Lecce (età medievale)

A partire dal VII secolo a.C. Lecce conosce una contrazione urbanistica notevole, che è esemplificata nella descrizione che ne fa intorno al 1119 un geografo medievale conosciuto come Guidone Ravennate (che quasi certamente si riferisce a come la città appariva almeno prima del 1087), probabilmente restringendosi nell'area dell'anfiteatro. Le evidenze materiali e documentarie relative alla città di Lecce in età altomedievale, in particolare nel periodo successivo alla riconquista bizantina, sono alquanto scarne. La probabile riduzione della popolazione e il conseguente abbandono di alcune aree e direttrici sembra aver determinato l'attuale rete stradale del centro storico, particolarmente sinuosa, in contrasto con quella che poteva essere stata la pianificazione urbanistica di età romana. Per quanto riguarda i dati materiali, è da segnalare la parziale persistenza durante l'Altomedioevo delle mura di età messapica che verranno riprese durante il Bassomedioevo. Sotto il controllo dei Normanni la città viene infatti dotata di importanti edifici ecclesiastici, tra cui i complessi benedettini di S. Giovanni Evangelista e dei Santi Nicolò e Cataldo e le chiese di S. Andrea, S. Niccolò dei Greci, S. Maria dei Veterani, S. Maria di Pozzuolo, S. Nicola, S. Maria d'Aurio e S. Maria di Cerrate. Sempre allo stesso periodo sono riconducibili la ricostruzione della cattedrale, probabilmente sull'area di un edificio precedente nonché del foro romano, l'edificazione di nuove strutture abitative e la ripresa delle mura urbiche di età classica, come è testimoniato dal rinvenimento, nel corso di scavi condotti in via Adua, di parte di una torre rettangolare addossata alle mura messapiche, la cui datazione oscilla tra la tarda età normanna e l'età sveva. Circa l'ubicazione della fortezza in età normanna, la penuria di fonti e di dati materiali in proposito, lascia solo ipotizzare che essa si trovasse nel sito dell'attuale castello. Secondo la tradizione, nei pressi dell'area del teatro romano, non lontano dalla Cattedrale e lungo l'asse di collegamento fra porta Rudiae e porta S. Biagio, doveva sorgere il palazzo dei Conti di Lecce. All'interno dell'area urbana si estendevano probabilmente anche aree destinate ad orti e giardini. Sotto la dominazione Sveva, spesso interpretata come periodo di regresso nella storia della città, Lecce vede la ricostruzione del complesso della Cattedrale e del castello. Tra il XIV ed il XV secolo la città è interessata da numerosi interventi urbanistici ed edilizi, attestati soprattutto dalle fonti documentarie. Le mura di cinta vengono risistemate e si procede alla realizzazione dei fossati. Si assiste alla fondazione del convento dei Francescani e, nell'area poi occupata dal Castello di Carlo V, della chiesa di S. Croce. Il Castello stesso viene ristrutturato e munito delle torri inglobate successivamente nelle strutture cinquecentesche. I maggiori interventi edilizi del periodo degli Orsini del Balzo, oltre alla risistemazione delle mura, la manutenzione e lo scavo dei fossati, sono costituiti dalla costruzione del convento di S. Giovanni Battista e dell'ospedale dello Spirito Santo A questa fase risalgono inoltre la realizzazione dei conventi delle Clarisse, di S. Maria del Tempio fuori le mura, delle Terziarie di S. Matteo (1474), la sistemazione della piazza della Cattedrale. Vengono inoltre edificate due torri extraurbane, la Torre di Belloluogo e la Torre del Parco. Allo stesso periodo sono databili le tombe e gli ossari rinvenuti, in seguito ad un intervento archeologico in Piazzetta Epulone, in un edificio rettangolare che è probabilmente identificabile con la cappella di S. Nicolicchio. Durante il periodo aragonese mancano del tutto interventi di razionalizzazione del tessuto urbano secondo quei modelli culturali rinascimentali affermatisi soprattutto nell'Italia centrale. Si assiste invece ad importanti realizzazioni di carattere militare, impostate per lo più su strutture difensive preesistenti, rimaneggiate per rispondere alle esigenze della nuove tecniche ossidionali. Alle paure dei Turchi si aggiungono, nel corso del XV secolo, le epidemie (in particolare la peste). Per il “miracolo” della cessazione del morbo vengono fatte edificare prima le chiese di S. Maria della Luce e di S. Maria della Salvazione, poi quella di S. Irene “sotto li notari” (1481). Lo stesso anno, il governatore della città Giovanni Battista Del Tufo fa edificare il palazzo del Pubblico Governo, affidando l'opera all'architetto Nicola Scancio. L'intensa attività economica ed artigianale di Lecce tra XIV e XV secolo è testimoniata dalla notevole quantità di reperti ceramici restituiti dai vari scavi urbani, come ad esempio a Piazzetta Castromediano, all'interno di pozzi e cisterne. di ceramiche del Salento. Le presenze straniere di Lecce, veneziani, ebrei, fiorentini, genovesi, lombardi, greci, albanesi e dalmati, contribuiscono notevolmente allo sviluppo economico della città, collocandosi all'interno dell'area urbana in siti privilegiati (la zona attorno alla piazza dei Mercanti - attuale piazza S. Oronzo - con la “piazzella”, luogo della residenza del Console, i veneziani; la zona presso le attuali chiese di S. Irene e S. Croce gli ebrei).

