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Numerose evidenze strutturali, alcune ancora visibili, altre obliterate nel corso dei secoli, consentono di ritenere che l'abitato medievale di Conversano fosse cinto da un circuito murario dotato di porte e torri; le stesse mura megalitiche della città preromana e romana furono in parte riutilizzate a tal fine. E' tuttavia difficile proporre una ricostruzione organica delle diverse fasi di organizzazione ed articolazione di tale circuito murario che conobbe, nel tempo, numerosi interventi di rifacimento e potenziamento; d'altra parte, anche della stessa cinta muraria sopravvivono solo pochi lembi, rintracciabili soprattutto nei paramenti degli edifici più tardi che ne inglobarono le strutture.
La porta principale della città, nota come Porta Maggiore o Porta del Castello, è verosimile sorgesse nel luogo oggi noto come Largo di Corte, subito ad ovest del Castello; non si dispone tuttavia di notizie precise sulla cronologia della sua edificazione. Nella rappresentazione della città di Conversano del Pacichelli, la porta appare collocata tra due torri cilindriche; è probabile inoltre che la porta recasse, al di sopra del fornice, lo stemma della città di Conversano e l'altorilievo di S. Michele Arcangelo che risultano attualmente reimpiegati nel paramento esterno di un fabbricato adiacente al Castello. Tali sculture sono databili al XVII secolo, anche per analogia con lo stemma riportato su Porta Acquaviva. In particolare la scultura di S. Michele potrebbe essere stata collocata sulla porta per dedicare al santo la città, o per chiedere al santo protezione contro il male (nemici, epidemie...) identificato nel demonio abbattuto dal Santo.
La porta fu demolita nel 1828 al fine di attuare un progetto di risistemazione dello spazio antistante.
La più antica tra le porte ancora esistenti di Conversano è quella nota come "Arco delle Gabelle", oggi visibile lungo via G. Marconi. L'epigrafe collocata nella muratura reca la data 1338, nonché lo stemma del conte Gualtieri di Brienne, che ne fu il committente. L'apertura della porta si rese necessaria al fine di connettere l'abitato originario, sorto attorno al nucleo Castello-Cattedrale-San Benedetto, all'agglomerato di case sviluppatesi immediatamente al di fuori delle mura e al borgo di Casalvecchio. La porta era detta “delle Gabelle” perchè situata nei pressi di un locale adibito alla riscossione della gabella per la farina da parte di coloro che facevano macinare il grano nei vicini mulini comunali.
Il circuito difensivo della città, che ben presto si estese sino a ricomprendere anche Casalvecchio, conobbe, a partire dalla metà del XV secolo, un significativo potenziamento con l'inserimento di alcune torri cilindriche; la presenza dello stemma del conte di Conversano Giulio Antonio Acquaviva (1456-81) nel paramento della torre di Corso Umberto consente di ipotizzare una sua committenza per la realizzazione dell'intero sistema. Anche la tipologia costruttiva è comune a tutte le torri, costituite da blocchetti in pietra calcarea locale disposti su file regolari. Le murature si presentano molto spesse, originariamente aperte solo in corrispondenza di piccole feritoie, funzionali agli usi militari.
Sono ancora esistenti:
Torre di Corso Umberto, 46: detta Capone; Torre in via Dante 19; Torre in via Dante 42, angolo con via Bolognini; Torre in via S. Gaetano, detto Zaccaria; Torre in piazza Battisti; Torre di Villa Garibaldi, detto Martucci.
Data ultimo aggiornamento: 24/09/2018