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La grotta dei Cervi è una grotta naturale costiera, sita lungo il litorale salentino in località Porto Badisco. È stata scoperta nel 1970 da cinque membri del Gruppo speleologico salentino "P. de Lorentiis" di Maglie ed è il complesso pittorico neolitico più imponente d'Europa. Le indagini archeologiche sono state condotte nel 1970 dal prof. Felice Gino Lo Porto, allora Soprintendente all’archeologia della Puglia e poi nei successivi anni ’80 dal prof. Paolo Graziosi dell’Istituto italiano di Preistoria di Firenze, autore dello studio del ciclo pittorico. Attualmente sono in corso gli studi del materiale archeologico a cura della Soprintendenza Archeologica della Puglia e dell’Università del Salento con il supporto della Città di Otranto. In un primo momento le si diede il nome di “Antro di Enea”, per via della leggenda secondo la quale Enea sbarcò in Italia proprio a Porto Badisco. Il nome attuale deriva dalle successive scoperte dei pittogrammi, tra i quali numerose sono le scene di caccia al cervo. La grotta non è accessibile al pubblico. La cavità naturale si sviluppa nel sottosuolo per centinai di metri sull’asse di tre corridoi. Questi si aprono a loro volta in ampie sale, si diramano in cunicoli, in camminamenti difficili da percorrere anche per la presenza di pozzi, laghetti, stalattiti e stalagmiti formatisi per il fenomeno carsico di stillicidio delle acque. Per accedere all'interno del complesso sono presenti due ingressi: uno occidentale, che immette solo nel primo corridoio; uno orientale, che dà accesso, tramite un cunicolo chiuso da una cancellata di ferro, a tutti e tre i corridoi. Le pitture realizzate sulle pareti del complesso vengono datate al Neolitico Medio, cioè alla seconda metà del IV millennio a. C., a giudicare dalla grande quantità di ceramica dipinta del tipo di Serra d'Alto, che ben s'inquadra col carattere meandro-spiralico di certi motivi ricorrenti nella grotta. Esse presentano significative affinità con altre pitture preistoriche coeve del bacino del Mediterraneo, come quelle dei ripari sotto roccia dell'Estremadura e della Sierra Morena, nella Spagna meridionale, dove analoghe espressioni d'arte primitiva, che compaiono con l'avvento delle civiltà agricole e pastorali dell'età neolitica, scaturiscono da una comune concezione della vita materiale che indulge al simbolismo magico e all'animismo. Le pitture sono realizzate per la maggior parte in colore bruno scuro, ottenuto dal guano di pipistrello, depositatosi abbondantemente sul suolo della grotta; alcuni pittogrammi, in numero inferiore, sono realizzati in ocra rossa (ottenuto da un impasto di grassi animali e colori minerali a base argillosa). Le pitture si presentano in ottimo grado di conservazione, favorito dall’isolamento dell’ambiente. Le pitture in rosso, secondo il Graziosi, sono le più antiche, forse pre-neolitiche e rappresentano scene di caccia con figure maschili nell’atto di tendere l’arco e femminili indicanti una direzione, che si alternano a figure di capridi e forse di canidi. Quelle in nero si datano tra neolitico e prima età dei metalli, e sono caratterizzate da narrazioni figurative con scene di caccia al cervo, che hanno dato il nome alla grotta, di agricoltura, e forse di vita sociale. Nelle pitture in nero, secondo Graziosi, si passa dalle rappresentazioni figurative all’astrazione della figura umana, come nel caso del c.d. sciamano e degli agglomerati di segni simili indicanti figure umane collettive. Le raffigurazioni sono state infatti divise in due grandi gruppi: quelle a carattere naturalistico che costituiscono circa il 25 % delle pitture rinvenute, e quelle, molto più numerose, contraddistinte da un astrattismo complesso, simbolico. Oltre a rappresentazioni di caccia, soprattutto al cervo, sono state individuate numerosi gruppi di mani di piccole dimensioni, forse appartenute ad individui di giovane età. Secondo gli studi interpretativi di Graziosi, la grotta divenne il luogo ideale per rituali rivolti alla Grande Madre, che doveva garantire la sopravvivenza delle comunità attraverso il buon esito dei raccolti agricoli e le nascite degli animali cacciati e allevati. Inoltre, si ipotizza che i giovani membri della comunità praticassero rituali iniziatici, di passaggio dall’età giovanile a quella adulta, lasciando tracce del proprio coraggio nelle impronte delle mani ritrovate nella caverna più remota del Corridoio 2. Il carattere sacrale delle pitture di Porto Badisco emerge anche dalla presenza di ceramiche deposte come offerte votive sul pavimento, entro cavità naturali talvolta regolarizzate dalla mano dell’uomo, in corrispondenza dei dipinti murali (fotografie pubblicate su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo - Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto-Archivio).
Notizie storico-critiche:
- Scoperta il 1º febbraio del 1970 da cinque membri del Gruppo speleologico salentino "P. de Lorentiis" di Maglie -Lecce-(I.Mattioli, S.Albertini, R.Mazzotta, E.Evangelisti e D.Rizzo)
Definizione Ambito Culturale:
- Dato non disponibile
- Graziosi P., Le pitture preistoriche della Grotta di Porto Badisco : Giunti, 1980
- Cipriani M., Magaldi M., Composizione mineralogica delle pitture della Grotta di Porto Badisco, Rivista di Scienze Preistoriche, XXXIV, : , 1979
- Vigliardi A., Inguscio S. a cura di, Grotta dei Cervi di Porto Badisco, Grotte e carsismo in Puglia, , Castellana G.: , 2007
- Graziosi P., Mallegni F. a cura di, La grotta dei Cervi di Porto Badisco e la preistoria nel Salento, La grotta dei Cervi di Porto Badisco e la preistoria nel Salento, , Lecce: , 2002
- Guerri M., Scoperte di arte visiva paleolitica nella grotta di Porto Badisco (Lecce) ). Scavi e ricerche 1981-89, Istituto Italiano Preistoria Protostoria, XXVIII, Firenze: , 1994
Scheda
- LEBIS001196
Tipologia del bene
Tipo: Grotta
Funzione:
- Sacra/religiosa/culto
- Frequentazione
Condizione Giuridica
Proprietà Stato
-
Tipo: Soprintendenze ambito archeologico
Ente: SABAP-LE (Archeologia)
Ruolo: Tutela e valorizzazione
Periodo:
- Eneolitico (3.000-2.000 ca. a.C.)
- Neolitico (generico)
- Paleolitico (generico)
Motivazione:
- Bibliografia
Cronologia specifica:
Dal: VI millennio a. C. Al: III millennio a. C.
- Conservato parzialmente
Criterio di perimetrazione: Il rilievo della grotta è stato effettuato durante le attività di scavo ad opera di vari gruppi speleologici. Si indica il punto di accesso (ingresso E).
Tipo Fruibilità: Non fruibile