Notizie storico-critiche:

  • Seguono gli Angioini, quando la contea diviene feudo della famiglia dei Brienne, importante soprattutto con Gualtieri VI, duca d’Atene. Nel 1356 la contea passa ai D’Enghien, una dinastia che annovera la bella contessa Maria, personalità forte dalle spiccate capacità governative. In prime nozze sposa Raimondello Orsini del Balzo, principe di Taranto, e,rimasta vedova, contrae nuove nozze con Ladislao di Durazzo, re di Napoli. Alla morte di Giovanni Antonio Orsini del Balzo nel 1463, la città viene inglobata nel Regno di Napoli. Si batte una nuova moneta, vengono concessi molti privilegi e Lecce diviene sede del Sacro Regio Provincial Consiglio. È il periodo delle epidemie e delle incursioni turche, che minacciavano la città fino alle sue porte. L’ultimo conte aragonese leccese è Federico D’Aragona che diviene re di Napoli nel 1496 e trasforma Lecce in un cenacolo di cultura e di arte.
  • Con il dominio normanno la città rifiorisce. La contea normanna leccese che sorge nel 1069 con il conte Goffredo eccelle per il fasto della sua corte, seconda soltanto a Palermo. Tancredi, riconosciuto nel 1166 conte di Lecce, diviene re di Sicilia, ma viene sopraffatto dagli Svevi. Federico II incamera la città nel demanio regio e la lascia in eredità al figlio Manfredi.
  • Per l’età tardoantica la città è attraversata da importanti fermenti culturali, economici e religiosi, testimoniati ad esempio dalla presenza del vescovo di Lupiae Venantius al Concilio di Costantinopoli del 553. Ma nella seconda metà del VI secolo la notizia della vacanza della sede vescovile testimonia l’inizio di un periodo buio che porterà man mano alla diminuzione della popolazione e all’abbandono di gran parte della città, tanto che nel XII secolo il geografo Guidone ci parla di una piccola comunità concentrata nell’area dell’anfiteatro. Con i saccheggi ad opera dei barbari, la città decade e si riduce ad un modesto villaggio. Per ben cinque secoli Lecce viene offuscata dalla potente Otranto, capitale del dominio bizantino.

Definizione Ambito Culturale:

  • Dato non disponibile
Bibliografia:
  • Arthur P., L'archeologia di Lecce medievale, Lecce. Frammenti di storia urbana. Tesori archeologici sotto la Banca d'Italia, , : EDIPUGLIA, 2000
  • Ciongoli G.P., Lecce, via Adua, Taras, 76-77, : , 1996
  • D'Andria F., Lecce, Enciclopedia della Arte Antica, secondo supplemento1971-1994,, III, : , 1995
  • AA. VV., Lecce: frammenti di storia urbana. Catalogo della Mostra,, ,2000
  • Quercia A., Lecce, piazzetta Lucio Epulione, Taras, XXII, : , 2002
  • Fagiolo M., Lecce. Architettura e storia urbana Galatina: Congedo Editore, 2013
  • D'Andria F., Le indagini archeologiche, in Città di Lecce. Settore Lavori Pubblici. Interventi di restauro e recupero funzionale. Palazzo Castromediano-Vernazza. L’architettura civile Galatina: Congedo Editore, 2011
  • De Stefano M., Lecce. Riqualificazione e valorizzazione ambientale, architettonica e archeologica del centro storico, Lecce. Riqualificazione e valorizzazione ambientale, architettonica e archeologica del centro storico, , Roma: De Luca Editori d'Arte, 2004
  • Siciliano S., Ieri e oggi in Piazza. Bene culturale e contemporaneità attraverso la fotografia in Piazza Sant’Oronzo a Lecce Galatina: , 2003
  • AA. VV., Canestrini F. a cura di, Il Castello Carlo V. Tracce, memorie, protagonisti Galatina: Congedo Editore, 2014

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • LEBIS001473

Tipologia del bene

Tipo: Città

Funzione: 

  • Sacra/religiosa/culto
  • Produttiva/lavorazione/artigianale
  • Difensiva/militare
  • Abitativa/residenziale

Condizione Giuridica

Proprietà mista pubblica/privata

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: Tutela

  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BR-LE

    Ruolo: Tutela

Periodo:

  • Basso Medioevo (XI-XV secolo)
  • Alto Medioevo (VII-X secolo)

Motivazione: 

  • Analisi delle strutture
  • Bibliografia
  • Fonte archivistica

Stato di conservazione
  • Conservato parzialmente
  • Distrutto

Criterio di perimetrazione: L'impianto urbano della città medievale subì alcune evoluzione, ma continuò a seguire grosso modo il perimetro del circuito murario di età messapica e romana.

Tipo Fruibilità: Aperto al pubblico