattedrale di Santa Maria Assunta, che sorge un edificio preesistente, citato dalle fonti come Santa Maria de Episcopio. La maggior chiesa di Giovinazzo fu costruita tra il 1125, data d'inizio della costruzione della cripta, ed il 1180, anno in cui fu completata la chiesa subdiale, consacrata nel 1283. Dell'originaria chiesa romanica persistono il prospetto meridionale del transetto, il muraglione absidale definito da 'romanicissimi' archi intrecciati e chiuso tra due torri campanarie (di cui la più piccola è del Seicento), le absidiole e la cripta. La chiesa dello Spirito Santo, costruita tra il 1385 e il 1395, costituisce la testimonianza giovinazzese che comprova il successo anche in epoca tarda del modello iconografico a cupole assiali. L'impianto urbanistico poligonale si deve agli Aragonesi che edificarono le mura installate direttamente sugli scogli: il muro è costituito dalla scarpata obliqua che è direttamente lambita dalle acque adriatiche e dalla parte rettilinea in corrispondenza del piano di calpestio. Si conserva gran parte del perimetro murario aragonese, corredato anche del cosiddetto Tammuro, ossia del torrione circolare posto all'ingresso della città antica, e del fortino. In coincidenza con il clima controriformistico furono commissionate le monumentali chiese conventuali di Sant'Agostino e di san Domenico. Tra le architetture palatine d'età moderna un posto di rilievo spetta al palazzo ducale Giudice di Cellamare, edificato nel 1657: trattasi di un complesso palatino a curtis progettato dall'architetto napoletano Francesco Antonio Picchiatti su commissione del principe Nicolò Giudice, in gran parte eretto sulle mura aragonesi. L'espansione extra-murale della città prende piede già nel Settecento, continuando nel corso del secolo successivo, sviluppandosi secondo uno schema a ventaglio. Il genius loci della città contemporanea è rappresentato da Palazzo Siciliano, marchesi di Rende, il cui prospetto definito dal neoclassico colonnato in stile ionico fu progettato dall'architetto Giuseppe Mastropasqua.

Bibliografia:
  • Daconto S., Saggio storico sull'antica città di Giovinazzo : Tipografia N. De Bari, 1926
  • Roscini F., Giovinazzo nella storia : Arti Grafiche Savarese, 1966

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • BABIP000049

Condizione Giuridica

Proprietà Ente pubblico territoriale

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: tutela

  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG

    Ruolo: tutela

Periodo:

  • Alto Medioevo (VII-X secolo)
  • Basso Medioevo (XI-XV secolo)
  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)
  • Età contemporanea (XIX-XXI secolo)

Cronologia specifica:

Motivazione: 

  • Analisi stilistica

Criterio di perimetrazione: Ingombro dell'abitato

Tipo Fruibilità: Aperto al pubblico