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Nel centro storico di Latiano, presso le prestigiose sale di Palazzo Imperiali, sono allestite le raccolte della Pinacoteca Comunale e il Centro di documentazione archeologica. Ubicato al centro di Piazza Umberto I – piazza principale del paese abbellita nel periodo fascista da una fontana – il Castello o Palazzo Imperiali presenta un’architettura più volte rimaneggiata, sino ad assumere l’aspetto attuale nel 1714, come documentato da alcune iscrizioni sul frontale. Il palazzo costituiva l'antico castello di Latiano, strettamente legato alla storia del suo feudo: il primo documento sulla presenza di questa piccola fortezza era un diploma del 1407, con il quale si concedeva ad Antonio Alami, il casale di Latiano e il territorio di Cotrino, passata in successione negli anni a diversi feudatari fra cui le famiglie Francone e i De Sanctis, fino a giungere nelle mani degli Imperiali, i quali hanno fortemente modificato lo stile attuale della costruzione. Il Palazzo è passato alla proprietà al Comune dopo la cessione da parte del marchese Guglielmo Imperiali nel 1909, ultimo discendente della casata francavillese. Tra il 1980 e il 1990, il Castello fungeva anche da sede degli uffici comunali, mentre oggi è sede della Biblioteca civica, della Pinacoteca e del Centro di documentazione archeologica. Adiacente alla struttura è presente la cappella dell’Addolorata (oggi chiesa dell’Immacolata), opera del noto architetto barocco Mauro Manieri, che presenta una pianta a croce greca e volte a crociera con stucchi dorati. Istituita nel 2004, la Pinacoteca raccoglie la quadreria della famiglia Imperiali, una ricca collezione costituita da dipinti napoletani del ‘700 e opere eseguite da giovani autori salentini contemporanei. Il fulcro artistico della pinacoteca è rappresentato quindi dalla quadreria Imperiali che, purtroppo, è solo una parte di quanto acquisito dal Comune insieme al castello; fino al 1971, infatti, comprendeva venticinque tele di cui alcune trafugate. Altri dipinti furono concessi all'Arciconfraternita della Morte, sita nell'omonimo territorio comunale. Dalla collezione si evince il chiaro interesse della famiglia Imperiali per i temi religiosi, difatti la maggior parte dei dipinti, eseguiti da maestrane napoletane, sono riferibili ad iconografie sacre, tra le quali: ‘Mosè salvato dalle acque’ (Autore ignoto del XVII secolo), ‘Tobia e l’angelo’ (Autore ignoto del XVIII secolo), ‘Caino che uccide Abele’ (Autore ignoto del XVII secolo) ed altri che ritraggono santi, come ‘Sant’Oronzo in gloria’ (Autore ignoto del XVII secolo). Seppur con accenti diversi, l'arte domina i vari ambienti e soprattutto, nel "Salone Flora", spazio attualmente destinato a convegni ed incontri culturali, decorato dal pittore latianese Agesilao Flora (1863-1952), uno degli esponenti più interessanti del panorama artistico tra XIX e XX secolo in Terra d’Otranto. Artista poliedrico, politicamente impegnato, fu un ritrattista, decoratore, paesaggista ed un originale cartapestaio. All'interno del Palazzo è inoltre presente il Centro di documentazione archeologica con l'importante collezione donata da Antonio Marseglia, costituita da oltre 300 reperti archeologici (2009) e da documenti sul sito di Muro Tenente (2011). La raccolta è un insieme eterogeneo e complesso, con un repertorio di oggetti che racconta un arco temporale molto ampio: dal neolitico al periodo ellenistico, dall'età tardo romana al medioevo. Una sorta di viaggio nel tempo e nella storia. Il centro è strettamente legato al sito messapico di Muro Tenente, un parco archeologico di circa 30 ettari, localizzato tra Latiano e Mesagne.
Data ultimo aggiornamento: 26/02/2021