Montecorvino - castrum (età medievale)

Percorrendo la Strada Statale 17 che da Foggia conduce a Campobasso, nel tratto che, abbandonata la piana del Tavoliere, affronta i primi pendii dei Monti della Daunia, propaggine pugliese dell'Appennino, sono ben visibili, sulla destra, i resti di una torre. La struttura si erge ancora per oltre 20 m. e, stagliandosi sul crinale collinare, crea un effetto scenografico e paesaggistico di grande suggestione. La fortificazione è ancora conservata in buona misura sul fronte settentrionale, solo parzialmente sui lati orientale e occidentale, mentre la parete meridionale è totalmente crollata, mettendo così in vista l'interno e in particolare la parte residua della poderosa volta in pietra che marca il passaggio fra il primo e il secondo piano. La vista da sud della torre offre così un'immagine assai particolare, ovvero una configurazione muraria singolare, che ha portato a livello popolare e tradizionale ad indicare queste vestigia con l'appellativo popolare di 'sedia del diavolo'. Tale costruzione costituisce il segno architettonico emergente di un insediamento medievale abbandonato, identificabile con lo scomparso abitato di Montecorvino. L'insediamento fortificato di Montecorvino è posizionato, come si è già accennato, sul pianoro sommitale di un rilievo collinare. Il polo abitato è naturalmente protetto dal pendio, soprattutto sui versanti nord e ovest, ripidi e scoscesi, e si affaccia su valloni percorsi da fiumare e corsi d'acqua, godendo di un'ampia visibilità e controllo sul territorio. La piattaforma su cui sorge l'agglomerato ha un andamento abbastanza regolare, lievemente discendente da Ovest verso Est, allungandosi in senso Sud Ovest – Nord Est per circa 350 m., con una morfologia approssimativamente trapezoidale. In particolare, l'insediamento è caratterizzato da tre poli di diversa funzione: l'area castrale, il polo religioso e l'abitato. L'area castrale si colloca all'estremità Sud Ovest del pianoro, posta su un poggio di forma circolare con diametro di 80 m, rialzato rispetto alla superficie circostante di 8 m, circondato inoltre, sul versante orientale, da un fossato, ancora ben individuabile oggi sul terreno, che divide la collinetta dalla restante parte del pianoro. Potrebbe trattarsi, probabilmente, di una motta, composta di terra artificiale ed eretta con funzione difensiva, per proteggere ulteriormente la torre e il castrum dal resto dell'abitato. Montecorvino, come altri siti dell'Italia meridionale, rientrerebbe così tra gli esempi di un sistema difensivo-strategico importato dai Normanni, in stretta relazione alla riorganizzazione militare e feudale del potere compiuta nel meridione dai nuovi signori. L'area castrale, oltre al sistema difensivo articolato della motta e di un apparato di torri verosimilmente di avvistamento (una delle quali era visibile prima dell'intervento scientifico di indagine, nota localmente come “sedia del diavolo”), cinte da una cortina muraria perimetrale, è articolata in diverse strutture polifunzionali. Proseguendo verso Ovest, si sviluppa attorno alla chiesa-Cattedrale il polo religioso, con diversi ambienti di servizio, interpretabili verosimilmente come facente parte di un complesso episcopale, e una cappella annessa all'edificio sacro principale. Tra questi due poli, espressione dei poteri forti, quello laico e quello religioso, si sviluppa l'abitato, tagliato a metà in senso longitudinale da un'arteria stradale principale in direzione Est-Ovest. Esso era probabilmente costituito, come dimostrato dalle prospezioni geomagnetiche, da una molteplicità di edifici abitativi, organizzati secondo un sistema a insulae, ovvero case ordinatamente affiancate e prospicienti il sistema viario principale e secondario. La prima attestazione documentaria del polo abitativo risale al 1044, anno nel cui dicembre venne redatto un atto privato che cita il nome del sito, accompagnato dall'appellativo di città. Il kastron (ovvero città murata) risulta già pochi anni dopo, sicuramente dal 1058, sede vescovile. Il sito fu inoltre coinvolto nei contrasti causati dalla politica accentratrice e di rafforzamento della monarchia di Ruggero II; successivamente esso fu inserito nella Contea di Civitate, esteso dominio nella Puglia settentrionale formatosi all'inizio del XII secolo. Fra il XII secolo e gli inizi del XIII, l'abitato sembra avere consolidato la sua posizione e il suo peso nel territorio: le carte documentano, infatti, l'esistenza di alcune chiese rurali e di cinque casalia nei territori della città. Nei primi decenni del Duecento, la città fu sotto il dominio di Riccardus e Perronus de Ofena, mentre in età angioina, fu concessa a personaggi di origine francese, primo Pierre de Marmorante, poi Pierre di Angicourt, architetto che fu prothomagister nel cantiere della fortezza di Lucera e prepositus reparationi castrorum, al servizio di Carlo d'Angiò. Nel Trecento invece, Montecorvino passò in feudo a Bartolomeo Siginulfo, Gran Camerario del Regno per poi tornare sotto la protezione diretta della Corona. I documenti del XIV secolo evidenziano una contrazione del sito, attestata dai riferimenti allo scarso peso delle sue contribuzioni fiscali o allo stato di degrado in cui versavano le strutture architettoniche della zona castrale, forse dovuta anche a ulteriori traumi bellici . L'annessione della sede vescovile a quella della vicina Volturara nel 1433 segna la parabola discendente di Montecorvino, nell'ambito di processi di riorganizzazione del popolamento che investirono la Puglia settentrionale tardomedievale.

