Località Acque Chiare - Relitto (età repubblicana)

Scoperto negli anni '80, ad opera di F. Zongolo. Il giacimento occupa un’area di circa 150 mq d è costituito da embrici di grandi dimensioni, rinvenuti nelle sacche del fondale basso e roccioso per effetto del moto ondoso su questo fondale basso. Si sono individuati almeno 6 nuclei significativi, il cui ingombro varia da 1 a 2 metri quadri Gli embrici misurano, come documentato da un solo esemplare rimasto intero, nella zona più a sud del giacimento, 90 cm di lunghezza e 35 cm di larghezza. Il tipo viene utilizzato da età arcaica ad età repubblicana, tra III e II secolo a.C.; alcuni tetti con questi embrici di grandi dimensioni sono stati ritrovati ad Oria e a Monte Sannace in provincia di Brindisi; esemplari di forma simile li ritroviamo anche sulle coste ioniche, per esempio a Metaponto, nel sito di Pizzica Pantanello , sempre inquadrabili tra III e II sec.a.C. Alcuni particolari indurrebbero a pensare che gli embrici fossero disposti ciascuno nel canale dell’embrice attiguo, con le parti concave rivolte ora verso il basso ora verso l’alto; si riconoscono pile di 5 individui; non è possibile precisare se fossero in origine abbattuti o disposti di taglio, in posizione verticale. Occorre ricordare che nell’ultima fase della produzione, alla fine dell’età augustea, le fornaci del sito di Giancola, appena più a sud di Acque Chiare, nella fascia immediatamente retrostante la costa, hanno cessato la fabbricazione di anfore e producono ceramiche d’uso comune e laterizi, come le tegole bollate dai quatturviri del municipio, di cui abbiamo già parlato . Ovviamente il riferimento agli impianti produttivi del brindisino è solo una suggestione, che solo analisi archeometriche potrebbero verificare.A qualche centinaio di metri dal relitto, lo stesso F. Zongolo ha rinvenuto un gruppo di esemplari frammentari di Dressel 6A (in una foto sembra potersi riconoscere anche un’anfora Dressel 2-4), ai quali era concrezionato un piccolo ceppo di piombo recuperato e conservato nel Museo Provinciale di Brindisi. La pertinenza di anfore e ceppo al giacimento di laterizi è evidentemente dubbia. A nord-ovest rispetto ai nuclei più consistenti e ai margini del giacimento, al quale è forse pertinente si è rinvenuto un piccolo ceppo d'ancora in piombo (v. infra).Si è individuato e documentato anche un corpo morto litico di forma rettangolare, con un lato irregolare o lacunoso, ad un solo foro, identificabile sia come perso da rete, sia come ancora di piccola imbarcazione; l’attribuzione allo stesso giacimento di laterizi, seppur ipotetica, non può essere esclusa . Per la disposizione e lo stivaggio del carico esistono 44 relitti sparsi in tutto il Mediterraneo, in pratica tutti i relitti che trasportavano questo materiale fittile. I materiali recuperati sono conservati presso il Dipartimento di Beni Culturali dell'Università del Salento; altri materiali sono ancora in situ.

Bibliografia:
  • Auriemma R., Salentum a salo. Forma Maris Antiqui. Volume secondo, , II, : Congedo Editore, 2004

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • BRBIS001783

Tipologia del bene

Tipo: Relitto

Funzione: 

  • Navigazione

Condizione Giuridica

Proprietà Stato

Ente competente
  • Tipo: Università statale

    Ente: Università del Salento

    Ruolo: Ricerca

  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: tutela

Periodo:

  • Tarda età repubblicana (I sec. a.C.)

Motivazione: 

  • Analisi dei materiali
  • Analisi delle strutture

Stato di conservazione
  • Conservato parzialmente

Criterio di perimetrazione: Rilievo ad opera di A. Colucci (Tesi di laurea)