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La chiesa rupestre è ubicata al di sotto di un ambiente in rovina, costituito da una masseria nella quale spicca qualche traccia dell'antico centro monastico medievale noto dalle fonti come Sancti Angeli de Lacutrabacci. Da una parete afferente probabilmente alla originaria chiesetta romanica, attraverso una scalinata, si accede al sito rupestre, una grotta naturale - un antico inghiottitoio carsico - in cui si conservano tracce di affreschi, databili tra XI e XIII secolo, più di duecento graffiti (tra i quali spiccano croci e croci inscritte in quadrati o scudi, una stella a cinque punte, un esagono composto da sei triangoli, il profilo di una nave) e iscrizioni in greco, latino e volgare tracciate dai pellegrini tra medioevo ed età moderna, durante il periodo di maggiore frequentazione del complesso cultuale micaelico. Spicca tra l'altro la presenza di una singolare edicoletta scolpita, realizzata proprio al termine della scalinata che dal piano superiore conduce alla grotta, che è stata interpretata come un piccolo altare dedicato al santo titolare. La decorazione pittorica dell'ambiente si presenta oggi profondamente danneggiata e in pessimo stato di conservazione; questo tuttavia non ha impedito agli studiosi, attraverso l'esame autoptico e il confronto con fotografie di repertorio, di fornire una convincente interpretazione del programma iconografico. Sulla volta dell'ingresso persiste un Tribunale Apostolico, dominato dal Cristo Giudice seduto in trono con la colomba dello Spirito Santo che lo sovrasta e gli apostoli seduti ai suoi lati; sulla parete di fondo dell'edicoletta scolpita figura un San Michele sauroctono (colto nell'atto di trafiggere il drago); infine sulla parete sinistra spicca un trittico composto dalla Vergine in trono col Bambino e due santi, l'Arcangelo Michele a sinistra nella inconsueta posizione dell'officiante del culto (come attesta la labile traccia di un incensiere retto con la mano destra) e San Giovanni Battista a destra, che rimanda con chiarezza al sacrificio ultimo del Cristo. La presenza di schemi iconografici inconsueti e complessi (in particolare quello del Tribunale Apostolico, dove si sintetizzano in una sola immagine, come è stato osservato dalla critica, le due scene del Giudizio Universale e della Pentecoste) suggerisce una committenza colta e una finalità d'uso del complesso rupestre di tipo funerario. La decorazione pittorica è stata datata alla seconda metà del XIII secolo.
Definizione Ambito Culturale:
- Dato non disponibile
- Un centro di culto micaelico nella grotta Sant'Angelo a Santeramo (Bari), Vetera Christianorum,2006
- Fraccalvieri I., L'Icona del Giudizio Universale nella grotta di S. Angelo presso Santeramo, ,1975
- Calò F., Rotondo R. a cura di, Il drago, l'angelo e la Pentecoste. Una rilettura iconografica delle pitture nella grotta micaelica a Santeramo, Puglia rupestre inedita. Archeologia Arte Devozione, , Bari: Adda Editore, 2016
- Bertelli G., Rotondo R. a cura di, Apparati decorativi scultorei in ambito rupestre. I casi in alcune chiese della Puglia medievale, Puglia rupestre inedita. Archeologia Arte Devozione, , Bari: Adda Editore, 2016
- Rampino L. a cura di, Il santuario di Sant'Angelo a Santeramo, Il santuario di Sant'Angelo a Santeramo, , Bari: , 2008
- Caprara R., Graffiti e iscrizioni della grotta di Sant'Angelo, Il santuario di S. Angelo a Santeramo, , Bari: , 2008
Scheda
- BABIU002666
Tipologia del bene
Tipo: Luogo di culto rupestre
Funzione:
- Sacra/religiosa/culto
Condizione Giuridica
Dato non disponibile
-
Tipo: Soprintendenze ambito archeologico
Ente: SABAP-BA (Archeologia)
Ruolo: Tutela e valorizzazione
-
Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Ente: SABAP-BA (Archite-BA-Pae)
Ruolo: Tutela e valorizzazione
-
elemento contenuto in - Sito
Complesso rupestre di Sant'Angelo (età medievale) - BABIS001144
Periodo:
- Basso Medioevo (XI-XV secolo)
Motivazione:
- Bibliografia
- Dati epigrafici
Cronologia specifica:
Dal: XI secolo
- Indeterminabile
- Rudere