Sipontum - basilica (età tardoantica e altomedievale)

Le prime notizie riguardo la presenza di resti archeologici nell’area della chiesa di Santa Maria di Siponto sono riferibili alla segnalazione dell’esistenza dei resti di un tempio di Ferdinand Gregorovius; in seguito, nel 1875, Stanislao D’Aloe individuò un pilastro con iscrizione che ricordava il nome del liberto Titius Tremelius Antiochus come costruttore di un tempio e di un’ara dedicati a Diana ed identificò i resti di un ambiente voltato presente nell’area con il tempio menzionato nell’epigrafe. Nel 1936 l’Ente Fascista Dauno per i Monumenti e per l’Arte promosse indagini che permisero di comprendere che l’ambiente attribuito alla cella del tempio di Diana era riferibile, in realtà, ad una cisterna scavata nel banco roccioso e rivestita da intonaco idraulico. Gli scavi, condotti senza rigore scientifico, portarono al rinvenimento di capitelli, colonne, frammenti di decorazioni in marmo, lastre con iscrizioni di età romana e medievale, tessere musive, oltre ad alcune strutture murarie presumibilmente relative ad un edificio di culto databile al V secolo d.C. Di questo edificio fu individuata una sala centrale chiusa da un’abside realizzata in laterizie e tufelli e, in corrispondenza di questa, i resti di due pavimentazioni musive sovrapposte, dei quali uno costituito da tessere bianche e nere e uno, posto ad una quota superiore, a tessere policrome. Nel 1953, dopo una lunga pausa, le indagini ripresero con l’allestimento di un cantiere scuola; le ricerche interessarono l’area già oggetto di scavi occupata dall’edificio di età tardoantica, riconosciuto come una basilica caratterizzata da tre navate, e l’area posteriore ad essa. La basilica sorgeva in una zona importante della città, in corrispondenza del punto di confluenza dei principali assi stradali della colonia romana, al di sopra dei resti di un grande edificio pubblico; presentava pianta a tre navate, con abside rivolta ad est in corrispondenza della navata centrale, e pavimentazione in mosaico in tessellato bianco e nero. A est e a sud-est furono realizzati una serie di ambienti verosimilmente pertinenti all’episcopio. L’edificio era preceduto da un avancorpo che probabilmente lo metteva in connessione con un battistero a pianta centrale; la nuova chiesa dedicata a Santa Maria fu costruita in età medievale nel luogo in cui verosimilmente era localizzata la struttura battesimale. Intorno alla metà del V secolo d.C. l’edificio fu oggetto di interventi di restauro che riguardarono sostanzialmente l’interno, ma che non ne modificarono l’assetto originario; il colonnato che divideva le navate fu sostituito da pilastri “a T” e la pavimentazione fu arricchita da un mosaico policromo databile al pieno V secolo. Nel X secolo l’edificio viene ridotto ad una sola navata mediante l’obliterazione degli spazi tra le colonne e l’arretramento del prospetto originario di circa 9 m, riducendo lo spazio di quasi un terzo rispetto alla superficie occupata dall’impianto primitivo; i muri perimetrali della basilica precedente non vennero demoliti, bensì furono oggetto di restauri ed utilizzati con la funzione di recinto. L’edificio di culto perse di importanza e cadde in rovina nel corso del X secolo, in particolare dopo la costruzione , sul fianco occidentale, della nuova chiesa dedicata a Santa Maria Maggiore, consacrata nel 1117. Alcuni lembi di mosaico della pavimentazione della basilica tardoantica sono oggi custoditi nella Chiesa di Santa Maria, oltre ad alcuni capitelli reimpiegati sia nella cripta che nell’edificio di culto superiore. Gli scavi hanno inoltre permesso di individuare, all’interno dell’edificio, in prossimità del muro perimetrale meridionale, una sepoltura cosiddetta “a logette”, con cassa antropomorfa foderata con lastre di tufo intonacate. Dal 2016 il Parco Archeologico di Siponto ospita l’installazione in rete metallica dell’artista Edoardo Tresoldi, che rievoca l’ultima fase di vita dell’antica basilica paleocristiana .

Definizione Ambito Culturale:

  • Dato non disponibile
Bibliografia:
  • AA. VV., Mazzei M. a cura di, Siponto antica, Siponto antica, , Foggia: , 1999
  • Fabbri M., Mazzei M. a cura di, La basilica paleocristiana, Siponto antica, , Foggia: , 1999
  • Fabbri M., Mazzei M. a cura di, Il quadro urbano, Siponto Antica, , Foggia: , 1999
  • Di Cosmo L., Gravina A. a cura di, Casi di reimpiego nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Siponto, Atti del 17°Convegno Nazionale sulla Preistoria - Protostoria - Storia della Daunia, , San Severo: , 1999
Apri galleria

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • FGBIU001897

Tipologia del bene

Tipo: Chiesa

Funzione: 

  • Sacra/religiosa/culto

Condizione Giuridica

Proprietà Stato

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: SABAP-FG (Archeologia)

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età tardoantica (IV -VI sec. d.C.)
  • Alto Medioevo (VII-X secolo)

Motivazione: 

  • Analisi della stratigrafia
  • Analisi delle strutture
  • Bibliografia

Stato di conservazione
  • Asportato in seguito a scavo
  • Conservato parzialmente
  • Restaurato

Criterio di perimetrazione: Perimetrazione effettuata su base ortofotografica

Tipo Fruibilità: Parco archeologico