Troia (età moderna)

Il 4 luglio 1521 la città fu venduta a Troiano Cavaniglia, conte di Montella, per disposizione dell'imperatore Carlo V, che gli concesse l'acquisto della contea di Troia per la metà del suo valore reale, donandogli la differenza in compenso dei servizi prestati alla causa spagnola; tuttavia la città riuscì a conservare gran parte delle franchigie e dei capitoli di libertà. Nella seconda metà del secolo iniziarono a sentirsi anche gli effetti del Concilio tridentino, con il rilancio degli ordini religiosi già presenti e l’arrivo di nuovi che avviarono una discreta attività edilizia. Nel 1590 giunsero i Fatebenefratelli che assunsero la cura dell'ospedale fondato nel 1471 da Stefano Gruben e si insediarono, rinnovandola, nella chiesetta annessa dedicandola a San Giovanni di Dio. Nel 1602 iniziò il restauro del complesso monastico di San Bernardino, oggi ridotto a rudere. Allo stesso periodo risale anche la costruzione del nuovo convento delle Benedettine, voluto da monsignor Siliceo in sostituzione dell’originaria sede presso la chiesetta di San Biagio. Il nuovo complesso, oggi sede del Museo diocesano, fu costruito nell’area prospiciente la cattedrale e affiancato alla chiesa dell’Annunziata. Nel 1617, utilizzando i ruderi dell’antico castello posto a sud-ovest, i Cappuccini eressero il convento e la chiesa dedicata a Sant’Anna, demoliti nel secolo scorso (la chiesa è stata poi sostituita da una costruzione moderna e parte dell’orto è stato occupato dalla Villa comunale). Nel corso del XVII secolo, sul fronte politico, la forte depressione economica già iniziata nel secolo precedente si aggravò, costringendo i regnanti spagnoli alla vendita di alcune città. La stessa sorte toccò nel 1639 anche a Troia. La cittadina, acquistata in un primo momento dalla principessa di Montesarchio Andreana di Sangro, venne dalla stessa ceduta al secondogenito Francesco d’Avalos, marchese del Vasto, che un decennio più tardi avrebbe assunto il titolo onorifico di Principe. Il processo di rifeudalizzazione diede nuovo impulso all’edilizia civile. È da riferire a questo periodo il rinnovamento di Palazzo d’Avalos, oggi sede del Municipio, probabilmente edificato nel XVI secolo come testimonierebbe il bel portale di gusto classicista. I principi d’Avalos rimasero a Troia fino alla fine del XVIII secolo, cooperando con i vescovi che si succedettero alla guida della Comunità ecclesiastica. Tra la seconda metà del XVII e gli inizi del XVIII l’episcopato troiano fu retto da due autorevoli personalità, Antonio De Sangro e Emilio Giacomo Cavalieri, che diedero nuovo impulso all’edilizia sacra della città. Al primo si devono gli interventi in chiave barocca della Cattedrale, nonché l’arricchimento del Tesoro; al secondo, il rinnovamento del cinquecentesco palazzo Lombardo, dalla nobile facciata con bugne a punta di diamante, destinato ad accogliere i Gesuiti, la costruzione del palazzo vescovile e della chiesa dell’Addolorata. Quest’ultima, divenuta poi sede della confraternita omonima, fu edificata a partire dal 1721 accanto al convento delle Benedettine costruito agli inizi del Seicento. Al presule napoletano, zio di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, si deve anche la formazione di una ricca raccolta di volumi e codici oggi custodita nella Biblioteca Nazionale di Napoli con il nome di "Fondo Cavalieri". Con l'arrivo a Napoli (1734) di Carlo di Borbone, iniziò per la cittadina dauna una stagione di profondi cambiamenti. In seguito al terremoto del 1731 furono apportati restauri alla Cattedrale, dove fu ristrutturato il “cappellone” dedicato ai Santi Patroni. Nel 1745 venne istituito il catasto e qualche anno dopo venne abolito il "Sedile di Nobiltà": entrambi i provvedimenti infersero un duro colpo alla feudalità locale. Ciò nonostante i Troiani si schierarono con il re quando nel 1799 i giacobini napoletani proclamarono la Repubblica Partenopea. La restaurazione borbonica, seguita alla sconfitta di Napoleone a Waterloo (1815), segnò per Troia l'inizio di un lungo periodo di pace.

Bibliografia:
  • Baini F., Baini F. a cura di, Lineamenti di Storia dell’arte a Troia, Lineamenti di Storia dell’arte a Troia, , Troia: Litotipografia Mauro, 1996
  • Beccia N., Cronistoria di Troja (dal 1584 al 1900) seguito al ristretto dell'Istoria della città di Troja e sua diocesi di Pietrantonio Rosso, Cronistoria di Troja (dal 1584 al 1900) seguito al ristretto dell'Istoria della città di Troja e sua diocesi di Pietrantonio Rosso (ristampa anastatica dell'edizione del 1917), , Troia: , 1987
  • Rosso P., Beccia N. a cura di, Ristretto dell’Istoria della città di Troja e sua diocesi dall’origine delle medesime al 1584, Ristretto dell’Istoria della città di Troja e sua diocesi dall’origine delle medesime al 1584 (ristampa anastatica dell'edizione del 1907), , Troia: , 1987

Scheda

Codice Carta Beni Culturali Regione Puglia
  • FGBIS004202

Tipologia del bene

Tipo: Città

Funzione: 

  • Abitativa/residenziale
  • Sacra/religiosa/culto
  • Funeraria
  • Produttiva/lavorazione/artigianale

Condizione Giuridica

Proprietà mista

Ente competente
  • Tipo: Soprintendenze ambito architettura-belle arti-paesaggio

    Ente: Sop. Belle Arti BA-BAT-FG

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

  • Tipo: Soprintendenze ambito archeologico

    Ente: Sop. Archeologia Puglia

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

  • Tipo: Ente MiBAC

    Ente: Segr. Reg. BBCC Puglia

    Ruolo: Tutela e valorizzazione

Periodo:

  • Età moderna (XVI -XVIII secolo)

Motivazione: 

  • Bibliografia

Stato di conservazione
  • Conservato parzialmente
  • Integro

Criterio di perimetrazione: Perimetrazione effettuata con il confronto della cartografia storica

Tipo Fruibilità: Attrezzato per la fruizione