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È un comune dei Monti Dauni al confine con l'Irpinia. Il borgo è reso inconfondibile dal profilo delle case che si raccolgono degradanti intorno alla collina dominata dalla mole del castello. Il primo nucleo è riconducibile alla Rocca, sorta nel sito chiamato “Artemisium” di probabile origine romana, in un luogo naturalmente inaccessibile e a controllo strategico della valle del Calaggio e dell'asse viario Benevento-Siponto. Con la diffusione del Cristianesimo la Rocca fu ribattezzato “San'Agata”, a devozione della martire catanese, forse a seguito del trasferimento a Roma delle sue reliquie avvenuto nel 592 d.C. secolo. La topografia del sito, fortemente scosceso e inespugnabile, e la posizione lungo la frontiera con il Ducato di Benevento, richiamò i Longobardi che qui insediarono una strategica roccaforte del loro Gastaldato. Il cronista Erchemperto attesta l'esistenza del castrum longobardo nell'887 e nel 969 Sant'Agata è menzionata in un editto di Landolfo, primo arcivescovo di Benevento, capitale del Ducato longobardo, insieme a paesi e casali vicini quali Accadia, Panni, e San Pietro d'Olivola, tra i centri tenuti a versare la tassa sinodale. Ai primi dell'XI secolo il castrum risulta appartenere ai principi beneventani Landolfo e Pandolfo; successivamente, nella seconda metà del secolo, è oggetto di aspre contese tra le dinastie normanne interessate a detenere il possesso di quella che, secondo lo storico Maruotti, era diventata la capitale di una importante “comestabulia” (circoscrizione militare-amministrativa del reame). Troviamo, pertanto, nel 1075 il ”Castrum sanci Agadii” menzionato per la strenua difesa opposta a Roberto il Guiscardo da Abagelardo, nipote ribelle del duca; nel 1086 il duca Ruggiero, figlio di Roberto il Guiscardo, è padrone della rocca, successivamente, nel 1095, Rainolfo Brittone e suo figlio Ioele si dicono “seniori de civitate Sancti Agathe”, titolo poi passato all'erede Riccardo che detiene la fortezza fino al 1133, anno in cui la cede al re Ruggiero II per il fatto che, posta su inaccessibile monte, domina quasi tutta la Puglia. Con la cessione di Sant'Agata al re, il castrum da feudale diventa castello regio. Il centro è poi sfruttato dagli Svevi prima (Federico II ne fa una Castellania e inserisce la Rocca nel gruppo dei “castra exempta”, i castelli amministrati direttamente dal regio demanio e scelti come sede residenziale dall'imperatore), e dagli Angioini poi, sotto la cui dominazione il castello è ancora regio e il suo feudo assegnato alla famiglia Jonville; da questa passa ad Andreis de Perretto, la cui vedova, contessa di Troia, lo trasmette a Francesco Orsini dei duchi di Gravina. Nel 1576, la signoria è venduta per 36.000 ducati ai Loffredo, marchesi di Trevico e già proprietari del casale di San Pietro d'Olivola, che rimarranno a Sant'Agata fino alla metà dell'800 quando, a seguito della morte dell'ultima erede Maria Luisa, principessa di Santobuono, il possedimento passerà al marito Francesco di San Felice marchese di Monteforte.
- Agnelli l., Cronaca di Sant'Agata di Puglia, ,1902
- Maruotti G., S. Agata di Puglia nella Storia Medievale, ,1981
- Licinio R., Castelli medievali. Puglia e Basilicata, dai Normanni a Federico II e Carlo d’Angio`, Castelli medievali. Puglia e Basilicata, dai Normanni a Federico II e Carlo d’Angio`, , Bari: , 1994
Scheda
- FGBIP000138
Condizione Giuridica
Proprietà mista
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Tipo: Ente MiBAC
Ente: Segr. Reg. BBCC Puglia
Ruolo: Valorizzazione
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Tipo: Soprintendenze ambito archeologico
Ente: Sop. Archeologia Puglia
Ruolo: Tutela e valorizzazione
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Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG
Ruolo: Tutela e valorizzazione
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Tipo: Ente MiBAC
Ente: Polo Museale della Puglia
Ruolo: Valorizzazione
Periodo:
- Età contemporanea (XIX-XXI secolo)
- Basso Medioevo (XI-XV secolo)
- Alto Medioevo (VII-X secolo)
- Età tardoantica (IV -VI sec. d.C.)
Cronologia specifica:
Motivazione:
- Bibliografia
Criterio di perimetrazione: Perimetro dell'edificato visibile nella cartografia contemporanea
Tipo Fruibilità: Attrezzato per la fruizione