Sipontum - Siponto (da età neolitica a contemporanea)

La piana di Siponto fu abitata sin dal Neolitico, come testimoniato dalla presenza di villaggi prossimi alla laguna, uno dei quali, quello di Coppa Nevigata, continuò nella successiva età del Bronzo con un impianto urbano; nell'età del Ferro si occuparono le alture emergenti in prossimità della laguna e vicine alla costa. L'insediamento preromano relativo all'attuale città di Siponto, con molta probabilità, doveva essere ubicato sulle alture («cupole» o «coppe») che emergevano dalla laguna compresa anticamente fra i corsi d'acqua del Candelaro a N e del Cervaro a S; fu abitato a partire dall'Età del Bronzo sino al tardoantico. Il periodo di maggiore importanza è quello compreso fra i secoli VII e VI a.C., al quale risalgono le numerose stele daunie qui rinvenute. Al VII secolo a.C. si attribuisce anche una ricca tomba a fossa, portata alla luce nel 1982, con le pareti costruite a secco e il letto rivestito da ciottoli fluviali; il ricco corredo funerario era composto, oltre che da alcuni vasi dauni a decorazione geometrica, da bacili di bronzo (alcuni con orlo perlinato), alari e spiedi in ferro, elementi di ornamento in ambra, oro e argento. Alla seconda metà del VI secolo a.C. si data il fondo di una capanna, ricostruita in dimensioni minori dopo un incendio alla fine di quello stesso secolo; l'abitazione era caratterizzata da pianta pentagonale di forma irregolare, con un palo centrale e numerosi altri perimetrali, un grande focolare all'interno e l'accesso preceduto da un portico. Scarsa è la documentazione relativa ai secoli successivi, durante i quali l'insediamento continuò ad essere abitato, anche dopo la deduzione della colonia romana di Siponto. Si segnala per la qualità artistica una statua femminile in marmo greco, panneggiata e acefala, attribuita al II secolo a.C., ora custodita nel Museo Nazionale di Manfredonia. Con la romanizzazione si fondò la colonia che, però, andò a localizzarsi in un altro sito, più a nord, e più vicina al Gargano. La città venne abbandonata durante il XII secolo d.C., molto probabilmente a causa dell'insalubrità conseguente all'impaludamento della zona, dando luogo, in epoca sveva, alla città di Manfredonia, poco lontana dall'abitato precedente. Solo agli inizi del Novecento, in seguito agli interventi di bonifica delle paludi sipontine, il sito venne ripopolato grazie all'edificazione del nuovo borgo.

Bibliografia:
  • AA. VV., Mazzei M. a cura di, Siponto antica, Siponto antica, , Foggia: , 1999
  • E. Corvaglia, M. Scionti, Il piano introvabile: architettura e urbanistica nella Puglia fascista, Il piano introvabile: architettura e urbanistica nella Puglia fascista, , Bari: Dedalo, 1985

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • FGBIP000041

Condizione Giuridica

Proprietà mista

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: SABAP-FG (Archeologia)

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: SABAP-FG (Archite-BA-Pae)

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età contemporanea (XIX-XXI secolo)
  • Età medievale (generico)
  • Età romana (generico)
  • Età Arcaica (VII-VI sec. a.C.)
  • Bronzo (generico)
  • Neolitico (generico)

Cronologia specifica:

Motivazione: 

  • Analisi delle strutture
  • Bibliografia

Criterio di perimetrazione: L'area è stata perimetrata su CTR, includendo il settore insediativo romano/medievale e quello relativo al borgo di inizi Novecento.

Tipo Fruibilità: Aperto al pubblico