Candela

L’abitato, situato sulle due colline di San Rocco e San Tommaso, sorge a 515 m. s.l.m. in posizione cerniera per i collegamenti tra l’Irpinia, la Lucania e la Daunia, al termine di un’antica pista tratturale coincidente con l’attuale tratturo Pescasseroli-Candela. Gli storici locali attribuiscono l’origine al periodo delle invasioni ostrogote e longobarde, tuttavia le prime testimonianze risalgono all’XI secolo. In un atto del 1066, riguardante la chiesa di Sant’Angelo fuori le mura da parte di Ansererio, viceconte di Candela e vassallo di Guglielmo conte del Principato, in favore del monastero di S. Maria del Pesclo, è menzionato il “castellum quod Candela dicitur”. Dallo stesso documento si apprende che la chiesa in parola era a quella data “vetustam” ed era stata oggetto di un restauro integrale per le precarie condizioni di conservazione. Nel 1107 la stessa chiesa venne donata all’abbazia di Cava dei Tirreni con potestà di potervi tenere nel mese di maggio un mercato con esenzione di plateatico che era un tributo dovuto al principe per il transito per le piazze e le vie pubbliche. Tale circostanza afferma l’importanza del paese che da piccolo borgo era divenuto oramai una fiorente cittadina commerciale in cui conveniva gente di paesi vicini. Nel 1279 gli abitanti del casale di Candela risultano obbligati alla manutenzione del castrum di Sant’Agata; al 1496 risale l’infeudazione a Troiano Caracciolo, gran siniscalco del Regno e duca di Melfi. Il figlio Giovanni ne viene privato nel 1528 per ribellione all’imperatore Carlo V, che la concede al principe di Oranges; alla morte di questi, il feudo torna nelle disponibilità della Regia Corte e assegnato nel 1531 all’ammiraglio Andrea Doria come parte del vasto principato di Melfi che resterà alla famiglia fino all’eversione della feudalità. Con la famiglia Doria, la cittadina conosce un lungo periodo di prosperità, testimoniato da alcuni pregevoli monumenti quali la Chiesa Madre dedicata a Santa Maria della Purificazione, le chiese settecentesche del Purgatorio e di San Tommaso e lo splendido palazzo Doria in forme rinascimentali. Le ricchezze della famiglia Doria provenivano anche dalla gestione di importanti masserie, quale Canestrello, e di infrastrutture a servizio della Regia Dogana delle pecore di Puglia, sotto la cui giurisdizione ricadeva parte del territorio candelese. Tra queste la taverna detta dello “Scaricatojo”, importante “passo” di accesso al Tavoliere della pastoriza transumante. La struttura, acquistata dalla famiglia Ripandelli e inglobata nel complesso edilizio di Villa Torre Bianca agli inizi del Novecento, è attualmente sede dell’Agenzia provinciale per l’Ambiente.

Bibliografia:
  • Nardella M.C., Il territorio di una comunità, Pascale M.A., Desimio Brienza G., Iazzetti V., Nardella M.C., Papa S., Tritto M.R. (eds.) 1996, Candela: scorci di storia locale (secc. XVI-XX). Mostra documentaria. Candela, 14 dicembre 1996-12 gennaio 1997,1996
  • Vitolo G., Vitolo G. a cura di, Insediamenti cavensi in Puglia, Insediamenti cavensi in Puglia, , Galatina: Congedo Editore, 1984
  • L. Giustiniani, L. Giustiniani a cura di, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, III, Napoli: , 1797

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • FGBIP000135

Condizione Giuridica

Proprietà mista

Ente competente
  • Tipo: Ente MiBAC

    Ente: Segr. Reg. BBCC Puglia

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)
  • Età contemporanea (XIX-XXI secolo)
  • Basso Medioevo (XI-XV secolo)

Cronologia specifica:

Motivazione: 

  • Bibliografia

Criterio di perimetrazione: Perimetro dell'edificato visibile nella cartografia contemporanea

Tipo Fruibilità: Attrezzato per la fruizione