Corato (età contemporanea)

La disamina dello staus quo della città all'inizio del XIX secolo costituisce l'oggetto di una puntuale descrizione elaborata dall'ingegnere comunale di Altamura, Giannuzzi: "La comune di Corato giace situata in luogo basso ed umido, a segno che non vi è un Edificio che non goda il rispettivo suo pozzo per attingere le acque sorgenti. Moltissimi pozzi ancora di simile natura si vedono scavati da per tutto gli spazi delle strade per uso di quel Pubblico. Non esiste per le vicine Contrade di quella Comune una profonda valle e nemmeno un proporzionale pendio, che rendesse agitabile l'atmosfera. Tutti gli edifici che la compongono generalmente non godono una basa stabile nell'appoggio delle fabbriche fondamentali, ma tutte giacciono situate su di un certo strato di Arena rossa il più compatto nelle profondità di quindici in venti palmi (4-5 metri e mezzo), giù che sin tale altezza tutta è creta con terra paludosa. Abbonda quella popolazione di vigneti, onde i vini per formare capitali di industrie, sono il sostegno delle più distinte famiglie, e la maggior parte delle conserve di detti vini, ossidano cantine, sono distese sotto le strade pubbliche, come è notorio. Tutta la gente bassa di quelle popolazioni, quanto è circospetta, altro e tanto è sporca, perché educata a buttare le immondezze e fecce avanti l'uscio della sua abitazione. Dagli antichi si eseguì la costruzione di alcuni condotti esterni, che quei Naturali chiamano della torre di San Cataldo, del Crocefisso e Gisotti, e perché tali antichi condotti, che principiano dall'esterno dell'abitato, e si dirigono alla parte di San Domenico, luogo voluto da essi più basso di quelle vicinanze, non godono un pendio proporzionale a farli erogare col di loro sboccamento tutte le materie ivi radunate; si scorgono sempre pieni all'altezza di otto, in dieci palmi d'escrementi ed orine perché nello sboccamento incontrano il terrapieno, non scorrono e colle loro germiose esalazione in ogni Stagione Estiva rendono l'aere infetta, che reca a quei Naturali apidue febbri putride e petichiose. […] onde mi glorio che da Maggio 1806 per metà del 1807 aver ben servita quella popolazione nel farli battere quelle novelle selciate da me dirette pulite, ed asciutte e con poca spesa averlo fatto selciare tutte le strade maestre e Piazza che col di loro assegnatoli declivio, davano sistema alle grandi adiacenti da selciarli”. Nel periodo post-unitario si attua la regolarizzazione dell'impianto urbanistico della città, che fu tra i primi Comuni d'Italia ad avvalersi della legge del 20/6/1865 N° 2359 sui piani regolatori che prevedeva una ristrutturazione ed un risanamento di antichi quartieri. All'inizio del Novecento anche a Carato si diffuse lo stile liberty, con i cui canoni artistici furono costruiti i palazzi Tota e Tedeschi. L'impianto del borgo otto-novecentesco è quasi dodecagonale.

Bibliografia:
  • Galise Francesco, Corato: Sviluppo Urbanistico, Volume unico, , Cassano Murge: , 1989

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • BABIS001854

Tipologia del bene

Tipo: Città

Funzione: 

  • Abitativa/residenziale
  • Sacra/religiosa/culto
  • Funeraria
  • Produttiva/lavorazione/artigianale

Condizione Giuridica

Proprietà mista

Ente competente
  • Tipo: Ente MiBAC

    Ente: Segr. Reg. BBCC Puglia

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età contemporanea (XIX-XXI secolo)

Motivazione: 

  • Bibliografia

Cronologia specifica:

Dal: XIX secolo Al: XXI secolo

Stato di conservazione
  • Integro

Criterio di perimetrazione: Perimetrazione effettuata in relazione all'abitato

Tipo Fruibilità: Attrezzato per la fruizione