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Le aree d’insediamento rupestre a Laterza, che hanno poi contribuito alla formazione del centro urbano medievale e post - medievale, sono localizzate in due zone: a sud della cittadina, fra via Aborigeni, la contrada Verdazzi e la fontana vecchia e a nord, lungo la sezione di gravina che si snoda lungo il corso principale, piazza Municipio e la chiesa di San Vito. A differenza di Massafra, Mottola o Palagianello dove gli episodi rupestri sono collocati in parte a distanza dal centro urbanizzato, a Laterza lo sviluppo urbanistico della città, che ha inglobato gli episodi rupestri, utilizzando le grotte come pertinenze delle abitazioni civili, rende molto difficile una chiara visione delle strutture urbanistiche del primitivo impianto rupestre. Comunque, la ricchezza degli edifici di culto distribuiti sugli spalti o lungo i canali naturali di via Aborigeni, il sistema viario e ciò che rimane delle grotte, piuttosto numerose, fanno ritenere che il principale e più antico abitato rupestre laertino debba essere individuato a sudovest dell'attuale abitato. Questo insediamento, piuttosto articolato, si sviluppa in vari solchi, localmente definiti “lame”, confluenti in una vallata principale (la cosiddetta “Valle del Cervo”), orientata grosso modo in senso WNW/ESE, che a sua volta confluisce nella gravina di Laterza, che delimita ad est il centro storico dell’attuale abitato. Per lo più queste «lame», tra cui Lama S. Caterina, Lama Cupa, Lama S. Lorenzo, Lama Scava, Lama S. Maria, Lama di Janni Monaco (secondo la toponomastica del XV secolo), sono state trasformate in strade e costituiscono il moderno sistema viario in quella parte dell'abitato. È probabile che la motivazione della aggregazione dell’insediamento in quest’area risieda nella presenza di una sorgente perenne di acqua, denominata “fonte vetere” dalle fonti, ubicata nel tratto iniziale della valle principale. Tale sorgente è da identificarsi con l’ampia vasca di raccolta sotterranea di una sorgiva, conservata al di sotto del basolato del Santuario della Mater Domini (sorta nel 1753). Pertanto si può ritenere che da qui si originò l’insediamento rupestre di Laterza. La tipologia di abitazione e di proprietà fondiaria di tale insediamento, peraltro ancora parzialmente conservata nel tessuto urbano di quell’area specifica, era composta da un appezzamento di terreno posto davanti e/o sopra alla grotta che fungeva da abitazione o da bottega. Essa viene delimitata da muri a secco su tre lati, mentre il quarto è costituito dal gradone o fianco della lama. Più volte tali appezzamenti si trovano su quote differenti dando origine al classico fenomeno del terrazzamento. Nel terreno, adibito ad orto, si trovavano, e si trovano tuttora, pozzi e « fovee » atte a deporre il frumento, ed a volte anche delle grandi neviere per la conservazione della neve e del ghiaccio. Numerosissime descrizioni di “cripte” o “cortaglie”, come erano chiamate queste proprietà, si rinvengono nei documenti notarili del '400-'500. Le grotte-abitazioni sono generalmente formate da più vani intercomunicanti susseguentesi, secondo l'asse dell'ingresso, l'uno dietro l'altro e, normalmente, su un unico livello. Il vano di ingresso è solitamente il più ampio; sul suo soffitto a volte, vi è praticato un foro che serve da lucernaio o sfiatatoio. Nelle pareti sono scavate delle nicchie che fungevano da scaffali per deporvi oggetti o masserizia; le nicchie più grandi presumibilmente erano usate come giacigli. Rari sono i focolai con camini. Il vano più interno, posto ad un livello un più basso rispetto a quello d’ingresso, sempre di dimensioni ridotte rispetto agli altri, era solitamente adibito a cantina. In esso si nota una specie di gradino, alto trenta-quaranta centimetri, che gira attorno lungo le pareti e su cui venivano appoggiate le dolee (contenitori per derrate o liquidi), in ceramica o botti di legno. Nell’insediamento della Valle del Cervo è stata accertata la presenza di circa una trentina di chiese rupestri. Tra le più note si ricordano le grotte di San Pietro, quella di Cristo Giudice, di San Giorgio, di San Lorenzo.
Cultural Area Definition:
- Dato non disponibile
- Caprara R., Società ed economia nei villaggi rupestri. La vita quotidiana nelle gravine dell'arco Jonico Tarentino, ,2001
- Fonseca C.D., Civiltà delle Grotte. Mezzogiorno rupestre, Civiltà delle Grotte. Mezzogiorno rupestre, , Napoli: , 1988
- Dell'Aquila C., Fonseca C.D. a cura di, Gli insediamenti rupestri laertini, La civiltà rupestre medievale nel Mezzogiorno d’Italia. Ricerche e problemi, Atti del primo convegno internazionale di studi. (Mottola - Casalrotto 29 settembre – 3 ottobre 1971), , Genova: , 1975
Card
- TABIS001788
Type of good
Type: Insediamento rupestre
Function:
- Sacra/religiosa/culto
- Produttiva/lavorazione/artigianale
- Abitativa/residenziale
Legal Condition
Proprietà mista pubblica/privata
-
Type: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Body: SABAP-LE (Archite-BA-Pae)
Role: Tutela
-
Relazione urbanistico ambientale [è in relazione urbanistico ambientale con] - Site
Gravina di Laterza - insediamento rupestre (età medievale e moderna) - TABIS001789
Period:
- Età medievale (generico)
- Età moderna (XVI -XVIII secolo)
Reason:
- Bibliografia
- Conservato parzialmente
Perimeter criterion: Il bene è stato posizionato sulla base delle indicazioni contenute in bibliografia e sull'ortofoto