Chiesa rupestre, ubicata nel settore occidentale di un insediamento rupestre localizzato nei terreni della Masseria Torella, a quasi a ridosso della strada che dalla masseria conduce alla SP 41. La chiesa è scavata sulla falda occidentale del piccolo altopiano roccioso su cui sorge la masseria.La chiesa, orientata in senso E/W, presenta pianta a navata unica inversa, cioè con l’abside (non più conservato), posto non sul lato opposto rispetto all’ingresso, ma affianco ad esso. Tale disposizione, è piuttosto comune per le chiese rupestri scavate sul fianco occidentale di gravine e alture, tra le quali l’esempio più noto è quello della chiesa della Candelora (vedi relativa scheda di UT). La cripta, ha subito notevoli rifacimenti: un muro alzato lungo l'asse centrale ha soppresso l'antica e unica aula, dando come risultato attuale due vani distinti con due ingressi diversi, posti lungo il lato est dell’invaso; un escavazione nel settore meridionale ne ha modificato la parete sinistra e, presumibilmente nella stessa occasione, l’originario piano di calpestio è stato abbassato di circa un metro (altezza attuale dell’invaso: circa m 3,50). Le modifiche apportate dagli interventi successivi all’abbandono del luogo di culto ne hanno peraltro reso più difficile la ricostruzione dell’impianto originario. Secondo alcuni studiosi (quali L. Abatangelo e D. Fonseca) l’ingresso originario, per quanto in rovina, era quello tuttora visibile e situato a NE, e accanto ad esso doveva essere ubicato l’abside (successivamente sfondato): sono tuttora visibili i resti di una nicchia absidale e di un arcata, interpretata come pertinente al portale d’ingresso. R. Caprara ritiene invece che in corrispondenza dell’ingresso di NE vi fosse ubicato il solo abside e che quindi, di conseguenza, l’ingresso originario dovesse essere quello di SE (vedi la ricostruzione riportata in: R. Caprara, C. Crescenzi, M. Scalzo, Il territorio nord del Comune di Massafra, Firenze - Massafra 1983. p. 61 fig.77). Oltre l’ingresso si sviluppa un ambiente a navata unica, largo m. 10,50 e lunga m 6,80; un pilastro collocato in posizione grosso modo centrale era evidentemente funzionale a separare l’aula dal presbiterio (la zona riservata al clero). Le pareti settentrionale e occidentale sono decorate da nicchie molto ampie (cinque sul lato nord e quattro su quello ovest); i rimaneggiamenti di età successiva hanno presumibilmente cancellato le tracce di analoghi apprestamenti sul lato meridionale. Nella prima nicchia (rispetto all’abside) del muro settentrionale si conserva una figura stante della Vergine con il Bambino, databile alla fine del XIV secolo. La nicchia più meridionale del muro occidentale (di fronte all’ingresso di SE) è decorata da una raffigurazione (databile al XII secolo) di San Michele Arcangelo, rivestito di una clamide imperiale purpurea; alla sua sinistra, un globo sormontato da una crocetta. Sull’archivolto di quello che era l’abside (presso l’ingresso di NE) è graffita una iscrizione, facente riferimento ad un Frater Iohannes databile all’XI/XII secolo. Nei primi decenni del XIV secolo la chiesa era ancora in efficienza di culto come può ricavarsi dalle fonti documentarie che attestano il versamento di imposte sui terreni; il suo abbandono deve pertanto essersi verificato intorno al XV secolo, come sembra attestare la data del 1475 graffita sul muro che ne ha diviso l’aula, la cui messa in opera è evidentemente frutto del cambiamento di funzione dell’ambiente.
Data ultimo aggiornamento: 03/08/2020