Chiesa di Maria Santissima dell'Altomare - ipogeo

Al VIII secolo, o ai primi del seguente dovrebbe risalire la consacrazione della laura basiliana di S. Sofia, antico nome della chiesa d'Altomare, sul colle del Carmine ed in contemporanea alla fondazione delle altre chiese ipogeiche del territorio andriese. Questo ipogeo, consistente in un pozzo scavato nel banco tufaceo, è legato ad una leggenda secondo la quale "cadde inavvedutamente in una cisterna, allora piena d’acqua, una tal fanciulla, senza che da altri fosse veduta, e soccorsa. I suoi Genitori non vedendola tornare a casa, nè sapendo la disgrazia accadutale, la cercarono tre giorni continui, nè trovarono chi loro ne dasse novella alcuna. Finalmente passando à caso per di là vicino alcuni del paese, udirono con loro meraviglia una voce languente, che uscendo dalla detta cisterna, lor fè dubbitare, che ivi fosse per sua disgrazia caduta qualche persona, e stasse in pericolo di affogarsi. Avvicinatisi dunque per osservare chi fosse, viddero con loro stupore la detta fanciulla andare à galla sù l’acqua, e conosciutala per quella che era, presto avvisarono i suoi Genitori, li quali accorsi piagnenti al soccorso della pericolante figliuola, proccurarono con scale, e funi cavarla da quella cisterna. Uscita fuora di pericolo la fanciullina, fù interrogata come avesse potuto stare tre giorni nell’acqua, e non affogarsi? e non sommersa, vivere senza cibo? Rispose ella, che la Madre di Dio di Altomare, la di cui Immagine era dipinta nel muro di quella cisterna, l’aveva per sua pietà liberata da quel pericolo."