Fragagnano

La frequentazione neolitica del sito (3000 a.C. ca.) è attestata dai reperti degli scavi sul monte Santa Sofia, ormai inglobato nell'attuale centro urbano. Altri scavi a qualche chilometro dal paese, in contrada Cazzato, hanno restituito molti altri frammenti di ceramiche dello stesso periodo. Nel Bronzo Medio persiste l’occupazione sistematica delle aree intorno alle piccole lagune costiere e sui promontori a guardia di approdi naturali, con presenze sporadiche nelle campagne comprese tra i villaggi più importanti, come Fragagnano. Con ogni probabilità fu abitato in età pre-romana, in quanto sito naturalmente ben difeso e provvisto di acqua sorgiva. Unica evidenza di questa frequentazione un "tesoretto" rinvenuto nel 1905 in località Mancini (ad ovest dell'abitato), che conteneva alcune monete delle zecche di Taras, Metapontion e Thurii del 313 a.C. In età romana il sito era nei pressi del tracciato dell'Appia antica. È ancora visibile la traccia profonda lasciata dai carri nella roccia in contrada Puzzu Uelu, dove è ben riscontrabile un complesso sistema viario a doppia corsia e deviazione, in prossimità di un pozzo scavato nella roccia, con annessi abbeveratoi per i cavalli e per i soldati. Verosimilmente il toponimo deriva dal gentilizio romano Freganius, nome di un personaggio a cui furono affidate queste terre per meriti personali o per ragioni militari. Il passaggio dal nome proprio Freganius alla dizione Freganianus, si ebbe con l'aggiunta del suffisso –anus, indice di appartenenza. Nella cartografia del Settecento, è ancora riportato Fregagnano. Risalgono al periodo romano un tesoretto di quattro monete repubblicane rinvenute da un contadino nel 1904 in un terreno vicino ad un monte, attualmente custodite nel Museo Nazionale di Taranto, e una stele funeraria recante una scritta in latino, riutilizzata come architrave di un trullo in un campo nei dintorni della zona archeologica. In seguito alla conquista del Regno di Napoli da parte di Carlo d’Angiò (1278), il praedium (podere) di Freganius venne eletto a baronia ed assegnato al Cavaliere milites Erardo di Natoli, uno dei cinque figli di Jean de Nanteuil (italianizzato Giovanni de Nantolio o di Natoli fino ad arrivare al più recente dell'Antoglietta). Il feudo viene provvisto di una struttura difensiva di cui resta oggi una robusta torre a base quadrata, provvista di ponte levatoio e di fossato, intorno alla quale venne più tardi costruito il palazzo baronale: dalla sommità della torre si vedono chiaramente i castelli circostanti di Monteparano, Roccaforzata, San Marzano di San Giuseppe, Grottaglie, Sava e Oria. La vita del borgo ruota intorno alla prima chiesa matrice, eretta intorno alla prima metà del XV secolo, di cui sono tuttora visibili la porta d’ ingresso, situata ad Ovest del campanile principale, e il piccolo campanile a vela, sul lato Nord della cupola dell’attuale matrice. Nel 1587 viene costruito, con ogni probabilità a scopo difensivo, il Palazzo Baronale dei dell’Antoglietta, ritenuto il più antico del paese. La costruzione è realizzata con conci di carparo perfettamente squadrati, ricoperti da uno strato di calce nel solo prospetto meridionale. Nel corso del Settecento fu eretta l’attuale chiesa matrice di SS. Maria Immacolata, costruita a ridosso della chiesa medievale: chiesa e annesso campanile con l'adiacente locale coperto da volte stellare, che presentano identica pavimentazione in mattoni cotti, furono terminati nel 1774. Risale al XVIII secolo anche la costruzione del Palazzo Marchesale dei dell’Antoglietta. Il titolo di Signore del feudo di Fragagnano venne tramandato dalla famiglia Natoli per secoli, fino al 1825, anno della morte di Francesco Paolo, V Marchese di Fragagnano. Con l'estinzione della famiglia (dell'Antoglietta, Natoli o de Nanteuil), il titolo di marchese di Fragagnano passò alla famiglia Carducci Agostini. Si data ai primi anni dell'Ottocento l’ultima fase costruttiva della chiesa matrice di SS. Maria Immacolata: l'elegante cupola della crociera venne voltata ad opera di maestranze locali e fu costruito il retrostante Oratorio del Santissimo Sacramento. Risale agli stessi anni il Palazzo Fanuzzi: di mirabile fattura il cortile interno con ampio scalone. Nel 1911 fu costruita, a spese della cittadinanza, l'attuale chiesa intitolata alla Madonna del Carmine o del Carmelo: la struttura architettonica dell'edificio, in tufo caratteristico della zona, è massiccia e comprende una cupola emisferica, poggiante su un tamburo poligonale, alla cui sommità vi è il campanile. La chiesa ha pianta longitudinale a navata unica e le navate laterali sono ridotte a semplice cappelle non comunicanti tra loro. Nel corso del Novecento, il vecchio Palazzo Baronale venne in parte utilizzato come stabilimento vinicolo e provvisto di cisterne per contenere il vino. È attualmente abbandonato (ottobre 2015): nella volontà dei proprietari è la possibilità di adibirne i locali del piano terra a Museo, ove custodire i numerosi reperti archeologici del sito antico. Il 23 settembre 1923 Fragagnano entra a far parte, insieme alla parte occidentale della Terra d'Otranto, della Provincia dello Ionio (Provincia di Taranto dal 1951).

Bibliografia:
  • Cazzato M., Lecce e il Salento 1, Atlante del Barocco in Italia, , Roma: De Luca Editori d'Arte, 2015

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • TABIP000042

Condizione Giuridica

Proprietà mista pubblica/privata

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: tutela

  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BR-LE

    Ruolo: Tutela

Periodo:

  • Basso Medioevo (XI-XV secolo)
  • Età contemporanea (XIX-XXI secolo)
  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)

Cronologia specifica:

Motivazione: 

  • Analisi delle strutture
  • Bibliografia

Dimensioni in Mq: 110000.00

Criterio di perimetrazione: Si perimetra l'area del centro urbano contemporaneo