Vico del Gargano (età medievale e moderna)

Vico del Gargano sorge a 445 m s.l.m. La prima menzione del catellum Vici si ha in un atto notarile dell’aprile 1113, anno in cui l’insediamento apparteneva a Guarino de Ollia, un signore Normanno. A questo periodo risalgono anche le prime strutture ancora visibili nel centro storico. Il centro passerà poi ad Enrico de Ollia, a Riccardo de Ollia e Ruggero Burdonis. Nel 1177 entra a far parte dell’Honor di Monte Sant’Angelo. Il castrum, probabilmente danneggiato dal terremoto del 1223, come figura nello Statutum de reparatione castrorum, doveva essere riparato dai cittadini che lo abitavano. Nel XIII secolo è affidato a Raymondo Isoardo, per poi passare in eredità ai suoi figli. Nel 1276 Vico figura nelle città appartenenti al Giustizierato di Capitanata. Dal 1289 Vico era sotto il comando del maestro balestriere Teodisco da Cuneo. Dal 1496 al 1592 divenne di proprietà dei Caracciolo, per poi passare nel 1599 a Nicola Antonio Spinelli dica d’Aquaria. Gravemente danneggiato dal terremoto del 1646 venne ricostruito e ampliato. Vico fu dotata nel corso dei secoli di tre cinte murarie. Della prima, che si sviluppava attorno al castello, non restano che pochissimi resti, mentre la seconda e la terza, nata come continuazione della seconda, sono conservate integralmente per un totale di undici torri di forma circolare e quattro torri di forma quadrangolare, mentre incerta è l’attribuzione a torre di altri tre edifici di forma quadrangolare. Di altre due si ha la certezza, grazie a testimonianze fotografiche, che siano state distrutte e riedificate all’inizio del Novecento, per la costruzione del Palazzo Della Bella, una ricca famiglia locale, il tutto per un totale di venti torri. Molte di queste torri sono oggi abitazioni private e hanno subito pesanti rimaneggiamenti, ma sono ancora ben visibili merlatura, feritoie e caditoie. Sia il centro storico, che la zona fuori le mura sono caratterizzati dalla presenza di numerose chiese di origine medievale e moderna. Nel centro storico è situato il castello, un trappeto ipogeo e la Chiesa Madre. Il primo impianto del castello risale ad Epoca Normanna. Si tratta di una torre quadrangolare caratterizzata da bifore di cui una integra sul lato est e una tompagnata sul lato sud. Il castello fu poi ampliato dagli Svevi e dagli Angioini, arrivando ad avere la forma quadrangolare con corte lastricata e pozzo che presenta ancora oggi. La torre sveva si trova sempre sul prospetto est; presenta una scarpa con modanatura a toro così come tutto il castello, ed è caratterizzata dalla presenza di un bugnato rustico. Sul prospetto ovest sorgono le due torri circolari angioine che incorniciano il portale di ingresso, di cui resta solo l’arco a tutto sesto di entrata. Le torri circolari sono caratterizzate dalla presenza di due grandi caditoie e da numerose feritoie e cannoniere. Addossata alla torre normanna si trova una torre aragonese del XVI secolo di altezza minore. Alle spalle del castello si trova la Chiesa Madre, della quale non si conosce l’anno di edificazione, ma documenti attestano il suo restauro nel 1675. Sempre all’interno delle mura medievali sono presenti: la Chiesa di S. Nicola consacrata nel 1676 dal cardinale Orsini, con portale simile a quello della Chiesa Madre, in pietra; la Chiesa dell’Annunziata, ad una sola navata, realizzata all’interno di una casa torre fortificata i cui spigoli presentano ancora il bugnato rustico; la Chiesa di San Giuseppe, una cappella poi riedificata nel XVIII secolo. Fuori dalle mura erano presenti altre otto chiese, edificate tra XVI e XIX secolo. L’edificio sacro più antico era il monastero di S. Pietro, prima indipendente, poi legato alla chiesa di S. Leonardo di Siponto, poi affidato agli Agostiniani ed infine ai Cavalieri Teutonici. Il monastero è andato completamente distrutto e poi ricostruito nel 1792, con successive modifiche e ristrutturazioni anche dopo la Seconda Guerra Mondiale. San Pietro ospitava anche uno dei primi cimiteri di Italia sorti fuori dalle mura. Il monastero si trova attualmente al centro dell’abitato.

Bibliografia:
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  • Petrucci A., Codice diplomatico del monastero benedettino di S. Maria di Tremiti,, ,1960
  • Corsi P., Vico del Gargano dai Normanni agli Aragonesi. la testimonianza del “Regesto di S. Leonardo di Siponto”, Archivio Storico Pugliese, XLX1992
  • E. Cuozzo, Catalogus Baronum: commentario, Catalogus Baronum, , Spoleto: , 1984
  • G. Filangeri, I Registri della Cancelleria Angioina, ricostruiti da Filangeri, I Registri della Cancelleria Angioina, ricostruiti da Filangeri, , Napoli: , 1959
  • Giuliani R., Menanno P., Monaco M., De Minicis E. a cura di, Dal Gargano ai Monti Dauni: analisi archeologica del tessuto urbano di due centri medievali (Vico del Gargano e Pietramontecorvino). Primi dati e prospettive di ricerca, Case e Torri Medievali IV- Indagini sui centri dell’ Italia Meridionale e insulare (sec. XI-XV) - Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, , Roma: , 2014, 123-131, 140-142
  • AA. VV., Regii Neapoletani archivi monumenta edita ac illustrata, Regii Neapoletani archivi monumenta edita ac illustrata, , Napoli: , 1857

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • FGBIS000809

Tipologia del bene

Tipo: Città

Funzione: 

  • Sacra/religiosa/culto
  • Frequentazione
  • Produttiva/lavorazione/artigianale
  • Abitativa/residenziale

Condizione Giuridica

Proprietà mista

Ente competente
  • Tipo: Ente MiBAC

    Ente: Segr. Reg. BBCC Puglia

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Basso Medioevo (XI-XV secolo)
  • Età medievale (generico)
  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)

Motivazione: 

  • Bibliografia

Stato di conservazione
  • Integro
  • Restaurato
  • Ricostruito

Criterio di perimetrazione: Evidenze da ortofoto

Tipo Fruibilità: Attrezzato per la fruizione