Esplora la Carta
La masseria si presenta difesa da un muro di cinta continuo che si apre solo con un portale, inserito in una muratura più alta rispetto alla recinzione, con arco a tutto sesto e ghiera a bugne, sulla cui chiave di volta si legge ancora «Proprietà / di / Vito Luigi Alberotanza / 1872». L’iscrizione si riferisce però ad un proprietario successivo e non a colui che fece erigere la struttura, che infatti risale ad epoche di molto anteriori. Collegati all’ingresso e al muro di cinta si snodano due corpi di fabbrica adibiti ad abitazione dei contadini e a colombaie. All’interno del cortile, sulla destra, compare l’ingresso sopraelevato dell’edificio a cui si accede tramite una stretta scala su arco rampante; adiacente a questo ingresso e ortogonale ad esso vi è uno dei due ingressi della cappella dedicata a San Vito. La parte più antica della masseria (XV – XVI secolo) è la torre a due piani, collegata successivamente alla struttura seicentesca con finestre architravate verso l’interno del cortile (lato est) per ampliare la zona residenziale. Il cortile interno a pianta irregolare permette l’accesso a tutti gli ambienti della masseria: sul lato destro l’ingresso dell’edificio e della cappella, di fronte al portale l’orto per le esigenze di cucina provvisto di due piccoli pozzi, sulla sinistra piccole costruzioni in blocchi di tufo per le stalle (si notano ancora le mangiatoie) e per il deposito degli attrezzi da lavoro. Sotto l’edificio vi sono locali semi ipogei, forse anteriori alla fase costruttiva seicentesca, in cui trovavano spazio il frantoio con cisterne per la conservazione delle olive, e stalle riparate. La cappella settecentesca ha semplice volume parallelepipedo con cornicione modanato, ingentilito da campanile a vela prospiciente il cortile interno; si apre invece verso l’esterno della recinzione il portale architravato con semplice gocciolatoio sormontato da un oculo che funge da sopraluce. La cappella, ormai priva degli antichi arredi, è un locale voltato a botte in cui si notano, uniche superstiti, due grandi rose di stucco sul cornicione che separa le pareti d’ambito dalla volta.
Historical-critical news:
- Dal catasto onciario del 1753 si deduce che la masseria Maselli faceva parte di una serie di proprietà della nobile famiglia barese Gironda. Secondo alcuni studiosi (Beatillo) la famiglia sarebbe giunta in Italia dalla Francia a seguito di re Carlo I d'Angiò; secondo altri (d’Amato) i primi esponenti Gironda a giungere in Italia furono Normanni chiamati da Tancredi d’Altavilla e stabilitisi a Squillace (in Calabria) da dove si trasferirono nel 1450 a Monopoli e quindi a Bari. La famiglia Gironda dal 1753 possedeva anche la Masseria Palumbo-Gambetta, e la Masseria detta Due Torri sita nella zona industriale di Bari. La proprietà della masseria passò quindi ai Maselli e agli Alberotanza, nel 1872. Vito Luigi Alberotanza volle sancire l’acquisizione con una epigrafe sull'archivolto del portale di ingresso. Durante la Seconda Guerra Mondale la masseria funse da quartiere generale degli alleati, che stravolsero tutti gli ambienti adibendoli ad alloggi, mense, uffici, sale di proiezione.
- CATALDO G., SERPENTI S.,, Programma di salvaguardia del patrimonio storico architettonico del territorio di Bari. Analisi, acquisizione e recupero : Levante Editore, 1989
Card
- BABIS001526
Type of good
Type: Masseria
Function:
- Produttiva/lavorazione/artigianale
- Abitativa/residenziale
- Sacra/religiosa/culto
Legal Condition
Dato non disponibile
-
Type: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio
Body: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG
Role: tutela
Period:
- Basso Medioevo (XI-XV secolo)
- Età contemporanea (XIX-XXI secolo)
- Età moderna (XVI -XVIII secolo)
Reason:
- Bibliografia
- Analisi delle strutture
- Dati epigrafici
- Conservato parzialmente
- Restaurato
Perimeter criterion: Il sito è stato perimetrato sulla base della CTR e delle Ortofoto. La perimetrazione coincide con il muro di cinta