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Nato negli anni 2000 ca. grazie alla sinergia di Archeoclub d’Italia, l’Amministrazione Comunale e l’Ente Parco Nazionale del Gargano, il Museo Civico è stato ospitato nei locali delle ex-Poste fino al 2009, poi al I piano del Palazzo della Cultura in Piazza Federico II, di fronte al Palazzo Baronale dello Stupor Mundi. Detto palazzo, già Palazzo Paolicelli, è stato così ufficializzato nel 2016 dall’Amministrazione Comunale, in quanto contenitore di cultura, avendo in esso sede la Biblioteca Comunale “Nicola Pitta” (dal 2009), l’Archivio Storico Comunale (dal 2005) e l’Informagiovani (dal 2016). Il Museo Civico è di carattere archeologico, poiché il territorio di Apricena si caratterizza per la presenza di numerose aree archeologiche che hanno una datazione che parte dal paleolitico. I reperti del Paleolitico fino a quelli del Medioevo, passando per l’Età del ferro a quella Romana, sono declinati in quattro sezioni e disposti in quattro ambienti, creati in occasione della mostra “Paesaggi Archeologici lungo le vie Francigene” (settembre 2014), organizzata e promossa dal Comune di Apricena e dalla stessa istituzione museale, patrocinata anche dalla Città dell’Aquila (legata ad Apricena dalla figura di Papa Celestino V), dal Comune di Altavilla Vicentina (gemellata con Apricena per l’antenato comune Johannes de Precina), dal Mibact, dalla Regione Puglia e dall’Associazione Europea “Vie Francigene”. Nel Museo è presente una sezione composta da copie in scala ridotta delle sculture presenti su Corso Roma, che insieme costituiscono il museo a cielo aperto “Museo Madrepietra Apricena”, inaugurato nel settembre 2018.La Prima Sezione è dedicata alla preistoria, dal Paleolitico all’Età del Bronzo; di particolare interesse una ascia litica, risalente all’Eneolitico e alcune ciotole intatte dell’Età del Bronzo.Negli ultimi anni la scoperta di fossili risalenti a circa un milione e mezzo di anni fa, provenienti in particolare dalla cava di Pirro Nord-“fessura Pirro 13” di Gaetano dell’Erba, ha portato il Comune di Apricena, la Proloco e le Università di Firenze, Ferrara, Roma-“La Sapienza”, “Roma Tre” e Torino ad impegnarsi nel progetto “Apricena Paleolab”, che prevedeva la realizzazione di un museo-punto informativo al coperto e di un centro visita ubicato presso le cave di Apricena, per ampliare l’offerta museale nell’ambito del territorio. Il sito, che si trova sul margine nordorientale del promontorio del Gargano, nel comune di Apricena, all’interno di una cava di calcare, è datato a circa 1,5 milioni di anni fa e documenta il più antico arrivo dell’uomo in Europa. Dal 2006, un team di esperti archeologi dell’Università di Ferrara svolge attività di scavo e ricerca nel mese di agosto, scavi che hanno portato alla luce più di 300 strumenti in selce e migliaia di ossa appartenenti a quasi 100 specie diverse ed un importante insieme faunistico. Questo nuovo materiale è stato posto nella “Sala Pirro Nord”, inaugurata nel 2017, che ospita anche i relativi pannelli espostivi. La Seconda Sezione è relativa al periodo dauno ed ellenistico; conserva manufatti dauni, in particolare vasellame facente parte di un corredo funerario del VI-IV secolo a.C. della Necropoli di Quadrona. Tra i reperti, il cinturone in bronzo, quasi intatto, un’ascia e un colino in bronzo e il numeroso vasellame, coppe in stile Gnathia e Xylix con decorazioni incise e sovra dipinte.La Terza Sezione è la sala dedicata al periodo romano e conserva alcuni elementi della balaustra della chiesa teutonica di Santa Maria, in località Selva della Rocca, la meridiana proveniente dal Praetorium Publilianum, di tipo conico, risalente al II d.C., stele e cippi funerari con epigrafi dell’epoca imperiale, monete e vasellame.La Quarta Sezione è dedicata al Medioevo, con reperti che provengono da Castel Pagano, Santa Maria di Selva della Rocca (ripresa dai monaci di San Vincenzo in età medievale) e Volta Pianezza. Per l’Imperatore Federico II, che per ben 13 volte, dal 1222 al 1243 nelle festività natalizie e pasquali ha soggiornato ad Apricena (per cui è città federiciana), si è creata un’ulteriore area, la Mediateca Federiciana. Vi sono pannelli con la trascrizione di nove pergamene (datate 1368, 1446, 1495, 1496, 1507, 1522, 1525, 1542, 1542) che descrivono gli usi civici che Federico II aveva concesso nel 1230 ai territori di Castelpagano, San Nicandro e Civitate. Questo fondo pergamenaceo è conservato nell’Archivio Storico del Comune di Apricena e fu rinvenuto nel 1887 dall’illustre storico locale Carlo Luigi Torelli e studiato dal professore Schupfer. Le nove pergamene sono state esposte al pubblico per la prima volta, in forma di copie fedeli all’originale, il 9/6/2017 nel Museo, in occasione delle Giornate Federiciane di Apricena, con un’importante mostra denominata “Le pergamene di Apricena e gli usi civici”. Tale materiale documentario nel 2019 è stato digitalizzato dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia e della Basilicata. Nella Sezione Medievale vi è un pannello dedicato a Celestino V, per via del suo passaggio a San Giovanni in Piano nei pressi di Apricena. Il pannello riporta il riferimento alla Perdonanza del 28 e 29 agosto e l’Orazione in volgare contenuta nel libro di preghiere di Celestino V, piccolo codice membranaceo della seconda metà del XII secolo, conservato nell’Archivio del Museo Nazionale de L’Aquila.
Data ultimo aggiornamento: 06/07/2020