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Il comune è situato tra il Tavoliere delle Puglie e il Gargano, a 42 km di distanza dal capoluogo. Il territorio è prevalentemente pianeggiante, con un’altitudine di 73 m s.l.m. Nel centro abitato si conservano il Palazzo baronale o Torriolo, la Torre dell'orologio, la Croce di piazza dei Mille, il Convento presso la Villa Comunale e la chiesa madre dei santi Martino e Lucia. Apricena è menzionata nelle fonti già nell’VIII secolo quando era casale. L’origine del nome della città è testimoniato da un’epigrafe, risalente al XIII secolo, incastonata nella Torre dell'Orologio, che al primo rigo riporta la frase "Cena dat et aper nomen tibi apricina", con riferimento ad una cena offerta da Federico II a base di cinghiale nel XIII secolo. La città venne donata nel 1304 da Carlo II d’Angiò al vescovo di Lucera. Nel 1417 ne erano i proprietari gli Attendolo. Passò poi al regio demanio, ad Andrea de Capua nel 1495, a Cesare Gonzaga e a Gian Francesco di Sangro duca di Torremaggiore dal 1556 al 1569 quando divenne di Luigi Carafa Marra principe di Stignano. Nel 1613 risulta essere nei possedimenti di don Filippo Brancia marchese di Monteleone, il quale nel 1624 diventerà anche principe di Apricena. Nel 1627 la città fu completamente distrutta da un terremoto e poi ricostruita nello stesso luogo. La città era cinta da mura che si estendevano a nord da Piazza Mercato, a sud Piazza del Popolo, ad est lungo via Mariani e ad ovest lungo via Nuova. Nelle descrizioni del XVII secolo, Apricena viene descritta come un borgo di buone e comode case con una sola in forma di palazzo. Erano presenti cinque porte di accesso, delle quali la più importante era quella “del Signore”, nell’omonimo vico. Tutte le porte furono distrutte nel 1840. Il nucleo originario del centro abitato si sviluppa intorno al castello, ergendosi su di una lieve altura che si staglia nella piana dell’alto Tavoliere. Le abitazioni sono organizzate in insulae, la cui forma è dettata dai due principali assi viari, all’incrocio dei quali è ubicato il castello. L’abitato moderno di Apricena si sviluppa all’esterno di quello che era il circuito murario dell’abitato antico, su tre lati del nucleo originario: il versante settentrionale della città moderna si sviluppa oltre la cesura orografica dettata dal canale di San Martino, senza soluzione di continuità con le insulae storiche della cittadina. Il comune è parte del Parco Nazionale del Gargano, ed è sede di una fiorente attività estrattiva: famose sono le cave di pietra d’Apricena presenti in tutto il territorio.
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- R. Gismondi, M.A. Russo, R. Gismondi, M.A. Russo a cura di, Apricena, Il profilo turistico dei comuni del Parco Nazionale del Gargano, , Milano: , 2007
Scheda
- FGBIP000026
Condizione Giuridica
Proprietà mista
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Tipo: Ente MiBAC
Ente: Segr. Reg. BBCC Puglia
Ruolo: Tutela e Valorizzazione
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Tipo: Soprintendenze ambito archeologico
Ente: Sop. Archeologia Puglia
Ruolo: Tutela e Valorizzazione
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Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG
Ruolo: Tutela e Valorizzazione
Periodo:
- Basso Medioevo (XI-XV secolo)
- Età contemporanea (XIX-XXI secolo)
- Età medievale (generico)
- Età moderna (XVI -XVIII secolo)
Cronologia specifica:
Motivazione:
- Bibliografia
Criterio di perimetrazione: Evidenze da ortofoto
Tipo Fruibilità: Attrezzato per la fruizione