Sipontum - bacino di raccolta delle acque sorgive (età romana)

L’area, individuata per la prima volta nel 1955 durante una campagna di scavo nell’area della città antica di Siponto, è localizzata appena al di fuori del circuito di mura della colonia romana, a circa 110 m a SE della linea ferroviaria e a circa 260 m ad E della Basilica di S. Maria, e si caratterizza per la presenza di un’opera idraulica costituita da un bacino di raccolta delle acque sorgive e delle relative canalizzazioni. L’evidenza principale è costituita da una vasca di forma rettangolare con pareti realizzate in opera quadrata di blocchetti in calcarenite locale, con una copertura del tipo a botte di cui si conservano sei filari della curvatura; il fondo del bacino è costituito dal banco roccioso affiorante in alcuni tratti; all’interno di esso sono attive almeno tre sorgenti. Da almeno tre lati del bacino si dipartono canalizzazioni per l’emissione e l’immissione dell’acqua proveniente dalle sorgenti, di cui quello maggiore si apre in corrispondenza della parete orientale. Le caratteristiche costruttive e le dimensioni della struttura permettono di ipotizzare il carattere pubblico dell’opera e una funzione di conservazione delle acque sorgive connesse all’impianto dell’acquedotto. Allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile, tuttavia, fornire un inquadramento cronologico puntuale del sito: è stato ipotizzata una cronologia connessa con le fasi di vita della colonia di Siponto (inizi I secolo a.C.- fine IV secolo d.C.).