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Il casale di San Vito, in contrada Castrum Crepacordis, comprendeva una taverna ed una chiesetta, ora distrutta, che gli abitanti del casale dedicarono a San Vito Martire. Non lontano dal castrum sorgeva il Casale di San Vito, feudo dei Cavalieri Gerosolimitani e poi annesso in parte a Crepacore. Sul sito rimangono i resti della chiesetta, già attestata nel X secolo, e il complesso della Taverna Maresca che comprende la fontana “dell’Aquilone”, così come menzionata in una lapide del 1576, un tempo murata sull’ingresso del complesso. Il sito capta l’acqua di una delle principali sorgenti del Celone, da cui prende il nome. Qui è stata rinvenuta anche un’epigrafe romana che ricorda la dedica del “lucum aquilonensem” da parte del legionario Marco Aurelio Negrino all’imperatore Caracalla nel 213 d.C. Si tratta di un bosco in cui si svolgevano le cerimonie religiose e che deriva il nome dall’etimo del Celone. Secondo alcuni la località coinciderebbe con la Mutatio Aquilonis, la posta intermedia tra Equo Tutico e Troia riportata lungo la Via Traiana nell’Itinerario Jerosolimitano.
Notizie storico-critiche:
- ll villaggio ed il territorio del casale, già appartenuti ai cavalieri Gerosolomitani, nell'anno 1024 furono assegnati da parte dei fratelli Basilio e Costantino, imperatori d'Oriente, al Vescovo di Troia, Oriano, per la giurisdizione ecclesiastica. Nel 1071 Papa Alessandro II confermava tale donazione e riconosceva a Stefano Normanno, quarto vescovo di Troia, il possesso di San Vito. Successivamente, nell'anno 1100, il Papa Pasquale II, con bolla diretta al Vescovo di Troia, Uberto Cenomanico, confermava tale privilegio. Il Casale Crepacore, dopo essere stato assoggettato come territorio demaniale dall'Imperatore Costantino, passò in feudo a Ugone di Castello Potone (oggi Castelpoto in provincia di Benevento), Signore di Crepacore. Questi, nel. mese di settembre del 1133, fece ampio privilegio al vescovo di Troja ed alla chiesa Trojana; e gli donò la decima per tutte le piazze (cioè commerci), che si facevano nel detto castello Dopo Potone, il suburbio di Crepacore fu occupato dal re Ruggiero II, il Normanno. Dai registri vaticani del 1310 risulta che tale Dominus Johannes pagava alla Santa Sede la decima per il Casale e che ivi dimorava, come cappellano, un certo Pietro. Il culto e i riti liturgici della Chiesetta di San Vito che, con la bolla già menzionata di Pasquale II fu assegnata alla giurisdizione ecclesiastica del Vescovo di Troia, passò al Conventino di San Nicola ed, in seguito, al Clero Ricettizio di Castelluccio Valmaggiore, che ne curava la manutenzione e ne promuoveva il culto. Tale giurisdizione di privilegio e di officiatura del Clero di Castelluccio fu mantenuta anche dopo che Mons. Rebiba nel 1567 provvide a separare da Castelluccio le parrocchie di Celle e Faeto, per renderle autonome, e fu confermata dal Vescovo Aldobrandini nel 1595, da Mons. Veneziano nel 1646, da Mons. Cavalieri nel 1703, da Mons. De Simone nel 1759 e da altri Vescovi. Nel 1890, a seguito di nuovi fermenti ed agitazioni del popolo Cellese e del popolo Faetano, che mal sopportavano per la festività di San Vito il retaggio baronale di Castelluccio, Monsignor Passero tolse tale privilegio e né i suoi successori Tempesta, Bergamaschi, Lancillotti lo concessero più, nonostante le ripetute richieste del clero di Castelluccio. Da quell'anno, il culto passò sotto la giurisdizione del Comune di Celle San Vito.
Definizione Ambito Culturale:
- Dato non disponibile
- Rubino V., Celle San Vito: colonia francoprovenzale di Capitanata, ,1996
Scheda
- FGBIS003028
Tipologia del bene
Tipo: Casale
Funzione:
- Produttiva/lavorazione/artigianale
- Abitativa/residenziale
Condizione Giuridica
Dato non disponibile
-
Tipo: Soprintendenze ambito archeologico
Ente: Sop. Archeologia Puglia
Ruolo: Tutela
-
Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG
Ruolo: Tutela
Periodo:
- Età moderna (XVI -XVIII secolo)
- Età contemporanea (XIX-XXI secolo)
- Basso Medioevo (XI-XV secolo)
Motivazione:
- Bibliografia
- Conservato parzialmente
Criterio di perimetrazione: Ingombro strutture