Notizie storico-critiche:

  • La prima attestazione documentaria del polo abitativo risale al 1044, anno nel cui dicembre venne redatto un atto privato che cita il nome del sito, accompagnato dall’appellativo di città. Il kastron (ovvero città murata) risulta già pochi anni dopo, sicuramente dal 1058, sede vescovile.
  • Il sito fu inoltre coinvolto nei contrasti causati dalla politica accentratrice e di rafforzamento della monarchia di Ruggero II ; successivamente esso fu inserito nella Contea di Civitate, esteso dominio nella Puglia settentrionale formatosi all’inizio del XII secolo
  • Fra il XII secolo e gli inizi del XIII, l’abitato sembra avere consolidato la sua posizione e il suo peso nel territorio: le carte documentano, infatti, l’esistenza di alcune chiese rurali e di cinque casalia nei territori della città . Nei primi decenni del Duecento, la città fu sotto il dominio di Riccardus e Perronus de Ofena , mentre in età angioina, fu concessa a personaggi di origine francese, prima Pierre de Marmorant, poi Pierre di Angicourt , architetto che fu prothomagister nel cantiere della fortezza di Lucera e prepositus reparationi castrorum, al servizio di Carlo d’Angiò. Nel Trecento invece, Montecorvino passò in feudo a Bartolomeo Siginulfo, Gran Camerario del Regno per poi tornare sotto la protezione diretta della Corona
  • L’annessione della sede vescovile a quella della vicina Volturara nel 1433 segna la parabola discendente di Montecorvino, nell’ambito di processi di riorganizzazione del popolamento che investirono la Puglia settentrionale tardomedievale.

Definizione Ambito Culturale:

  • Dato non disponibile
Bibliografia:
  • F. Stoico, Indagine archeologica sul sito di Montecorvino nel Subappennino daunio: primi scavi della cattedrale e dell’area castrense , G. Volpe, P. Favia (a cura di), V Convegno Nazionale di Archeologia Medievale (Foggia-Manfredonia, 30 sett-3 ott 2009),2009
  • Favia P., La “sedia del diavolo”. Analisi preliminare delle architetture del sito medievale di Montecorvino di Capitanata, Archeologia dell’Architettura, XII, : , 2007
  • Favia P., Montecorvino: parabola insediativa di una cittadina dei Monti Dauni fra XI e XVI secAtti del VII, Atti del VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Lecce, settembre2015), , Firenze: , 2015
  • Favia P., Giuliani R., Marchi M.L., Montecorvino:note per un progetto archeologico. Il, Atti del 27°Convegno sulla Preistoria protostoria,2007
  • Calò Mariani M.S., I villages désertés della Capitanata. Fiorentino e Montecorvino, Atti del 27° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia (San Severo, 25-26 novembre 2006),2007

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • FGBIS004273

Tipologia del bene

Tipo: Castrum (ambito extraurbano)

Funzione: 

  • Difensiva/militare
  • Abitativa/residenziale
  • Sacra/religiosa/culto

Condizione Giuridica

Proprietà privata

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: Tutela

  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG

    Ruolo: Tutela

Periodo:

  • Basso Medioevo (XI-XV secolo)

Motivazione: 

  • Bibliografia

Cronologia specifica:

Dal: XI secolo Al: XV secolo

Stato di conservazione
  • Danno grave
  • Conservato parzialmente

Criterio di perimetrazione: Perimetrazione delle strutture

Tipo Fruibilità: Non fruibile